Hans Tuzzi
Editore: Bollati Boringhieri
Anno edizione: 2010
Pagine: 165 p
L’ ora incerta fra il cane e il lupo – Descrizione
Marzo 1985: nei campi ancora innevati alla periferia sud di Milano, sotto l’antico campanile dell’abbazia di Chiaravalle, viene trovato il cadavere sfigurato di una giovane donna. Inizia così la nuova inchiesta del commissario Melis, un’inchiesta che porterĂ passo dopo passo lui e i suoi uomini nel mondo del giornalismo e della piĂą o meno alta finanza. E dei suoi legami piĂą o meno occulti. Ma se, una volta appurata l’identitĂ della vittima, le domande fondamentali sono quelle classiche – chi e perchĂ© – altri, piĂą sottili e inquietanti interrogativi tormentano Melis, sullo sfondo di una Milano che reca ancora ben visibili le tracce della grande nevicata che in gennaio bloccò per giorni le attivitĂ cittadine. E questi dubbi chiamano in causa gli affetti, le ambizioni e il potere di una societĂ che sembra irrimediabilmente votata al degrado: per scoprire, alla fine, che soltanto nei semi delle carte i cuori sono piĂą forti dei denari.
L’ ora incerta fra il cane e il lupo –Â APPROFONDIMENTI:
Vi consiglio il sito dell’abbazia di Chiaravalle, una delle piĂą belle d’Italia. Vedi QUI.
Fu fondata da San Bernardo in persona nel XII secolo ed ha avuto un ruolo importante nella Storia dell’area. Tra l’altro, è uno dei primi esempi di arte gotica in Italia.
L’ ora incerta fra il cane e il lupo –Â breve riassunto:
Michele Iurilli è stato promosso ispettore ed è chiamato ad indagare sull’omicidio della Marchesa Elisabetta Crìmoli, «pubblicista, iscritta all’Ordine dei GIornalisti della Lombardia dal 1982» (p 7). I fatti si svolgono nel Marzo 1985.
A capo delle indagini della giovane nobile è chiamato Melis. La donna non aveva piĂą parenti in vita e la notizia della sua morte deve essere data ad un anziano notaio, Casamassima, che avverte il vicequestore che Elisabetta era stata fidanzata a lungo con un certo ingegnere Roberto Ballo, che lui chiama «Minchio Ballo» e considera «un arricchito arrogante…Quello pensa che “Canne al Vento” sia una storia di droga e “Per chi suona la campana” gli fa venire in mente solo la mozzarella di bufala»  (p. 17-18).
Solo a fine romanzo capiremo perché la Bella Elisabetta frequentasse la Bestia Ballo.
Persino l’editore della giovane, Davide Bianchi, ha parole di stima per lei: «una giornalista militante…credeva davvero di poter incidere sulla società » (p. 28)
A p. 78, conosciamo l’anziana erede di Elisabetta, una parente acquisita. Era la compagna della zia paterna della Marchesa. Dalla donna apprendiamo che le relazioni tra lesbiche, in passato, erano indicate con il termine di «matrimonio bostoniano». Il termine  è stato associato al romanzo I bostoniani di Henry James, che include una relazione di convivenza prolungata di due donne nubili.
IL MATRIMONIO? «Public Promises of one’s intention to fulfill a private obligation»
ovvero: “pubbliche promesse di mantenere fede ad un impegno privato”. Così lo definì la poetessa americana Marianne Moore (Kirkwood,Missouri 15 novembre 1887 – New York City, 5 febbraio 1972). Mi piace.
Intanto le indagini procedono lente, tra i controlli di un mafioso siciliano riconosciuto da D’Aiuto per caso e il funerale della povera Elisabetta. Melis litiga con le nuove tecnologie, perchè i computer “lo irritano. Rendono irreale la realtĂ ” (p.1007). E proprio dal computer di Elisabetta emerge l’indizio giusto. La giovane stava lavorando ad una nuova inchiesta giornalistica: “La Piovra allunga i tentacoli. Inchiesta sulla Mafia a Milano” (p.117). E ci resta il dubbio: “ha scoperto qualcosa per caso mentre stava con Ballo oppure si è messa con Ballo apposta per avere prove?”
E rapidamente si arriva a riannodare tutti i fili…
L’ ora incerta fra il cane e il lupo –Â il mio parere:
Un romanzo alla Tuzzi. Con la vicenda che procede lenta per due terzi del romanzo, facendo decantare le indagini e le indizi. E poi prende rapida la via della conclusione.
Come sempre, tanta parte della narrazione è occupata dalle vicende private di Melis e dei suoi uomini. Oltre che dalle dotte riflessioni dell’autore.
Non mancano mai le citazioni dotte e i riferimenti ai fatti italiani di quegli anni, che ci permettono di calarci in una realtĂ storica molto diversa dalla nostra.
I personaggi sono sempre molto credibili e anche l’indagine ha una sua dimensione, che però a tratti diventa secondaria rispetto al resto.
Ma il romanzo mi piace e ve lo consiglio.
VOTO: 8/10
Chiudiamo con una citazione (p.96) :
Chi non punisce il male, invita a farlo
A dirlo è stato Leonardo Da Vinci…Riflettiamo gente, riflettiamo