Pasqua ai tempi del COVID -19

Pasqua ai tempi del COVID -19

Tra due settimane festeggeremo la Pasqua, la principale festività del cristianesimo. In questo giorno, infatti, secondo tutte le confessioni cristiane, si celebra la risurrezione di Gesù, che secondo i Vangeli avvenne nel terzo giorno dalla sua morte in croce.

Il Maritozzo ha deciso di rispettare la Quaresima in modo stringente, come “voto” per superare la grave situazione… Vediamo però come cambieranno i riti pasquali ! 

Pasqua ai tempi del COVID -19. Una Pasqua in streaming

Sarà una Pasqua strana, “a porte chiuse”, a causa dell’emergenza sanitaria legata al virus COVID -19.  I fedeli di tutto il mondo seguiranno le celebrazioni legate alla liturgia cattolica in diretta streaming, come ci è stato annunciato già da qualche giorno! 

E i riti legati alla tradizione si adatteranno alle esigenze sanitarie. Mentre si succedono le previsioni per capire quando riusciremo a superare il grave momento (vedi ad esempio QUI), la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti ha emanato un decreto con le indicazioni alle quali si dovranno attenere i vescovi e i preti dei Paesi colpiti dall’emergenza. 

Sarà assolutamente vietato distribuire palme e acqua santa, due simboli tipici della Pasqua cristiana. Il Triduo Pasquale, per esempio, potrà essere celebrato soltanto nelle cattedrali e nelle chiese parrocchiali, senza la partecipazione fisica dei fedeli. Che però potranno unirsi in preghiera nelle proprie abitazioni.

La Messa del Crisma “viene rinviata a data futura, che sarà indicata in base a quanto disporrà il Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, in sintonia con quanto il Santo Padre stabilirà per la diocesi di Roma. Gli Oli che sono stati benedetti nella Messa del Crisma dello scorso anno vengono conservati e se ne farà uso fino a quando non verrà celebrata la Messa del Crisma in questo anno”.

Niente lavanda dei piedi del Giovedì Santo, durante la messa dell’ultima cena di Gesù.

Non verrà celebrata nemmeno la processione eucaristica al termine della celebrazione con la reposizione del Santissimo Sacramento nei tipici altari addobbati per l’occasione anche in modo molto creativo, popolarmente denominati “sepolcri”. Questo anche per scoraggiare la visita dei fedeli alle numerose chiese parrocchiali per un momento di preghiera, seppure in privato, evitando il più possibile ogni occasione di contagio.

Anche la liturgia della passione e della morte di Gesù sarà vissuta in modo a dir poco anomalo. Durante questa celebrazione, il Venerdì Santo, il Vaticano ha previsto che “nella preghiera universale il vescovo diocesano avrà cura di stabilire una speciale intenzione per i malati, i morti e per chi si trova in situazione di smarrimento”. 

Niente battesimi, invece, la notte di Pasqua. 

Pasqua ai tempi del COVID -19: i simboli della tradizione

“Per Pasqua -ricorda la Treccani – era tradizione avere sulla tavola uova dipinte, oggi, quasi sempre, sostituite da uova di cioccolata. In molte religioni l’uovo è il segno della rinascita, della fecondità e della rigenerazione. Gli Egiziani mettevano delle uova dentro le loro tombe, i Romani usavano dire che tutte le cose viventi provengono da un uovo».

Torniamo quindi a dipingere le uova di Pasqua, magari con i nostri bambini, per tenerli impegnati e farli divertire! Anch’io e il Maritozzo stiamo preparando diversi progetti… Vi proporrò diversi coloranti naturali da usare in “tempo di autarchia”!!!

Per conto nostro, sulla nostra tavola non mancherò la tradizionale pizza pasquale e la colomba, simbolo di pace e salvezza, dolce nato proprio nelle zone lombarde oggi colpite dal Covid. La storia più recente racconta che Angelo Motta, dopo la prima Guerra Mondiale, si inventò a Milano il panettone e, per riutilizzare al meglio materie prime e macchinari anche in primavera, creò la colomba.

Mi troverò con tanti gusci da riciclare!!!

Pasqua ai tempi del COVID -19: il Maritozzo e il digiuno quaresimale

Come “voto” per una rapida soluzione dell’emergenza sanitaria, il Maritozzo mi ha annunciato che nelle prossime due settimane rispetterà il digiuno quaresimale. 

Ovvero: consumerà un solo pasto al giorno, che non dovrà comprendere CIBI COSTOSI O RICERCATI e senza carne.

Vi ricordo che la quaresima è quel periodo di quaranta giorni che intercorre tra la fine del Carnevale e la Pasqua.

È un periodo di rinunce e penitenza, secondo i precetti della religione cattolica, soprattutto il venerdì, giorno di astinenza dal consumo delle carni. La carne è, infatti, il cibo lussuoso per eccellenza, nella nostra tradizione. La penitenza, però, non si limita al consumo di carne. L’astinenza va allargata a tutti i cibi grassi e “ricchi”.

Dovrò quindi preparare tanti piatti vegetariani o a base di pesce oppure di uova e latticini.

Potrò così sbizzarrirmi con tanti piatti a base di verdure, come ad esempio una bella pasta con i broccoli, oppure un gustoso risotto ai funghi

Siccome, per proteggere me dal contagio, anche il Maritozzo ha ridotto le uscite al minimo indispensabile, dovremo “ingegnarci” con quello che abbiamo in casa. Non mancheranno quindi i piatti a base di tofu e di formaggio, oltre a tante zuppe!  Una bella “trippa finta“, per esempio, non potrà che fare la gioia del Maritozzo! Come pure i miei hamburger di rape rosse, che vi posterò a breve, oppure il tofu strapazzato. 

Avrò poi modo di preparare tante zuppe di verdure e legumi, come ad esempio la mia zuppa di ceci e scarole, oppure un bel piatto di lenticchie al curry

Grazie al mio regalo di compleanno, un mega – congelatore galattico, alla fine di gennaio abbiamo fatto grandi scorte di pesce e carne. Per cui potrò cucinare seppie, calamari, trote…  

Pasqua ai tempi del COVID -19. La cucina quaresimale

Le regole quaresimali hanno ispirato nella nostra tradizione quella che si chiama cucina di magro, una cucina povera a base di verdure e pesce.

Insomma, per il Maritozzo quest’anno la Quaresima è davvero una cosa seria! E chi lo conosce sa bene quanto gli costa rinunciare a certi piatti!

Tra i cibi “di magro” della tradizione ritroviamo pane, polenta, zuppe o minestre di ortaggi, tortelli ripieni di erbe, pesce fresco o conservato.

Vero “companatico” della povera gente era l’aringa: arida e secca, ma forte di sapore ed economica.

Ho scoperto che l’usanza è particolarmente forte a Motta di Livenza, un paese della provincia di Treviso, in Veneto.

Nel 1499, il paese fu assaltato dai Turchi, che speravano di avere vita facile, visto che la popolazione era distratta dai bagordi del Carnevale.

Gli abitanti si accorsero del pericolo e l’attacco venne respinto. Il giorno dopo, però, era  Mercoledì delle ceneri e la vittoria fu celebrata con polenta e aringa.

È il “mercore grot” (mercoledì triste), oggi l’occasione per un’imperdibile “sagra dea renga” (sagra dell’aringa).

Nel Trevigiano l’aringa essiccata o sotto sale arrivava dal Mare del Nord via Venezia, diffondendosi poi nell’entroterra. Le famiglie più povere l’appendevano con uno spago a una trave della cucina accontentarsi di insaporirvi, a turno, una fetta di polenta strofinandola ripetutamente sul pesce. La “polenta e renga” veneta si prepara dissalando le aringhe, mettendola sulla brace e quindi togliendo la testa e le lische. Si pongono i filetti su un piatto, e si ricopre con olio, aglio e alloro: le aringhe, in questo modo, si possono conservare per diverse settimane, nonché utilizzare per condire la polenta. In alternativa le aringhe si possono anche bollire per un minuto e ripassare in padella, prima di essere messe sottolio.

Un altro alimento simbolo della Quaresima è il baccalà , che compare in tanti piatti della tradizione quaresimale. Lo troviamo davvero in ogni parte di Italia e ogni zona ha sviluppato una propria tradizione. In Liguria, troviamo per esempio il baccalà in zimino, cotto con le bietole  mentre in Veneto è celebre il baccalà alla vicentina.

In Friuli troviamo il baccalà alla cappuccina, con cannella, zucchero e un po’ di cioccolato. Noi abruzzesi prepariamo invece il baccalà mollicato e quello in umido con patate

Non dimentichiamo poi altri piatti della tradizione di magro. In Liguria si prepara il cappon magro mentre in Piemonte il tipico piatto quaresimale è costituito dalle lasagne gran magro, in cui al posto del ragù compare una salsa rustica a base di burro, olio, acciughe, parmigiano e pepe.

A Napoli, tra i piatti della Quaresima troviamo la frittata di scammaro, ossia un condimento a base di capperi, pinoli, acciughe e olive nere, utilizzato anche per condire la pasta. Ma altrettanto diffusa nel Centro-Sud è la pasta con la colatura di alici, così somigliante – assieme ad alcune salse liguri e alla sardella calabrese – a quel garum di cui erano ghiotti i Romani. Il passo che la separa dalla pasta con le sarde siciliana, in fin dei conti, è assai breve.

Pasqua ai tempi del COVID -19. I dolci

La cucina di magro è particolarmente ricca di dolci, dal pane di ramerino, dolce preparato con farina, olio, rosmarino, uva passa e zibibbo, ai maritozzi  tipici della cucina romana.

In tutta Italia troviamo poi tanti tipi di quaresimali. Quelli liguri sarebbero stati inventati in un convento di Genova da un gruppo di suore, per incoraggiare il rispetto dell’astinenza dai grassi. Si preparano infatti con pasta di mandorle, zucchero, acqua di fiori d’arancio, albume d’uovo, farina, semi di finocchio, confezionati a forma di piccole ciambelle e guarniti con zucchero al gusto di maraschino, pistacchio, limone o caffè.

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!