RAGAZZE SMARRITE di Marco Vichi (#10)

RAGAZZE SMARRITE è il DECIMO ROMANZO avente come protagonista il Commissario Bordelli, ormai prossimo alla pensione. Vediamo che cosa accade

RAGAZZE SMARRITE

Marco Vichi

Editore: Guanda

Anno edizione: 2019

Pagine: 368 p.

Genere : giallo

Preceduto da : Un caso maledetto

Seguito da : NON TUTTO È PERDUTO

RAGAZZE SMARRITE : Presentazione (dal sito dell’editore)

Firenze, marzo 1970. Al commissario Bordelli manca poco più di una settimana alla pensione, e ancora non riesce a immaginare come si sentirà. Si augura che in questi giorni non avvengano altri omicidi: non vuole rischiare di lasciarsi alle spalle un mistero non risolto, ma il destino gli ha riservato una spiacevole sorpresa, e si trova ad affrontare il suo caso forse più difficile.

Lungo il greto di un fiumiciattolo del Chianti, in località Passo dei Pecorai, proprio a pochi chilometri da casa sua, viene scoperto il cadavere di una ragazza. Nessuna denuncia di scomparsa, nessun documento d’identità, nessun testimone, nulla di nulla.

Si avvicina il due di aprile, il suo sessantesimo compleanno, dunque il suo ultimo giorno di lavoro, e il commissario comincia a temere che quel delitto, dietro il quale sembra nascondersi qualcosa di disgustoso, resti impunito.

Il tempo passa, e non emerge niente che aiuti l’indagine. Bordelli è sempre più amareggiato, non può sopportare che i colpevoli restino in libertà, e nonostante tutto giura a se stesso di trovarli…

RAGAZZE SMARRITE : l’autore 

Marco Vichi (Firenze, 20 novembre 1957) è uno scrittore italiano. Ha esordito con numerosi racconti pubblicati su diverse riviste italiane. Nel 1999, Vichi pubblica il suo primo romanzo, L’inquilino.

Nel 2002, con Il Commissario Bordelli, ha fatto la sua prima apparizione il commissario protagonista di una serie di polizieschi ambientati nella Firenze degli anni sessanta. Vichi ha anche allestito spettacoli teatrali e curato sceneggiature televisive, tenuto laboratori di scrittura in diverse città italiane e presso l’Università di Firenze. Vive sulle Colline del Chianti.

RAGAZZE SMARRITE : Le indagini del commissario Bordelli

  • Il commissario Bordelli (Ambientato nel 1963) (Guanda, 2002)
  • Una brutta faccenda (Ambientato nel 1964) (Guanda, 2003)
  • Il nuovo venuto (Ambientato nel 1965) (Guanda, 2004)
  • Perché dollari? (Ambientato nel 1957) (racconto contenuto in Perché dollari?, Guanda, 2005)
  • Morto due volte (Ambientato nel 1958) (racconto contenuto in Città in nero, Guanda, 2006)
  • Morte a Firenze (Ambientato nel 1966) (Guanda, 2009)
  • La forza del destino (Ambientato nel 1967) (Guanda, 2011)
  • Fantasmi del passato (Ambientato nel 1967) (Guanda, 2014)
  • Nel più bel sogno (Guanda, 2017)
  • L’anno dei misteri (ambientato nel 1969) (Guanda, 2019)
  • Un caso maledetto (Ambientato nel 1970) (Guanda, 2020)
  • Ragazze smarrite (Ambientato nel 1970) (Guanda, 2021)

RAGAZZE SMARRITE : breve riassunto e commento personale

E’ il 24 marzo 1970 e Bordelli è a soli nove giorni dalla pensione:

ancora non riusciva a immaginare come si sarebbe sentito. Cosa avrebbe fatto la mattina del tre aprile, invece di andare in ufficio?

Una telefonata interrompe però le sue riflessioni. E’ Rinaldi, che lo informa che un contadino “ha visto” il cadavere di una ragazza. Subito Bordelli chiama Piras e gli chiede di passare a prendere il medico legale, Patrizia Leggiadri Della Torre, che ha preso il posto di Diotivede.

Mentre aspetta l’arrivo dei suoi collaboratori, il commissario riflette sui femminicidi

L’anno prima Diletta, venticinque anni, violentata e uccisa, e adesso questa ragazza, forse ancora più giovane, forse anche lei ammazzata.

Sembrava quasi una vendetta, come se le sacrosante nuove libertà che le donne stavano cercando faticosamente di conquistare, in un modo o nell’altro dovessero essere pagate a caro prezzo…

E la vendetta continua, caro Bordelli…

La notizia del ritrovamento del cadavere ci mette poco a diffondersi e noi scopriamo che molti anni prima, nello stesso posto, era stato ritrovato il corpo senza testa di un’altra giovane. Mi colpiscono le parole del sacerdote del paese, don Gallori:

«Credo che in quanto a crudeltà, il diavolo in confronto all’uomo sia un novellino».

Nessuna denuncia di scomparsa, nemmeno ai carabinieri o nelle altre questure o commissariati della Toscana.

Forse la ragazza era abituata a stare via da casa per diversi giorni? O magari viveva da sola? O più semplicemente era una prostituta senza famiglia che veniva da un’altra regione, come la ragazza decapitata nel ’33? Per identificarla, Bordelli chiede a Enrico Mattei, il direttore de La Nazione, di pubblicare l’identikit della ragazza. Che porterà  dei risultati…

Intanto l’autopsia rivela che la giovane aveva avuto rapporti sessuali con diversi uomini ed è morta per un’overdose di morfina, “la quantità rilevata consente di ipotizzare che la ragazza poteva essere salvata”.

Il commissario ha fretta di punire “i gentiluomini che avevano gettato in un fosso il cadavere di una ragazza dopo averla usata per il proprio piacere”.

Certo sono davvero amare le considerazioni di Bordelli sulla modernità e non possiamo fare altro che condividerle :

A pochi anni dalla fine di una guerra atroce che aveva fatto milioni di morti, costellata di crudeltà inimmaginabili, di crimini di guerra che avevano calpestato il valore della vita, sembrava proprio che questa nuova epoca di pace e di libertà, spacciata per luminosa, fosse invece ammorbata dalla mediocrità, dalla corruzione,  dalla vigliaccheria, dall’ingiustizia… Nei sotterranei dell’Italia del benessere e della democrazia sentiva brulicare un disgustoso formicaio di malaffare, di volgarità, di smania di potere… enormi bugie, sudiciume, denaro sporco di sangue… omuncoli senza scrupoli, politica squallida, anime marcite…

Pensa quasi ottant’anni dopo che schifezza!!! Non abbiamo più alcun senso dell’onore o del dovere: tutto ci è dovuto e la vita umana ha ben poco valore…

Intanto, grazie alla foto comparsa sul giornale, una telefonata anonima permette di indentificare la sfortunata:

«Si chiama Carmela, ma si fa chiamare Mélodie… Lavora come modella, è di Bologna, ma i suoi genitori sono del Sud… Non so dirle altro…»

Tanto basta al commissario per riuscire finalmente a dare un nome a quella giovane. Si chiamava Carmela Tataranni ed era nata a Bologna il 18 luglio 1949.

I genitori erano arrivati nell’immediato dopoguerra da Montescaglioso, un piccolo paese in provincia di Matera. Lavoravano tutti e due a Borgo Panigale, alla fabbrica della Ducati, e vivevano in quella zona, in via Marco Emilio Lepido. De Luca, il funzionario della questura di Bologna, è davvero efficiente: non solo ha già avvertito i genitori della ragazza, ma ha anche trovato il suo appartamento e la sua macchina.

Ma che diavolo faceva Carmela per vivere? Bordelli decide di incontrare i Tataranni per conoscere meglio la giovane e provare a incastrare i suoi assassini. Preoccupato però di non riuscire a portare a termine il suo compito, chiede al questore Di Nunzio di mantenerlo in servizio fino alla conclusione del caso, “una proroga”. Che il questore concede volentieri.

Al suo ritorno da Bologna, Bordelli viene informato che una giovane donna vuole parlare con lui “di persona”.

Come chiarisce subito Orlanda Faccioni, era stata lei ad aver telefonato qualche giorno prima. Anche lei fa la modella e aveva conosciuto Carmela durante un provino. Rassicurata che quanto rivelerà resterà tra loro, Orlanda racconta come, poco alla volta, Carmela fosse riuscita a convincerla a fare da “accompagnatrice” a “ricconi di una certa età, alcuni raffinati e gentili, altri invece cafoni arricchiti. Ma tutti pagavano bene”.

Di solito gli incontri si svolgevano vicino Bologna ma l’ultima volta la serata, quella di domenica 22 marzo, si era svolta in una bellissima villa nel Chianti.

E i clienti erano “quattro ragazzi tra i venti e i venticinque anni, belli, eleganti, sfrontati, viziati e temerari, insomma dei simpatici mascalzoni, figli di persone immensamente importanti, ricchi da fare schifo, e con le mani così bucate che dove camminavano seminavano soldi”.

Impietoso il giudizio di Orlanda su se stessa:

«Due puttane… Eravamo due puttane e ci sentivamo contente.. Abbagliate dalla ricchezza, dal lusso, da tutti i soldi che potevamo guadagnare e spendere … Ci sembrava giusto approfittare della nostra bellezza per vivere meglio»

In quella villa, però, Orlanda si sente sin da subito a disagio, soprattutto a causa della pantomima messa in piedi dai clienti, vestiti con uniformi naziste. Quando Carmela scompare al piano superiore ha un brutto presentimento… Non vedendo tornare la sua amica, aveva chiesto notizie e si era sentita rispondere che era andata via.

Orlanda aveva quindi deciso di andarsene da quella casa e, per fortuna, nel cortile della villa incontra un “signore gentile”:

« Sono l’autista del padre del signorino Claudio, posso aiutarla?»

E l’uomo, Silverio, l’aveva portata in salvo… in ogni senso! Perché parlando con lui Orlanda aveva infine maturato la decisione di riprendere in mano le redini della sua vita. Silverio non ha alcun rispetto per i suoi datori di lavoro:

« posso dirle cosa penso del signorino Claudio e dei suoi amici? .. Il loro modo di vivere è uno schiaffo alla miseria.

Si sentono superiori, ma sono semplicemente dei ragazzi ricchi e annoiati. Vivono come parassiti alle spalle dei genitori, che in fin dei conti sono fatti della stessa pasta…. La sua vita è inutile, non serve a nessuno. Se scomparisse, il mondo non se ne accorgerebbe nemmeno. Mi fa una grande tristezza.»

Dopo la telefonata, Orlanda ha continuato a sentirsi una vigliacca:

Non riuscivo a guardarmi allo specchio. Raccontare quello che sapevo poteva essere utile per scoprire cos’era successo a Carmela, glielo dovevo… e così sono venuta a cercarla…» 

Proprio grazie alla giovane, Bordelli e Piras riescono a ritrovare la villa e, poco alla volta, scopriranno tutti i responsabili…

Baloccarsi con la svastica, fare il saluto a braccio teso, borbottare Heil Hitler sbattendo i tacchi, giocare con nomi come Himmler, Heydrich e Goebbels… No, non si doveva fare, non si poteva fare, era come sputare sulle ossa scarnificate di chi si era fatto ammazzare…

Il giorno dopo è il compleanno di Bordelli e il più bel regalo per il commissario è sapere di essere quasi prossimo alla conclusione del caso Tataranni:

La macchina della Giustizia era stata messa in moto, gli ingranaggi stavano girando e stavano tritando quel che doveva essere tritato. Bastava solo aspettare. Quei quattro ragazzi viziati avevano le ore contate.

Al commissario non resta che godersi la sua cena di compleanno, condita con tante belle storie. A cucinare Arcieri e Ennio Botta, che dimostrano tutta la loro bravura ai fornelli con una cena di pesce : calamari e gamberi marinati, cernia lessa e verdure affogate nella maionese, penne con tonno e pomodoro, spaghetti alle vongole, seppie in zimino, zuppa di pesce e, per finire, strudel e crostata di more!

Non vi pentirete dell’acquisto di questo libro, che conquista dalle prime pagine e regala tanti momenti di riflessione fino alla fine. Io intanto mi metto ai fornelli…

VOTO : 10 / 10

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Grazie per aver votato!

Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!