Se son rose moriranno
Cristina Rava
Editore: Frilli
Anno edizione: 2012
Pagine : 266 p.
Genere: giallo, poliziesco
Preceduto da: Come i tulipani gialli
Seguito da : Un mare di silenzio (#1 Ardelia Spinola)
Se son rose moriranno. L’autrice
LE INDAGINI DEL COMMISSARIO REBAUDENGO
- Commissario Rebaudengo. Un’indagine al nero di seppia (2007)
- Tre trifole per Rebaudengo. Un’indagine ad Alassio (2007)
- Cappon magro per il commissario (2008)
- Come i tulipani gialli (2009)
- Se son rose moriranno (2010)
LA SERIE DI ARDELIA SPINOLA
- Un mare di silenzio (2012)
- Dopo il nero della notte. Un’indagine di Ardelia Spinola (2014)
- Quando finiscono le ombre
- L’ultima sonata (2017)
Se son rose moriranno. Descrizione
Un malato muore nell’afa opprimente di un’estate di qualche anno fa.
Un dolore improvviso e ingiusto dissesta la vita di Ardelia Spinola. In una triste sera autunnale, il dottor Steiner si fracassa una caviglia cadendo dalle scale di casa.
Nel frattempo Bartolomeo Rebaudengo si rigira tra le mani un pacco di cocaina senza mittente e senza destinatario,abbandonato come un rifiuto in una “fascia” di ulivi sopra la splendida baia di Alassio.
Questi sono gli ingredienti di una nuova storia che vedrà i talenti dei protagonisti, sempre sospesi tra dramma e risata, uniti nella ricerca della soluzione di un caso complicato.
Tempi e dosaggi sembrano la chiave per comprendere la natura dei decessi di anziani, trovati morti nelle loro abitazioni.
Si tratta di una serie di “equivocal death” come dicono gli esperti dell’FBI, oppure dietro c’è un disegno perverso? La logica di Rebaudengo e l’intuito di Ardelia accompagneranno il lettore verso la verità.
Se son rose moriranno. Breve riassunto e commento personale
No, non ci siamo. A tratti deludente, questo romanzo di Cristina Rava. Sebbene mi sia piaciuta l’alternanza tra le voci narranti, che permette di conoscere i punti di vista di Ardelia e di Bartolomeo, tuttavia il romanzo mi ha lasciato con l’amaro in bocca.
Una trama resta un po’ “in sospeso”, come se fosse una parte che avrebbe dovuto essere eliminata dal romanzo.
Ancora continuo a chiedermi a che cosa servisse la storia della droga ritrovata…forse per un successivo romanzo? Boh…
Per fortuna c’è l’intrigante storia delle “equivocal death” ad appassionarci, oltre all’incertezza di Ardelia: “mi vendico o non mi vendico?”
Sicuramente inattesa la decisione di Rebaudengo di compiere “il grande salto”.
Ho pianto pure come una fontanella in diverse parti del libro, ma ciò non toglie che il romanzo mi è parso sconclusionato.