Mariani e le ferite del passato di Maria Masella

Mariani e le ferite del passato è il romanzo numero 22 che Maria Masella dedica alle inchieste del Commissario Antonio Mariani. Vediamo che cosa ci riserva quest’ultima avventura.

Mariani e le ferite del passato

Maria Masella

Editore: Fratelli Frilli Editori

Prima Pubblicazione : 2020

Pagine : 240 p.

Genere : gialli, noir

Preceduto da : Mariani e le giuste scelte

Seguito da : Tempesta su Mariani

Mariani e le ferite del passato : descrizione (dal sito dell’editore)

È gennaio e Antonio Mariani è ancora in congedo per malattia a causa dell’incidente di novembre quando ha rischiato di morire travolto dal Cerusa esondato. Trascina le giornate nell’apatia, sente e patisce la freddezza della moglie Francesca, evita anche di girare per la città che ha sempre amato.

Accetta quindi, con un senso di liberazione, la richiesta di sua madre Emma di andare a Nizza Monferrato per parlare con Giuditta, la figlia di Noemi, deceduta nell’inverno e amica di Emma dai tempi della guerra, quando una era staffetta partigiana e l’altra viveva nascosta perché ebrea.

Noemi, prima di morire, aveva raccontato alla madre di Antonio come alcuni suoi parenti, i Pinto, poco prima della fine della guerra fossero stati individuati e quindi deportati. Un loro nipote, Samuele, aveva minacciato di vendicarsi sul responsabile della loro deportazione o sui suoi discendenti.

Ora Emma ha bisogno dell’aiuto di Antonio, della sua esperienza di commissario di polizia, perché nelle alture di Bolzaneto sono stati barbaramente uccisi una giovane donna e il suo bambino: discendenti di chi aveva denunciato i Pinto.

Quell’antica storia è collegata al duplice omicidio? Antonio ottiene di rientrare in servizio al più presto e chiede che gli venga affidata l’indagine… Forse riuscirà a ritrovare la lucidità e la voglia di andare avanti. Il lavoro è stato spesso la cura dei suoi mali.

Mariani e le ferite del passato : breve riassunto e commento personale

Sono passati circa tre mesi da quando avevamo lasciato il Commissario Mariani tra le gelide acque del Cerusa, che aveva travolto la sua auto. E Mariani, come al solito quando è a riposo, è ai limiti della depressione. Deve inoltre affrontare la rabbia e il dolore di sua moglie Francesca, che ancora una volta ha rischiato di perderlo a causa del suo lavoro.

spero che prima o poi sparisca la barriera che il Cerusa ha sollevato fra noi due. A febbraio avrò una nuova visita medica e, se mi troveranno in buona salute, potrò riprendere servizio, ma per ora vegeto in una terra di nessuno.

Per fortuna sua madre ha qualcosa che possa risvegliare il suo interesse : una busta gialla. L’aveva ricevuta dieci mesi prima dalla sua amica Noemi a Nizza Monferrato. In Dicembre la sua amica era morta e lei aveva aperto quella busta.

 Le due donne si erano conosciute oltre 70 anni prima:

Conosco… conoscevo Noemi da quando avevo quattordici anni; con la sua famiglia era nascosta in un casolare nei dintorni di Nizza Monferrato.

Come ci ricorda Mariani, in quella zona sua madre era stata una staffetta partigiana:  

Servivano staffette che pedalassero con energia e incoscienza, come la giovane Emma. Ora ha ottantacinque anni, ma è stata giovane. Decisa era e decisa è ancora…

Emma portava notizie e viveri, indumenti e medicine, quando c’erano. In bici.

E spesso andava a trovare Noemi:

sapevo che le pesava stare nascosta in mezzo a tutti quei vecchi. Trovavamo il modo di chiacchierare, ridevamo anche… La guerra e le retate si allontanavano per un po’. Altri suoi parenti erano spariti, altri si erano nascosti. Qui – e posa una mano sulla busta. – Qui c’è la storia dei suoi cugini Pinto… A Nizza Monferrato c’è sua figlia Giuditta, Giuditta Cavalieri, se tu ritessi utile parlarle, per capire…

Insieme al Commissario, scopriamo una delle tante terribili storie di quel periodo:

Un giorno erano venuti e avevano portato via Sarah e i due bambini, Elia e Zaccaria; il marito, Samuele Pinto, si era unito da tempo a una formazione partigiana.

Li avevano portati via perché ebrei. Chi li aveva denunciati? Baldi Diego, uno della Littorio. Come compenso gli era stato assegnato l’appartamento che i Pinto avevano a Torino. 

Una ricerca veloce permette a Mariani di scoprire il motivo per cui è stato interpellato. Infatti nel periodo in cui lui era in rianimazione c’era stato un efferato omicidio e il cognome della vittima, da nubile, era Baldi,

Diletta Baldi in Natoli è stata uccisa, insieme al figlio Corrado di anni tre, a Cremeno. … Lunedì 17 novembre dell’anno scorso

E Mariani decide di seguire il consiglio che da sempre gli dà sua madre:

 “Mai smettere di lottare, Nino. Per la verità e la giustizia.”

A Nizza Monferrato incontra Giuditta, la figlia di Noemi che non aveva compreso perché sua madre avesse voluto trasferirsi in un ospizio di Alessandria… Alla fine però aveva capito: sua madre si era recata in quell’ospizio per stare vicino a suo nipote.

Quando mi sono trovata a faccia a faccia con uno dei fisioterapisti che lavoravano lì, l’ho riconosciuto anche se erano passati tanti anni dall’ultima volta che l’avevo incontrato. Samuele Pinto, figlio di un mio cugino.

Scopriamo così che l’unico a tornare dai campi di concentramento era stato Elia, padre del fisioterapista, Samuele come il nonno.

Mariani decide di sentire direttamente Samuele e si reca quindi ad Alessandria alla Casa di riposo “Le Querce”.

Vuole capire se quella vecchia storia dei Pinto e di Baldi è davvero collegata all’omicidio di Diletta Natoli, nata Baldi, e di suo figlio Corrado. E scopre che anche al nipote Noemi aveva parlato di Nino:

“Se hai bisogno, cerca Nino. Il figlio di Emma. Genova. Commissario. Non dimenticare.” È morta poco dopo.

L’uomo rassicura il commissario: non c’entra nulla con la morte di Diletta e di suo figlio…

Racconta poi a Mariani come, una decina di anni prima, aveva scoperto che era stato Baldi a denunciare sua nonna. Per uno di quei casi della vita, Samuele era stato assunto da Baldi per la riabilitazione dopo un intervento al cuore. E presto aveva scoperto che era stato un milite della Littorio

Descriveva rastrellamenti, retate ed esecuzioni con precisione di dettagli. E profonda soddisfazione. Toccarlo mi ripugnava, ma non aiutarlo a guarire dopo l’intervento sarebbe stato violare le regole dell’umanità, diventare come era stato lui.  Come era lui, perché era fiero di quello che aveva fatto…

Un giorno Baldi gli aveva raccontato proprio della cattura di sua nonna, che aveva una leggera zoppia:

“Me la ricordo la zoppa. L’ho vista per caso, una sera. L’ho seguita e ho scoperto dove si nascondeva. E li ho portati a prenderla. C’ero quando l’hanno tirata fuori dalla tana. Aveva un bambino in braccio e l’altro per mano. Tutta la sua boria era sparita.”

Tanti i dubbi che affollano la mente di Mariani: davvero l’assassino di Diletta e di Corrado va cercato nel passato?

Una cosa è certa, per me: le colpe dei padri non devono ricadere sui figli. Neppure le colpe delle madri.

Ogni essere umano ne ha abbastanza di proprie, non ha bisogno di ereditarne altre. Ma le ferite del passato possono guarire soltanto nella verità.

Deciso a vederci chiaro, Mariani affretta il suo rientro a lavoro e subito chiede alla Petri notizie dell’omicidio Natoli. Ma è il suo amico Torrazzi, il medico legale, a dargli preziose informazioni sul delitto:

A entrambi è stata recisa la carotide. Sono stati uccisi dove il marito li ha trovati. Ma in una posizione diversa, come se fossero stati tenuti sollevati perché il sangue fluisse via dai corpi. Ce n’era davvero tanto. Come se fosse stata un’uccisione rituale. E lei era incinta di due mesi.

Con l’aiuto del PM Nazareni, con cui la Petri ha una relazione da più di un anno, Mariani riesce a farsi affidare l’indagine. Nazareni lo informa di un “problema” relativo all’omicidio.  Agli inizi di gennaio, su “Casi Irrisolti”, un giornaletto di gossip, , è comparso un articolo.

Si insinua che il nonno della Natoli fosse coinvolto in retate di ebrei durante la Seconda Guerra. E lascia intendere che non si sia indagato a fondo sull’omicidio per non “irritare la comunità ebraica”.

Intanto Mariani informa Torrazzi del suo “interesse personale” per il caso e controlla se davvero le ferite sulle vittime sono compatibili con la macellazione ebraica. L’esperto che consulta gli toglie ogni dubbio: tutta una messinscena!

Il responsabile dell’inchiesta si era fissato con il marito di Diletta ma non aveva trovato nulla a sostegno della sua ipotesi.. e dopo oltre due mesi Mariani scopre che l’indagine è stata davvero superficiale: non erano state fatte indagini sul passato della vittima, non in via ufficiale.

Ma se ne era occupata Lorenza Petri su iniziativa personale:

Sembravano tutti convinti della colpevolezza di Natoli. Ma erano state fatte indagini sul passato della vittima? Lei ha sempre detto che la vittima deve essere il punto di partenza.

E qualcosa nel passato della donna non la convince. Perché aveva abbandonato il lavoro dopo il matrimonio?

E’ il marito della vittima, Ernesto Natoli, a darci un indizio sulle motivazioni di Diletta:

Diceva che quel lavoro era stato un errore. Diventare medico era stata una fantasia di quando era bambina, ma medico era troppo e aveva ripiegato su infermiera; ormai era contenta di smettere.

Perché neppure medici e infermieri avevano le mani pulite.

Sempre di più Mariani e Petri si convincono che il movente di quell’omicidio insensato vada ricercato nel passato di Diletta Baldi.

Che cosa aveva spinto Diletta verso quella vita da reclusa? Questa la domanda a cui Mariani deve trovare una risposta, nonostante Paciani faccia di tutto per ostacolare le sue indagini. Borioso e spocchioso come suo solito…

Fino alla fine saremo con il fiato sospeso e aspetteremo con ansia di scoprire tutti i retroscena di questa inchiesta, che ci spinge a riflettere su tanti argomenti. Come sempre, all’indagine su un omicidio, si affianca quella su noi esseri umani e sul mondo che ci circonda.

Dopo quanto accaduto in quest’ultimo anno con la pandemia, non possiamo che essere d’accordo con Mariani quando dice

Niente è immondo come speculare sulla salute. Forse soltanto farsi leggi su misura, perché è quella la prima ingiustizia, origine di tutte le altre.

Un libro che vi consiglio

VOTO : 10 / 10

Mariani e le ferite del passato : l’autrice

Maria Masella, conosciuta anche con lo pseudonimo Mary M. Riddle (Genova, 10 febbraio 1948), è una scrittrice italiana.

Laureata in Matematica, ha insegnato per molti anni al liceo scientifico, ma, dopo i primi successi editoriali, ha abbandonato l’insegnamento.

La sua carriera da scrittrice ha avuto inizio con la pubblicazione di alcuni suoi racconti di spionaggio nella collana Segretissimo Mondadori ma ha scritto racconti o romanzi fantasy, gialli e romance con ambientazione sia storica che contemporanea.

Ha partecipato varie volte al Mystfest di Cattolica, ed è stata premiata in due edizioni (1987 e 1988). Due suoi racconti sono stati finalisti al Premio Tolkien.

La Giuria del XXVIII Premio Gran Giallo Città di Cattolica (edizione 2001) ha segnalato il suo racconto La parabola dei ciechi edito successivamente nell’antologia Liguria in giallo e nero pubblicata da Fratelli Frilli Editori, casa editrice emergente che promuove gli scrittori liguri.

Con Frilli Editori, ha pubblicato una serie di gialli aventi come protagonista il commissario Antonio Mariani: il buon successo ottenuto dal personaggio ha portato alla vendita dei diritti per la realizzazione di una fiction televisiva

Mariani e le ferite del passato : il ciclo del Commissario Mariani (l’ordine di lettura è quello consigliato dall’autrice)

  1. 2008 – Primo
  2. 2002 – Morte a domicilio
  3. 2004 – Il dubbio
  4. 2005 – La segreta causa
  5. Il cartomante di via Venti (2005)
  6. 2006 – Giorni contati
  7. Il caso cuorenero (2006)
  8. Io so. L’enigma di Mariani (2007)
  9. 2009 – Ultima chiamata per Mariani
  10. 2010 – Mariani e il caso irrisolto
  11. 2011 – Recita per Mariani
  12. 2012 – Celtique
  13. 2013 – Mariani allo specchio
  14. 2014 – Mariani e le mezze verità
  15. 2015 –  Mariani e le porte chiuse
  16. 2016 – Testimone. Sette indagini per Antonio Mariani
  17. Mariani e il peso della colpa. Indagine a Coronata (2016)
  18. Mariani e la cagna (2017)
  19. Mariani e le parole taciute (2018)
  20. 2019 – Matematiche certezze (scritto con Rocco Ballacchino)
  21. 2019 – Mariani e le giuste scelte
  22. Mariani e le ferite del passato, 2020
  23. Tempesta su Mariani, 2021
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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!