Festa di Sant’Antonio Calabria, Sicilia e Sardegna

Festa di Sant’Antonio Calabria, Sicilia e Sardegna. Scopriamo come si onora in queste tre regioni uno dei Santi più amato d’Italia.

Festa di Sant’Antonio Calabria, Sicilia e Sardegna. CALABRIA

La festa di S. Antonio abate, protettore degli animali e degli agricoltori, risale a Roggiano Gravina (Cosenza) alla fine del 1800. La statua del Santo ha hai suoi piedi un maialino, questo perché vuole la tradizione del luogo che il venerato abate fosse ” figlio di un massaio che allevava animali e in particolare maialini”.

I roggianesi tutti gli anni si recavano a Mottafollone, presso la Cappella rurale dedicata a S. Antonio Abate, per partecipare alla festa.

Roggianesi e Mottafollonesi si contendevano il privilegio di portare a spalla la statua del Santo in occasione della processione. Un anno, per questo motivo, scoppiarono dei veri e propri tumulti tra le due popolazioni. In seguito a questo episodio i Roggianesi comprarono una statua del Santo e organizzarono da soli la festa del Santo che si celebra, ancora oggi, il 17 gennaio.

Si teneva all’epoca la fiera degli animali nei pressi della Madonna della Strada. Molta gente ne approfittava per acquistare i maialini che allevavano per poi ucciderli a dicembre.

Il 17 gennaio nella ricorrenza di questa festa si tiene una fiera (non di bestiame, abolita da anni ormai) nel centro del paese e si celebra una Santa Messa solenne in onore del Santo.

Festa di Sant’Antonio nel Sud Italia. SARDEGNA

Il 16 e il 17 gennaio 2018 in tantissimi paesi della Sardegna si celebra una delle feste più antiche dell’Isola, Sant’Antonio Abate.

Una settimana prima viene raccolta la legna che verrà bruciata nel falò (Su Fogarone), benedetto dal parroco del paese.

L’appuntamento segna l’inizio del carnevale in Sardegna, la prima uscita delle maschere tradizionali che ballano, cantano e si riscaldano con un buon bicchiere di vino, mangiando dolci tipici preparati in onore del Santo, intorno ai fuochi che bruceranno tutta la notte.

La tradizione vuole che tutto il paese compia tre giri in senso orario e tre in senso antiorario intorno al fuoco per sciogliere un voto o per chiedere una grazia.

I fuochi prendono diversi nomi in base alla località e al tipo di legna scelta.

Ad esempio in alcuni paesi dell’Oristanese viene chiamato “Sas Tuvas”, perché vengono usati dei tronchi cavi, privati dei rami, dove al loro posto verranno messe delle fronde di alloro, e il fuoco verrà acceso dall’interno regalando uno spettacolo unico;

Nel Nuorese i falò sono chiamati “Sos Focos”. Il legname, donato dalle famiglie del paese, viene accatastato nella piazza della chiesa, dove prenderà fuoco.

Caratteristico dell’Ogliastra è “Sas Frascas”. Infatti, al posto dei tronchi, si usano delle frasche di macchia mediterranea, aggiungendo così allo spettacolo del fuoco anche un profumo aromatico di corbezzolo, lentischio ecc.

A Dorgali, per il falò si usa solo rosmarino (da cui il nome “Su Romasinu”), diffondendo un profumo unico e magico.

In Barbagia inizia il Carnevale con i fuochi di Sant’Antonio

Nei paesi della Barbagia, in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, il “Santo del Fuoco”, tra il 16 e il 17 gennaio, fanno la loro comparsa le maschere del Carnevale che si aggirano fra i grandi fuochi accesi nei rioni o nei sagrati delle chiese.A Mamoiada inizia la danza dei Mamuthones guidati dagli Issohadores. I primi indossano una maschera nera di legno d’ontano o pero selvatico, dall’espressione sofferente o impassibile e sulla schiena portano “sa carriga”, campanacci dal peso di circa 30 kg; i secondi con le loro maschere bianche lanciano le loro funi per catturare gli astanti.  Non mancano naturalmente le degustazioni di prodotti locali, preparati dalle sapienti mani delle donne della cittadina, come il tipico dolce papassinu biancu e nigheddu, il coccone ‘in mele (pane dolce con miele e zafferano) e le Tiliccas o caschettas , dolci sardi alle mandorle.

Ad Orani, Sos Bundos con le loro maschere di sughero visitano i fuochi e ricevono su pistiddu, il dolce tipico preparato per S. Antonio e benedetto durante la processione. Il dolce è offerto anche a tutti i presenti e inviato nelle case dei malati a tredici persone di nome di Antonio.

A Fonni, un’ora prima della SS. Messa, durante su pispiru (il vespro) si accende un unico grande fuoco. Dopo la funzione religiosa, il prete accompagna la statua di S. Antonio in processione, compiendo tre giri intorno al fuoco e benedicendo sia il falò sia il pane in sappa, tipico dolce di questa festa, preparato dal priore e offerto ai presenti dopo la cerimonia. Infine, entrano in scena le maschere tradizionali fonnesi, S’Urthu e Buttudos.

Festa di Sant’Antonio nel Sud Italia. SICILIA

Troina (En) , Sant’Antonio Abate viene festeggiato con due feste durante l’anno, la festa liturgica si svolge il 17 gennaio.

La sera della vigilia della festa, il giorno 16, si accendono i “Pagghiara“, enormi falò che vengono eretti in tutti i quartieri del paese e dove si allestiscono tavolate con molte leccornie tipiche del paese. Già da diversi giorni prima, soprattutto i più giovani, nei vari quartieri, raccolgono grossi cumuli di legna e altro materiale, che poi verrà bruciato nella giornata che precede la festa.

La seconda festa si svolge nella seconda settimana di luglio

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!