SAN GIUSEPPE FESTA DEL PAPA’

SAN GIUSEPPE FESTA DEL PAPA’

Un giorno dedicato ai nostri cari padri

Come ogni anno, il 19 marzo si festeggia San Giuseppe e, contemporaneamente, la festa del papà.

Scopriamo quando è nata questa doppia tradizione e le usanze ad essa legate

SAN GIUSEPPE FESTA DEL PAPA’. Le origini della tradizione

La stragrande maggioranza dei Paesi del mondo festeggia la Festa del Papà a Giugno, nei Paesi del Nord Europa viene celebrata a Novembre.

Alcuni Paesi, infine, tra cui l’Italia, associano invece la Festa del Papà al papà per antonomasia, San Giuseppe, e festeggiano il 19 marzo. Oltre a noi italiani,  anche Bolivia, Portogallo, Spagna, Tunisia, Albania, Honduras, Liechtenstein, Canton Ticino  e Andorra celebrano la festa in questa data.

L’usanza di festeggiare i papà insieme a San Giuseppe è comunque abbastanza recente. Pare che l’usanza provenga dagli Stati Uniti e fu celebrata la prima volta agli inizi del XX secolo, ma in giugno.

La creazione di questa festa si deve a Sonora Smart Dodd, uan donna di Spokane nello stato di Washington. Come le venne l’idea? Tutto accadde nel 1909 quando sentì un sermone in occasione della festività che celebrava tutte le mamme.

Così decise di proporre la festa del papà che fu celebrata per la prima volta il 19 giugno 1910. Si scelse il mese della nascita del padre della donna che aveva cresciuto da solo sei figli dopo la morte di parto di sua moglie.

Quando giunse in Italia, si decise che sarebbe stato più adatta festeggiarla il giorno della Festa di San Giuseppe.

Infatti la Chiesa cattolica onora il padre putativo di Gesù come patrono, “posto dal Signore a custodia della sua famiglia”.

Fino al 1977, il giorno in cui la Chiesa celebra San Giuseppe era considerato in Italia festivo anche agli effetti civili, ma ciò venne eliminato con la legge n. 54 del 5 marzo 1977.

San Giuseppe, in quanto archetipo del padre, nella tradizione popolare protegge anche gli orfani, le giovani nubili e i più sfortunati.

In accordo con ciò, in alcune zone della Sicilia, il 19 marzo è tradizione invitare i poveri a pranzo (le famose Tavole di San Giuseppe).

Poiché la celebrazione di san Giuseppe coincide con la fine dell’inverno, si è sovrapposta ai riti di purificazione risalenti al paganesimo. In quest’occasione, si bruciano i residui del raccolto sui campi, ed enormi cataste di legna vengono accese ai margini delle piazze.

Quando il fuoco sta per spegnersi, alcuni lo scavalcano con grandi salti, e le vecchiette, mentre filano, intonano inni per San Giuseppe.

Questi riti sono accompagnati dalla preparazione delle zeppole di San Giuseppe, le famose frittelle, che pur variando nella ricetta da regione a regione, sono il piatto tipico di questa festa.

SAN GIUSEPPE FESTA DEL PAPA’. I DOLCI

Come dicevamo, le zeppole sono sicuramente i dolci simbolo del giorno di San Giuseppe: hanno origini molto antiche, si pensa addirittura che risalgano all’epoca romana, e vengono preparate in tutta la penisola con piccole modifiche in base alla zona di produzione.

La ricetta tradizionale prevede una semplice pasta fritta accompagnata da una delicata crema pasticcera.

In Sicilia, per questo giorno di festa si preparano due specialità: gli sfinci e le zeppole di riso. Gli sfinci vengono consumati soprattutto nel palermitano, sono fritti nello strutto (o in altre materie grasse) e vengono serviti con una deliziosa crema alla ricotta di pecora.

 Le zeppole di riso, invece, sono diffuse in diverse zone dell’isola. Sono dei dolci molto saporiti e speziati: miele e cannella danno loro un sapore unico.

In Emilia Romagna sono le raviole dolci le protagoniste della festa del Papà. Vengono preparate con una pasta molto simile alla frolla (un po’ più morbida ed elastica) e sono ripiene di mostarda bolognese oppure di marmellata (di prugne o di mele cotogne)

In Lombardia troviamo i Tortelli di San Giuseppe,  dolci fritti che si iniziano a preparare durante il periodo di Carnevale ed appaiono sulle tavole lombarde fino al giorno della festa del papà.

In Toscana si cucinano le frittelle di San Giuseppe, classiche frittelle di riso soffici dentro e croccanti fuori. Dalla Toscana l’usanza si è diffusa anche alle altre regioni dell’Italia centrale. Le frittelle di riso sono simili alle zeppole di riso siciliane ma meno speziate. Al posto del miele e della cannella, l’ingrediente che fa la differenza in questa ricetta è il vin santo.

L’origine delle frittelle di san Giuseppe

Come accennavamo, le zeppole sono un dolce antichissimo. Secondo molti, la ricetta risalirebbe ai Liberalia, le feste in onore di Libero, il dio della fecondità e dei raccolti.

Il 17 marzo i ragazzi romani prendevano la toga virile mentre delle vecchie coronate d’edera, dette sacerdotes Liberi, preparavano sui fornelli portatili e vendevano per strada focacce di farina e miele chiamate libae o frictilia. I romani le compravano offrendone subito un boccone alla divinità; il resto veniva consumato fra danze e canti…

SAN GIUSEPPE FESTA DEL PAPA’. IL PANE DI SAN GIUSEPPE

In alcuni paesi dell’entroterra siciliano, per l’occasione, si preparano dei pani che vengono poi lavorati in mille forme diverse, i Pani di San Giuseppe. La ricetta la trovate QUI

SAN GIUSEPPE FESTA DEL PAPA’. Le Tavole di San Giuseppe

In Sicilia, nel Salento, in alcuni paesi dell’Abruzzo e del Molise, sono diffuse le  “Tavole di San Giuseppe”: la sera del 18 marzo le famiglie che intendono assolvere un voto o esprimere una particolare devozione al santo allestiscono in casa un tavolo su cui troneggia un’immagine del santo e sul quale vengono poste paste, verdure, pesci freschi, uova, dolci, frutta, vino.

Sono poi invitati a mensa mendicanti, familiari e amici, e tre bambini poveri rappresentanti la Santa Famiglia. Si riceve il cibo con devozione e spesso recitando preghiere, mentre tredici bambine con in testa una coroncina di fiori, dette “tredici verginelle”, cantano e recitano poesie in onore di san Giuseppe.

L’usanza è particolarmente diffusa nel Salento, dove la tradizione prevede che vengano preparate 13 pietanze per ciascun invitato al banchetto (13 erano i partecipanti all’Ultima Cena), per un totale di 169 piatti, tra cui gli immancabili massa e ciciri (pasta e ceci), la verdura lessa, la pasta col miele, il pesce fritto e le cosìddette favenette (crema di fave) con pane fritto, e i tortini, ovvero pani a forma di ciambella, il cui peso oscilla tra i 3 e i 5 chili.

Oggi naturalmente le cose sono un po’ cambiate: dove la tradizione sopravvive, a partecipare al banchetto sono in genere amici e familiari, e il pasto contempla spesso un menù di lampascioni,   pesce frittozeppole frutta.

SAN GIUSEPPE E LA FESTA DEL PAPA’. NON SOLO DOLCI

La festa di San Giuseppe cade sempre in periodo di Quaresima e numerosi sono i piatti che, secondo la tradizione, si preparano per questa celebrazione.

A Genova, ad esempio, di cui San Giuseppe è patrono, si preparano frittelle di pasta lievitata, i frisceu (cuculli), che possono essere sia dolci che salati. Infatti in antico proverbio genovese recita

A San Giòxeppe, se ti peu, impi a poela de friscieu

La classica PASTA E CECI si prepara in tutto il Centro – Sud Italia, che in Calabria diventa Lagana e ceci.

Sempre nel Sud Italia, è tradizione preparare il Macco di San Giuseppe, una minestra composta da fave sgusciate e seccate, a cui si aggiungono ceci, fagioli, finocchi,  erbe di stagione, selvatiche o no.

A Reggio Emilia è tradizione consumare la torta d’erbe: spinaci, bietole, uova, formaggio, lardo, spezie ricoperte di sfoglia di farina bianca, messe a cuocere nella teglia. Torta, questa, conosciuta anche come erbazzone, ma nel dialetto del luogo lo chiamano “scarpazzoun”, scarpazzone. Chi va alla sagra di Scandiano può assaggiare anche i “rissoun” con la pancetta, una sapida insalata di radicchio di campo condita con abbondante soffritto di pancetta, spento con l’aceto.

Immancabili, sempre al Centro – Sud, le frittelle di baccalà e i carciofi ripieni, due costanti anche a casa nostra.

Dimenticavo! In Puglia si preparano le LASAGNE DI SAN GIUSEPPE, delle lasagne di magro con acciughe e mandorle.

SAN GIUSEPPE FESTA DEL PAPA’. Il culto di San Giuseppe

Il culto di san Giuseppe, padre putativo di Gesù e simbolo di umiltà e dedizione, nella Chiesa d’Oriente era praticato già attorno al IV secolo: intorno al VII secolo la chiesa ortodossa copta ricordava la sua morte il 20 luglio.

In Occidente il culto ha avuto una marcata risonanza solo attorno all’anno Mille. I primi a celebrarla furono i monaci benedettini nel 1030, seguiti dai Servi di Maria nel 1324 e dai Francescani nel 1399.

Venne infine promossa dagli interventi dei papi Sisto IV e Pio V e resa obbligatoria nel 1621 da Gregorio XV.

Come abbiamo già accennato, fino al 1977, il giorno in cui la Chiesa cattolica celebra san Giuseppe era considerato in Italia festivo anche agli effetti civili ma con legge 5 marzo 1977 n. 54, questo riconoscimento fu abolito e da allora il 19 marzo divenne un giorno feriale.

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!