NELLA LUCE DI UN’ALBA PIU’ FREDDA

NELLA LUCE DI UN’ALBA PIU FREDDA è l’ultimo romanzo che Hans Tuzzi dedica alle indagini di Norberto Melis. E ci regala un’inchiesta che ci lascerà davvero stupefatti e spiazzati. Vi racconto perché

NELLA LUCE DI UN’ALBA PIU’ FREDDA

Hans Tuzzi

Editore : Bollati Boringhieri

Prima pubblicazione : 2021

Pagine : 208 p.

Genere : giallo, poliziesco, noir

Preceduto da : La notte, di là dai vetri

Seguito da : MA COS’È QUESTO NULLA

NELLA LUCE DI UN’ALBA PIU’ FREDDA : descrizione (dal sito dell’editore)

Nel 1990 a Milano si ebbero 103 omicidi: per la maggior parte, regolamenti di conti fra la malavita organizzata. Norberto Melis, primo dirigente della Questura della «capitale morale» (dove, di lì a breve, scoppierà lo scandalo di Mani Pulite), si interessa di più ai delitti che coinvolgono individui apparentemente normali, coloro che potrebbero essere, o dei quali potremmo essere i vicini di casa.

Compenetrarsi di queste vite per risalire dalle vittime agli assassini affidandosi alla conoscenza del cuore umano, alle sensazioni, all’intuito – pur utilizzando tutti gli indizi materiali che la moderna criminologia consenta di vagliare – è per lui l’aspetto forse più coinvolgente di un’indagine: vedere le facce, sentire le voci, conoscere i luoghi.

Per arrivare alla verità. Così, mentre la duplice inchiesta condotta dal commissario capo Michele Iurilli sulla morte di un uomo senza identità e su due anziane casalinghe uccise con identica bizzarra modalità in due quartieri lontani fra loro segna il passo, Melis non esita a indagare personalmente su un altro omicidio, tanto violento da poter essere dettato soltanto da un odio profondo.

Il tutto mentre si avvicina, livido e al tempo stesso smagliante di luci, il Natale. Ma il mistero di un delitto non è mai, per Melis, un puro problema di analisi: egli avverte potente la necessità di restituire giustizia ai morti e ai vivi, e sa che, se vi è sempre la soluzione, non sempre è dato agli uomini di trovarla.

E che talvolta, per concludere un’indagine, è necessario sacrificare agli dèi del Caso, i soli che, quando le carte sono troppo mischiate, possono rendere la scoperta dei colpevoli una Necessità

NELLA LUCE DI UN’ALBA PIU’ FREDDA : L’autore

Hans Tuzzi, pseudonimo di Adriano Bon (Milano, 1952), è uno scrittore e saggista italiano.

Consulente editoriale e docente universitario al master in editoria cartacea e multimediale all’Università di Bologna, con lo pseudonimo Hans Tuzzi – che è un personaggio del romanzo L’uomo senza qualità di Robert Musil – ha scritto romanzi e saggi, una serie di romanzi gialli ambientati a Milano con protagonista il commissario Norberto Melis e una serie di gialli storici con protagonista Neron Vukcic.

Ha collaborato all’inserto culturale del Il Sole 24 Ore e al Corriere della Sera; pubblica sulla rivista Paragone.

NELLA LUCE DI UN’ALBA PIU’ FREDDA : IL CICLO DEL COMMISSARIO MELIS 

“Il ciclo di Melis ha l’ambizione di rappresentare l’Italia dal 1978 (rapimento Moro) sino alla crisi della Prima Repubblica, gli anni in cui si svilisce la grammatica di una civiltà”

NELLA LUCE DI UN’ALBA PIU’ FREDDA : breve riassunto e commento personale

Un romanzo che dovrete leggere con molta attenzione, per non perdere nulla degli indizi che Tuzzi semina per portarci alla soluzione. Inoltre tanti i personaggi che incontriamo, che talvolta ci portano fuori strada e di cui non comprendiamo subito il ruolo. Su tutti, il primo dirigente Norberto Melis prova a fare ordine e a tenere le redini delle varie inchieste che i suoi uomini stanno provando a risolvere. 

Il tutto mentre il Natale si avvicina e Fiorenza è sempre più persa dietro la sua tristezza… 

Nel prologo assistiamo alla morte del ragionier Loris Calamatta. Il giorno dopo, 17 novembre 1990, un uomo, Venchiarutti Giacobbe, mentre porta a spasso il cane, ha trovato un cadavere. Sul posto il commissario capo Michele Iurilli. Che pensa subito non si tratti di morte naturale. Il medico legale conferma: 

«Così, a un primo sommario esame, direi che ha ingerito una sostanza tipo glicole etilico. Si trova nei normali antigelo».

E la morte è avvenuta poche ore prima. L’uomo sembra un barbone e Iurilli pensa che non è il caso di disturbare Melis “per un povero vecchio ubriaco morto di malovino”. 

Melis sta cercando di godersi un tranquillo fine settimana con Fiorenza, che sente tantissimo la mancanza del loro cane, Kim, scomparso qualche tempo prima. 

Sbollentati i gamberi, Fiorenza li scolò lasciandoli intepidire per poi unirli a cannellini, pera e ribes rosso. Aceto di melagrana? No. Olio bono e basta, ché il ribes bastava.

Notiamo subito che la donna fa degli strani errori, il che ci fa preoccupare… Ma Melis sembra non rendersene conto e pensa a qualcuno dei dotti scherzi della compagna. Il lunedì mattina Melis trova Iurilli disperato. Infatti non è ancora riuscito a dare un nome al cadavere

Intanto anche i due Dioscuri, Simone Giovannini e Tommaso Ferrini, rispondono ad una chiamata per un’altra morte di un’anziana. Si tratta di Rosa Pitanga, 73 anni, trovata da una vicina. 

Secondo il medico che l’ha soccorsa, qualcuno ha prima stordito la donna e poi le ha praticato due iniezioni letali. 

Finalmente, grazie alle impronte digitali, Iurilli riesce ad identificare il cadavere e scopre che si tratta di Loris Calamatta. Aveva piccoli precedenti per truffa, ma anche un falso in bilancio, dieci anni prima.

E le indagini riveleranno che qualche tempo prima, Calamatta si era recato nel suo solito bar con due brutti tipi.

«Mai visti nel quartiere. Facce uguali, vestiti uguali… Certe facce… ci giuro, l’unico onesto e sincero, a quel tavolo, era il vino».

Quando poi a casa della Pitanga e del ragioniere vengono trovate grosse somme di denaro, inizia a essere chiaro che tra i due omicidi deve esistere un legame… 

Siccome non c’è due senza tre, anche un’altra donna viene ritrovata morta in casa. Annunziata Sarnataro è morta come la Pitanga. Stordita con una botta in testa e poi uccisa con due iniezioni

«mi sembra che siano coincidenze troppo curiose per essere, appunto, soltanto coincidenze».

Mentre i nostri continuano a cercare il legame tra i tre delitti, due fratelli, Buono e Corso, discutono delle morti degli anziani. Che cosa ne sanno? E qual è il loro ruolo in tutti quegli omicidi?

Intanto il numero di morti di Milano continua a salire e da cento si passa direttamente a centodue, quando un avvocato e una giovane donna vengono brutalmente uccisi. 

L’avvocato si chiama Ario Galeotti mentre la donna che era con lui, Orsola Pennella, era una prostituta. Del caso si occuperà direttamente Melis. Intanto fa il punto sugli altri casi con il PM incaricato: 

« Calamatta aveva avuto l’idea della truffa, le due vecchiette erano le teste di legno e chi li ha ammazzati ci aveva messo la struttura organizzativa. Un truffato non avrebbe mai potuto risalire a ogni anello della catena».

Un messaggio in klingon viene recapitato in commissariato. L’esperto, amico di Ferrini, traduce:

Questo è un giorno buono per morire. E uomini senza onore devono morire. Sono il nostro bersaglio, sino alla distruzione. Uomini senza onore degradano il mondo. Uomini senza onore devono morire

A chi si riferisce la lettera: a Casamatta o a Galeotti???

Per risolvere il caso Galeotti (che nome per un avvocato!), Melis scava tra le cause seguite dall’uomo. Una sola delle quali è interessante: 

«Galeotti aveva fatto causa allo Stato italiano per l’eredità del ministro Nicola Morabito».

E ci colpisce quello che il nuovo direttore marketing della sua casa editrice dice a Fiorenza:

«Vede, il suo errore non è credere che gli italiani leggano, lei pretende che pensino».

Intanto Ferrini scopre che il messaggio in klingon si riferiva all’omicidio Calamatta e che è opera di un mitomane, Antonio Nelli, detto Tony, 27 anni.

E Melis è per la linea dura

«In Italia si confonde bontà e indulgenza, Michele. Troppa indulgenza dà frutti avvelenati. Vedrai che bel paese saremo di qui a vent’anni: arroganti, ignoranti, maleducati e razzisti…». 

Mentre le indagini procedono, la malavita non si ferma e i morti continuano a salire… “Omicidi banali”, secondo Melis, legati agli ambienti criminali… 

Poco alla volta, insieme ai suoi uomini, Melis riuscirà a ricostruire i fatti e arriverà a inchiodare i colpevoli alle loro responsabilità. Un bel regalo di Natale per Melis e i suoi!  

E così, era finita. I morti avevano trovato una voce…. Una voce che aveva scoperchiato la porta dell’Inferno.

Un romanzo che vi consiglio di leggere, che ci aiuterà a ricordare di che cosa è figlia l’attuale Italia e, forse, a comprendere come salvarla davvero. 

VOTO : 8 / 10

 

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!