RANATEJ per Sant’Antonio. Da una zuppa di recupero, un omaggio ai viandanti
Sono uno di quei sapori della memoria, che ricordo con più affetto. Al paese d’origine di Mamma lo preparavano gli Alpini in un enorme calderone, praticamente di fronte all’abitazione della Nonna. In segno di affetto, uno dei primi piatti era sempre per il Nonno, che pure Alpino non era.
Io, bambina un po’ impicciona, ero sempre in prima linea per assaggiare quella strana “pappetta” e la trovavo deliziosa!
Ho cercato per anni di riprodurre quei sapori e, forse, stavolta, ci sono riuscita!
Ovviamente ho preso qualche “scorciatoia”, ma il risultato è stato discreto!
Provata anche voi questa tradizionale zuppa.
RANATEJ. Un po’ di storia
Esistono infinite versioni di questa minestra “di recupero”, che veniva preparata in molte zone del Centro Italia. Ad esempio, ho scoperto che una versione simile a quella che nel mio Paesello viene preparata per il 17 Gennaio, a Capistrello viene servita il Primo Maggio e ha un nome simile: “Ranati”.
Ai ranati è anche dedicata una sagra.
I Ranati appartengono alla grande tradizione della cucina povera: sono un misto di cereali come mais e grano e poi ceci, fagioli, ecc.
La Sagra dei Ranati ha origine antiche e pagane, ma il suo significato ha un messaggio così universale che fu assimilata anche dalla tradizione cristiana e abbinata alla festa dell’Ascensione: il giorno in cui i Ranati venivano distribuiti a tutte le famiglie.
Ranatej. A BARETE SI MANGIANO IL PRIMO MAGGIO
Il primo maggio di ogni anno nella piazza di Barete , un piccolo comune della provincia dell’Aquila, viene servita la tradizionale minestra dei “Ranati”. In questo caso si tratta di una minestra fatta di ceci, cicerchie, lenticchie, granturco e grano, che, durante le prime ore della mattina, i ragazzi raccolgono di casa in casa recitando una filastrocca :
“tanti aghi ci puoi da, tanti sacchi ne possa rifà”.
Ranatej. Le origini
La preparazione di questo piatto è molto laboriosa. Ogni ingrediente, grano, granturco, orzo, fagioli, lenticchie, ceci e cicerchie viene messo a bagno separatamente.
I vari semi vengono poi messi insieme in una pentola di coccio con guanciale, cotiche, zamponi di maiale e fatti cuocere per lungo tempo.
Nell’antichità questo era un piatto anche costoso. Solo alcune famiglie preparavano i “Ranati” in grandi quantità per essere offerti, come voleva la tradizione, ad amici e parenti.
I “Ranati” sono un piatto cerimoniale di natura agraria. Indicano infatti il passaggio dall’inverno all’estate: con questa zuppa si mangiano i residui dell’inverno (sementi avanzati) e si propizia l’abbondanza della nuova annata agricola.
I semi indicano il germe della vita mentre i residui del maiale, animale molto importante nell’economia contadina, sono simbolo di fertilità.
RANATEJ. La ricetta per 4 persone
Non sono riuscita a trovare una versione “standard” di questo piatto, per cui mi sono affidata alla memoria e al sapore, per cui ho arricchito la minestra con del battuto di guanciale e un trito di cipolla e carota. Inoltre ho aggiunto le erbe aromatiche, che ancora ho sul mio balcone (salvia, rosmarino e timo).
⇒INGREDIENTI:
- Ceci secchi 50 g
- Grano 50 g
- Mais 100 g (non ho trovato quello secco, per cui ho usato mais precotto, aggiunto solo alla fine)
- Fagioli borlotti secchi 50 g
- Cicerchie secche 50 g
- Fagioli Cannellini secchi 50 g
- Lenticchie secche 50 g
- Cotiche di maiale
- Carota 1
- Cipolla 1
- Erbe aromatiche a piacere
- Sale q.b.
- Peperoncino essiccato q.b. (facoltativo)
- Osso di prosciutto (facoltativo)
- Guanciale 30 g
- Pecorino grattugiato q.b. (Facoltativo)
- Acqua 2 litri
⇒ PREPARAZIONE:
FASE 1: PREPARARE I LEGUMI (SERA PRIMA)
- Mettete a bagno i legumi secchi il giorno prima. Io li ho messi separati, ma potete metterli tutti insieme.
FASE 2: PREPARARE LA BASE DEI RANATEJ
- Sbucciate e tritate finemente la carota e la cipolla
- Tritate il guanciale
- Lavate ed asciugate le erbe aromatiche. Tritatele quindi finemente e tenetele da parte
- Lavate e scolate il grano
FASE 3: cuocere i ranatej
- In una capace pentola (io ho usato una pentola di coccio), mettete a rosolare il guanciale.
- Quando inizia a sfrigolare, aggiungete il trito di carota e cipolla e fate appassire leggermente
- Aggiungete quindi le cotiche e l’osso di prosciutto
- Unite i legumi che avete tenuto a bagno, dopo averli scolati e risciacquati e aggiungete acqua sufficiente. L’acqua deve superare il livello dei legumi di un dito.
- Portate a ebollizione e poi fate sobbollire per un paio d’ore. Se necessario, aggiungete altra acqua calda.
- A parte, lessate il grano in abbondante acqua salata.
- A 10 minuti dalla fine, aggiungete il mais scolato e risciacquato e il grano lessato.
- Condite infine con il trito di erbe aromatiche e spegnete
- Lasciate intiepidire (in realtà si servono freddi) e poi servite, magari con una bella spolverata di pecorino grattugiato.
PER APPROFONDIRE
Festa di Sant’Antonio Abate:
- Antonio Abate santo protettore degli animali.
- Le tradizioni di Villavallelonga, Trasacco e Collelongo
- Dalla Lombardia alla Toscana
- Centro Italia: Lazio, Marche e Umbria
- Sud Italia
- Calabria Sicilia e Sardegna
- La pupazza
- Le ricette per Sant’Antonio
RICETTE PER IL 17 GENNAIO
- RANATEJ
- FRITTELLE DI SANT’ANTONIO
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- Pastellessa. Pasta con le castagne lesse.
- FRITTELLE DI CAVOLFIORE
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