LA MORTE SEGUE I MAGI. RICETTE E APPROFONDIMENTI

Come promesso, in questo lungo articolo vi presenterò gli spunti di approfondimento ispirati dalla lettura del romanzo di Tuzzi “LA MORTE SEGUE I MAGI”

LA MORTE SEGUE I MAGI. IL TITOLO DEL ROMANZO

Nel libro si fa spesso riferimento ad una meravigliosa poesia di Thomas Sterns Eliot,IL VIAGGIO DEI MAGI”, che dà il nome al libro.

Nascita e morte sono le due parole che sintetizzano la condizione umana in maniera eloquente e drammatica. In questa poesia, che parla del viaggio intrapreso dai Magi verso Betlemme per conoscere il figlio di Dio, il poeta cerca di squarciare questo mistero intraprendendo un viaggio attraverso il percorso della penitenza.

Una composizione abbastanza difficile, divisa nei tre momenti fondamentali che portano al sacramento del pentimento : contrizione, confessione e soddisfazione.

Per capire la poesia si deve comprendere l’impatto che Cristo ebbe sul mondo. Quando egli nacque il mondo non era stabile. Gli uomini non lo riconobbero perché essi erano distratti dalle tante false divinità adorate. Il poeta inizia la poesia con una ampia descrizione della vita del tempo vissuta attraverso le parole del Magio che racconta del loro viaggio verso Betlemme per essere testimoni diretti della fine di un’era e dell’inizio di un’altra.

LA MORTE SEGUE I MAGI. CHI ERANO I MAGI?

Uno degli studiosi contattato dal nostro Commissario tramite Fiorenza, racconta al trio Melis- Fiorenza. Lambiase (il personaggio più simpatico di tutti: napoletano con nonna abruzzese, è l’omologo del Catarella di Montalbano), la storia dei Re Magi. Monsignor Galbiati, spiega (p 162) che, nel Vangelo di Matteo (2,1-12) :

« si scrive per la prima volta di come, essendo nato Gesù in Giudea…vennero Magi dall’Oriente in cerca del Re dei Giudei».

Il dotto monsignore racconta che la parola greca con cui sono indicati questi personaggi è Magusàioi, cioè:

« coloro che negli astri sapevano leggere le cose a venire».

Matteo però non dice quanti fossero. E’ invece un Vangelo Apocrifo

«a fissarne il numero in tre, uno dei grandi numeri magici nella storia del pensiero umano».

LA MORTE SEGUE I MAGI. IL VIAGGIO DEI TRE RE

Come ci viene raccontato sin da piccoli, i tre Re erano Melchiorre re dei Persiani, Gaspare re degli Etiopi, Baldassarre re degli Arabi:

«Mosse da Ur di Caldea Melchiorre…Baldassarre invece mosse dalle solitudini dell’Arabia, la terra delle spezie e dei balsami […] Dagli altipiani di Etiopia Gaspare scese alle paludi senza confini e senza tempo che il padre Nilo forma in Nubia […..] Nelle Gole che condicono a Gerusalemme i tre re si incontrarono».

Monsignor Galbiati ci spiega anche il significato dei doni portati dai Re (p 164):

  • l’oro portato da Melchiorre onora la regalità del Figlio di Dio;
  • L’incenso di Gaspare celebra la spiritualità di Gesù
  • la mirra offerta da Baldassarre riverbera l’umanità di Gesù

Simpatico Galbiati, un “comunista” sui generis. E ci piace quanto afferma:

«il sangue versato da Erode nella Piana di Efrata non ha mai cessato di scorrere. Scorre ancora oggi: mentre parlo migliaia di bimbi muoiono di fame e malattie nel Sud del Mondo. Fame e malattie che cesserebbero se il Primo Mondo stornasse anche solo l’1% dalle proprie spese belliche, convertendolo in investimenti agricoli e sanitari. Che cos’è Erode al confronto?».


IL CULTO DEI SANTI INNOCENTI….

Chi di voi sapeva che gli Innocenti uccisi da Erode sono ricordati dalla Chiesa il 28 dicembre, con il Culto dei Santi Innocenti? Io no. Il culto dei Santi Innocenti, che « confessarono Cristo non con la parola, ma con la loro morte », ci ricorda che il martirio, prima di essere un omaggio dell’uomo al suo Dio, è una grazia, un dono gratuito del Signore.

Ma la festa degli Innocenti dovrebbe essere celebrata dopo l’Epifania, perché fu provocata proprio dai Magi, venuti dall’Oriente per adorare il Bambino nato nella stalla di Betlemme.

La Chiesa onora come martiri questo coro di fanciulli (“infantes” o “innocentes”), vittime ignare del sospettoso e sanguinario re Erode, strappati dalle braccia materne in tenerissima età per scrivere col loro sangue la prima pagina dell’albo d’oro dei martiri cristiani e meritare la gloria eterna secondo la promessa di Gesù: «… chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà ». (Mt 10,39)


… E IL MITO DELLA BEFANA

Galbiati è un fiume in piena. Ci spiega pure perché crediamo nella BEFANA (p 166):

«Si vuole che la vecchina, intenta a far legna, abbia declinato l’invito dei Magi a seguirli. Poi, pentita, svuotò la gerla delle fascine che conteneva e la riempì di  poveri doni, dolcetti, balocchi intaglaiti nel legno, frutta e si avviò là dove aveva visto sparire il corteo. Ma era calata la notte, la dodicesima notte…e nel buio ella smarrì la via e, da allora,ogni dodicesima notte dalla natività, torna sulla Terra per portare i suoi semplici doni a tutti i bambini, sperando che, tra loro, ci sia anche quel bimbo che non riuscì a raggiungere in quella notte lontana».

Un’ultima curiosità sulla Befana: a Venezia si chiama MARANTEGA. COME MAI ? Ma lo sa Monsignor Galbiati! «Da Madre Antica, figliolo», spiega il dotto sacerdote al buon Lambiase.


IL TRONO LUDOVISI…

A pag 179, si parla di questo trono, che io avevo visto a Palazzo Altemps a Roma. Si tratta di un pezzo controverso. Fatto risalire dagli archeologi al periodo dei Severi, ha un omologo nel TRONO DI BOSTON. Ma molte polemiche sono state sollevate sulla sua autenticità…Secondo diversi esperti, entrambi i troni sarebbero un falso realizzato nel 1800, proprio all’epoca del suo ritrovamento…

Sull’argomento, mi è piaciuto molto l’approfondimento che ho trovato QUI

E questo spiega perché sia citato nel libro, insieme ad altri illustri falsi.

…E GLI SCAVI DI RODI

Ricordiamo innanzitutto che l’Isola delle Rose (secondo una teoria il nome deriverebbe da rodon, che significa rosa in greco antico), fu italiana dal 1912 al 1947, quando dovette essere ceduta alla Grecia.

E non è raro incontrare anziani che ancora rimpiangono i cari vecchi Italiani. Di Rodi ho bellissimi ricordi, per cui ho colto l’occasione per parlarvi dell’isola più grande del Dodecanneso e degli scavi archeologici condotti dal grande archeologo Amedeo Maiuri sull’isola.

Noi italiani abbiamo il brutto difetto di parlare sempre male di noi stessi…beh, Maiuri è stato un grande, ma tutti parlano di Howard Carter, di Schliemann, di Arthur Evans…ma IL NOSTRO merita di essere ricordato con loro.


QUALCHE CITAZIONE…

A pag 197, Melis si lamenta dell’eccessiva attenzione all’igiene di certi burocrati: “Viviamo in un’epoca di igiene eccessiva e la troppa igiene uccide. Uccide l’intelligenza”. Parole sante.

“Non si dovrebbero avere infanzie protette, lo si dovrebbe proibire per legge: rovinano la vita” dice uno dei personaggi incontrati da Melis nel corso dell’indagine (P 232). E il buon vice questore non può che essere d’accordo: con infanzie protette “non si sviluppano anticorpi” (e ritorniamo all’eccessiva igiene della nostra epoca)

Una massima che potrebbe essere di Coco Chanel (p 250): “Lo stile è come il coraggio. Se uno non ce l’ha, non se lo può dare”. Lo stile è scritto nel DNA, come il coraggio. Non si ottiene con abiti costosi o atteggiamenti snobistici.

…E un’amara verità :

” I ricchi, i potenti, sono convinti che Dio stia dalla loro parte, sempre e comunque. E, almeno per quanto riguarda i suoi rappresentanti in terra, è proprio così”.

Purtroppo spesso è proprio la verità… per fortuna tanti sacerdoti non temono di schierarsi contro per amore del prossimo. E pagano anche con la loro vita.

ANTICA SAGGEZZA  CINESE:

«Vuoi essere felice una sera? Ubriacati. Una settimana? Sposati. Tutta la vita? Coltiva un giardino».

Infatti «un giardino è come la poesia: ci aiuta a trovare il distacco dalla “terrestre aiuola che ci fa feroci”». Poteva mancare Dante? L’aiuola che ci fa tanto feroci è il verso 151 del XXII canto del Paradiso. L’aiuola cui fa riferimento Dante è la Terra, perché scatena fatalmente gli istinti violenti degli uomini.

Un’ultima CURIOSITÀ

A pag 269 ho letto che «l’Oktoberfest l’ha inventata nell’Ottocento un italiano».

Non ho creduto a Tuzzi. Ho controllato e, porca miseriaccia, ha proprio ragione. Il primo Oktoberfest prese vita durante l’ultima delle feste organizzate a Monaco di Baviera in occasione del matrimonio tra il principe ereditario Ludwig I e la principessa Therese di Sassonia il 12 ottobre 1810. Si trattava della corsa dei cavalli del 17 ottobre, ideata da Andrea Michele Dall’Armi. Nel corso della gara, agli spettatori furono offerti cibo e birra. La corsa fu pi replicata ogni anno, diventando sempre più popolare.

DULCIS IN FUNDO…QUALCHE PIATTO GUSTATO DA MELIS

Come ormai avrete capito dalle precedenti recensioni (vedi QUI), il commissario Melis è un buongustaio, al pari di Montalbano e molti altri investigatori (primo tra tutti Nero Wolfe, cui tra l’altro Tuzzi regala un bellissimo omaggio ne IL TRIO DELL’ARCIDUCA). Stavolta non lo accompagniamo troppo spesso al ristorante. Ma comunque, grazie a questo romanzo, vi proporrò presto i piatti seguenti:

  • Risotto al radicchio, uno dei primi piatti che ho cucinato in vita mia…con il radicchio coltivato da Papà…
  • Coniglio in umido…Solo il Maritozzo poteva convincermi a cucinare i miei amati coniglietti…una volta all’anno
  • Frittata alle sette erbe (sette, numero sacro e ctonio): ah, che incubo la frittata! Per riuscire a farla buona ho provato MIGLIAIA DI VOLTE!
  • Ganascino di vitello con salsa al Madera (p 238). Ganascino che cos’è? domanda lecita. Facile la risposta. Guanciale di vitello. Quando l’ho assaggiato la prima volta non avevo quasi capito che fosse carne. La morte sua, direbbero i romani, con la polenta grigliata. Un taglio povero, che non ho mai trovato dal macellaio. Ma proverò a procurarmelo! Intanto potreste leggere questo interessante articolo sulla guancia di vitello : clicca QUI

 

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!