MA COS’È QUESTO NULLA di Hans Tuzzi

MA COS’È QUESTO NULLA è il più recente romanzo che Hans Tuzzi dedica alle indagini del Commissario Melis. Vi racconto perché mi è piaciuto

MA COS’È QUESTO NULLA

Hans Tuzzi

Editore: Bollati Boringhieri

Collana: Varianti

Anno edizione: 2022

In commercio dal: 3 febbraio 2022

Pagine: 192 p.

Genere: giallo, poliziesco

Preceduto da : Nella luce di un’alba più fredda

MA COS’È QUESTO NULLA: il libro

Autunno 1994: il governo presieduto da un industriale Cavaliere del Lavoro sta per cadere. Melis, disgustato da alcuni episodi che hanno segnato i vertici della Polizia, ha dato le dimissioni. Non può non stupirlo, perciò, la visita improvvisa e riservata di colui che fu il suo primo questore a Milano, e che da anni è un importante funzionario di Stato.

Accetta così di occuparsi di un vecchio caso irrisolto che, proprio perché irrisolto, potrebbe gettare ombre sul candidato in pectore a un ruolo di ministro del probabile nuovo governo. Una vecchia, brutta storia: un’adolescente uccisa nell’appartamento dove svolgeva mansioni di baby-sitter. E intorno, una setta esoterica.

Una cittadina di provincia, nel Nord Est, dove da alcuni anni miete successi un movimento politico separatista. Una storia, l’omicidio di quella povera ragazza, che nessuno, né coloro ai tempi coinvolti né le autorità locali, ha più voglia di rivangare.

E Melis – in questa ultima indagine che chiude la serie – per la prima volta in vita sua si muove senza l’autorità di un ruolo ufficiale, conscio, al contrario, che in caso di necessità nessuno gli porterebbe aiuto. Invece di aiuto avrebbe proprio bisogno, poiché sono in tanti, senza volto e senza nome, a volere il suo fallimento.

Sono in tanti a essere infastiditi, o peggio, allarmati dalla sua sorda tenacia. Perché, sì, lui non intende mollare la presa: al di là dei giochi politici quella povera morta chiede ancora giustizia.

MA COS’È QUESTO NULLA : L’autore

Hans Tuzzi, pseudonimo di Adriano Bon (Milano, 1952), è uno scrittore e saggista italiano.

Consulente editoriale e docente universitario al master in editoria cartacea e multimediale all’Università di Bologna, con lo pseudonimo Hans Tuzzi – che è un personaggio del romanzo L’uomo senza qualità di Robert Musil – ha scritto romanzi e saggi, una serie di romanzi gialli ambientati a Milano con protagonista il commissario Norberto Melis e una serie di gialli storici con protagonista Neron Vukcic.

MA COS’È QUESTO NULLA: breve riassunto e commento personale

All’inizio del romanzo ci troviamo a Roma, all’Ippodromo delle Capannelle. E’ domenica 15 maggio 1994 e, amaro e impietoso come sempre, Hans Tuzzi ci regala l’incontro tra un potente industriale e un ministro.

L’Italia fingeva di essere un paese civile.

… Oggi cerchiamo solo di arrivare a fine mese e non fingiamo nemmeno più di essere un Paese civile… Perfette le parole che incontro poco dopo, per descrivere il nostro “paese dei furbetti”:

Ci ritroviamo poi al 7 novembre 1994 a Milano. Nel 1991, Melis ha perso l’amata compagna e aveva deciso che, appena raggiunti i contributi minimi di legge, avrebbe rassegnato le dimissioni. E così è stato proprio qualche mese prima. Il suo vecchio capo, l’ex questore, ultranovantenne, ha bisogno di lui.

Deve infatti indagare su un omicidio avvenuto nel 1986.

A Brassanigo… la mattina di giovedì 6 febbraio 1986, in un appartamento al terzo e ultimo piano di un’elegante palazzina in centro viene scoperto il cadavere di Mariastella Biason, diciannove anni, originaria d’un borgo montano della provincia veneta. 

La ragazza faceva da babysitter al piccolo Claudio Dorigo. Del delitto, rimasto irrisolto, fu accusato anche un giovane economista, Filippo Artuso, “molto vicino ai partiti di opposizione”. Un ottimo candidato ministro. Ma bisogna dissolvere qualsiasi ombra ed accertarsi che davvero sia innocente. E Melis, che da mesi si sentiva inutile, accetta di occuparsene

Con il “nom de plume” Nereo Mani, Melis fingerà di voler scrivere un libro su quel delitto di otto anni prima.

Una testimone aveva visto uscire dalla palazzina un giovane, che indossava una giacca a vento molto simile a quella di Artuso. All’epoca non ancora trentenne, in quei giorni l’economista Filippo Artuso era rientrato in città da Bruxelles, dove al tempo già ricopriva un prestigioso incarico per l’Unione Europea: sua madre era morta d’infarto.

Il giovane aveva un alibi, per cui gli inquirenti si concentrarono sull’appartenenza di Mariastella ad una setta esoterica, quella degli Ortiliani, che la conosceva come Licia.

Fondatore e guida della confraternita locale era Beniamino Bratti. Anche l’uomo aveva un alibi inattaccabile. Alla stessa setta apparteneva anche il fidanzato di Mariastella, Marco Venier, Velies per la comunità esoterica, vent’anni, padre dirigente della ditta di elettrodomestici, madre dirigente della ditta di dolci. Pure lui con un valido alibi.

Di sicuro la ragazza aveva fatto entrare il suo assassino senza nutrire sospetti, segno che si fidava. Le indagini non avevano portato a nulla.

Il dieci novembre Melis è già a Brassanigo e prende alloggio alla Locanda del Doge. Dopo un “sopralluogo” alla zona in cui si trova la palazzina in cui è morta Mariastella, decide di “prendere contatto con la stampa”.

E fa la conoscenza del caporedattore del giornale locale, Lelio Malighetti. Nel 1986 era stato lui a seguire il caso di cronaca.

Naturalmente l’uomo accetta di parlare con Melis, che intanto chiede “un piccolo favore” al viceispettore Massimo D’Aiuto: deve leggere le schede dei vicequestori che si sono succeduti a Brassanigo.

Malighetti spiega a Melis alcune dinamiche “cittadine” e naturalmente racconta anche parecchi pettegolezzi. Così Melis può incontrare tutti quelli che otto anni prima erano stati sentiti dagli inquirenti… Le sue domande però iniziano a dare fastidio a qualcuno.

L’incontro con Bratti stupisce Melis, che gli riconosce un grande carisma.  A casa dell’uomo incontra una donna, Greta Stackelberg, che somiglia moltissimo a Fiorenza.

Con il “guru”, Melis ha una conversazione molto interessante, come anche quella con Vittore Sianesi, antiquario. Intanto Melis si trasferisce nel B&B gestito da una anglosassone, Miss Parrish, ed ha anche il discutibile piacere di fare la conoscenza del direttore di Malighetti, Bepi Bernardi, “un uomo di servizio. Al servizio del potere”.

Miss Parrish ci piace davvero tanto, specie quando racconta a Melis del suo grande amore, Cristina.

«Ci eravamo conosciute alla Fenice, poche settimane prima. Cristina studiava al conservatorio. Fu breve, intenso e, naturalmente, infelice… stava tornando a Roma da Cagliari: quello che le cronache chiamano disastro aereo di Sinnai. 26 gennaio 1953. Diciannove morti. Uno era lei».

Mentre Melis prosegue le sue indagini, si rende conto che un uomo dalla vistosa chioma color carota continua a seguirlo… E naturalmente ci scappa il morto…

L’arrivo di Melis a Brassanigo ha scatenato una nuova scia di omicidi. E poi, quando tutto sembra finito, proprio nel momento in cui Melis è convinto di aver fatto giustizia, una voce alle sue spalle…

Un romanzo davvero a tinte fosche, che ci lascerà stupefatti fino alla parola fine. Se avete amato i romanzi precedenti della serie, adorerete quest’ultimo. E, forse, come me, spererete che non sia quello conclusivo

VOTO : 10/10

Grazie a Miss Parrish, io ho scoperto la torta NICOLOTTA, di cui vi darò la ricetta prossimamente!

MA COS’È QUESTO NULLA: IL CICLO DEL COMMISSARIO MELIS

“Il ciclo di Melis ha l’ambizione di rappresentare l’Italia dal 1978 (rapimento Moro) sino alla crisi della Prima Repubblica, gli anni in cui si svilisce la grammatica di una civiltà”

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!