FESTE PER SANT’ANTONIO ABATE TRADIZIONI ITALIANE. Dalla Lombardia alla Toscana

FESTE PER SANT’ANTONIO ABATE TRADIZIONI ITALIANE. Dalla Lombardia alla Toscana.

Come si festeggia uno dei Santi più amati in giro per la nostra Penisola.

Ieri abbiamo parlato di chi fosse Sant’Antonio (leggi) e di come si festeggiasse nei dintorni del mio Paesello (QUI). Oggi vediamo invece altre tradizioni, per poi passare finalmente al cibo legato a questa festa.

In questa prima parte vedremo come si festeggia nel Nord della nostra Penisola, dalla Lombardia alla Toscana

FESTE PER SANT’ANTONIO ABATE TRADIZIONI ITALIANE

Il 17 gennaio si festeggia un po’ ovunque in Italia uno dei santi più amati, Sant‘Antonio Abate, protettore degli animali domestici, patrono dei macellai, dei contadini e degli allevatori.

Ovunque si accendono falò in onore del Santo egiziano e si assiste alla benedizione degli animali. Infatti, nella tradizione popolare, l’appuntamento con il falò di Sant’Antonio rappresenta il momento in cui il mondo agricolo attende il risveglio della natura ed incoraggia la luce del giorno ad avanzare dopo il Solstizio d’inverno.

Spesso, poi, questi due momenti sono accompagnati  da manifestazioni che variano a seconda delle tradizioni locali.

FESTE PER SANT’ANTONIO ABATE. Lombardia 

La Lombardia è una delle regioni in cui più si festeggia Sant’Antonio. Ad  Erba (Co) si svolge un’antichissima Fiera, che dura oltre una settimana (vedi QUI).

A Sant’Angelo Lodigiano (Lo) vengono distribuite le offelle, un dolce tipico locale). Per saperne di più clicca QUI

Vimercate (Mb), si tiene ogni anno la tradizionale sagra di Sant’Antonio,  una delle ricorrenze tradizionali più sentite dai vimercatesi. La festa affonda le sue radici nella storia contadina di Vimercate e di tutta la Brianza, dove Sant’Antonio era venerato come protettore del raccolto dei campi e degli allevamenti.

La Brianza propone in onore di Sant’Antonio Abate la festa “Sant’Antoni del Purscell”, una sorta di rito di purificazione, propiziatore di ottimismo e rinascita, con il tipico falò di Sant’Antonio Abate. L’atto di bruciare il falò viene interpretato infatti come simbolo di vittoria della luce sulle tenebre e soprattutto come simbolo di rinnovamento.

Spesso, insieme alla legna, si bruciano anche vecchi oggetti. Secondo la tradizione le braci dei falò venivano raccolte e portate nel focolare domestico o utilizzati per la “molega” per riscaldare il letto ed ottenere la benedizione del santo.

Il falò delle richieste d’amore della motta a Varese

A Varese si festeggia  accendendo un falò davanti alla chiesa omonima in piazza della Motta. Tra le fiamme vengono buttati i bigliettini su cui le donne e gli uomini presenti scrivono le proprie richieste d’amore invocando Sant’Antonio.

Si tratta di una tradizione antica, che risale ai tempi in cui gli uomini emigrati in Svizzera o in Germania tornavano a casa e le donne imploravano Sant’Antonio con queste parole: “Sant’Antonio del purscèl/ fam truva un om che sia bel/damel picul damel grand/ ma damel mia con stort i gamb” (“Sant’Antonio santo del maiale, fammi trovare un uomo da sposare, che sia grande o piccolo, ma non con le gambe storte”

BURIEL AD ASOLA (MANTOVA)

Nell’Alto Mantovano capita spesso che alcuni momenti, occasione di condivisione e di aggregazione della comunità, derivino da una tradizione radicata che intreccia elementi della devozione cristiana alle usanze secolari di uomini il cui tempo era scandito dai ritmi della natura.

Un esempio importante è rappresentato ad Asola dalla Festa di Sant’Antonio Abate, patrono degli agricoltori e degli animali domestici, che nell’Alto Mantovano viene famigliarmente chiamato “Sant’Antòne chisulér”, per i dolci tipici, i “chisoi” appunto, che in molte case ancora si preparano.

Per favorire il rinnovamento della natura, la sera del 16 gennaio si accende il gran falò (buriel, nella parlata locale) che può superare, nella sua struttura preparata in diversi giorni di lavoro da molti volontari, la decina di metri

FESTE PER SANT’ANTONIO ABATE. Friuli Venezia Giulia

In numerosi comuni del Friuli, si festeggia la tradizione del “purcità” ovvero la Sagra del Maiale. In diverse località si potrà assistere alla lavorazione delle carni di maiale così come hanno sempre fatto e fanno i “purcitârs” – Norcini per la macellazione nell’ambiente familiare.

A Tavagnacco (UD) si tiene ogni anno la tradizionale Fiera di Sant’Antonio Abate –  Festa della Verza.

Invece a Fagagna (UD), si ritrovano i norcini di tutta la regione, per Sant Antoni fieste dal purcitâr

FESTE PER SANT’ANTONIO ABATE. EMILIA ROMAGNA

La festa di Sant’Antonio Abate era una delle feste contadine più sentite nella Bassa bolognese: il 17 di gennaio, detto anche il giorno del Befanone, dal Vción, ovvero il Vecchione, segnava un momento dell’anno in cui le giornate ormai allungate lasciavano presagire l’arrivo della bella stagione di lì a breve.

S.Antonio a Trebbia (Piacenza) si prepara per la tradizionale Sagra di S. Antonio e la sua “Arca di Noè”, che avrà il momento principale con la Grande Benedizione degli animali e dei campi.

A Guastalla in Emilia Romagna, il gnocco fritto (gnocco fritto) è il re della festa.

FESTE PER SANT’ANTONIO ABATE. TOSCANA

In Toscana, soprattutto nel Carrarese, il culto di Sant’Antonio Abate è parte del bagaglio culturale degli abitanti. In questa zona, infattim il culto del Santo protettore degli animali si ricollega alla cura dei campi, ma anche all’usanza dell’epoca di trasportare a valle i blocchi di marmo, sfruttando la forza trainante dei buoi.

La leggenda narra che Sant’Antonio Abate passasse le notti tra il 16 e il 17 gennaio nelle stalle dei carraresi, ascoltando gli animali e aiutandoli qualora servisse.

Oltre ai buoi in Lunigiana un altro animale è “santo” per la popolazione: il maiale. Perché si da il caso che in questa zona si produca l’unico e inimitabile lardo di Colonnata, prodotto tipico della gastronomia carrarese e conosciuto in tutto il mondo.

Due le tradizioni che si rinnovano di anno in anno : la benedizione degli animali e l’accensione dei falò. Il fuoco, rito mistico introdotto in un secondo momento, ha lo scopo di riscaldare la terra e favorire così un veloce ritorno della primavera.

Il tradizionale falò a Filattiera, in Lunigiana

Suggestivo e incantato è quello che si accende la sera del 16 gennaio a Filattiera, in provincia di Massa Carrara, in Alta Lunigiana. Il fuoco viene acceso dagli abitanti e benedetto dal prete accanto al castello dei Malaspina, alla cosiddetta “Porta” all’ingresso del borgo di Filattiera. Una volta acceso il falò, è festa. Si balla, si canta, si mangia e si beve, all’insegna della condivisione.

PER APPROFONDIRE

Festa di Sant’Antonio Abate:

RICETTE PER IL 17 GENNAIO

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!