Aristotele e i delitti d’Egitto di Margaret Doody (# 8 della Serie Aristotele detective)

Aristotele e i delitti d’Egitto di Margaret Doody è l’ottavo libro dedicato alle avventure di Aristotele e del suo fedele amico Stefanos figlio di Nichiarco. Vediamo che cosa succede in questa nuovo romanzo.

Aristotele e i delitti d’Egitto

Margaret Doody

Traduttore: R. Coci

Editore: Sellerio Editore Palermo

Anno edizione: 2010

Pagine: 550 p

Preceduto da : Aristotele e i Misteri di Eleusi

Seguito da: La favola dei due corvi bianchi

Aristotele e i delitti d’Egitto. Descrizione (dal sito dell’autore):

C’è la carestia ad Atene. Stefanos, il Watson di Aristotele detective, inviato in Egitto per un carico di grano, è invischiato in un intrigo internazionale che rovinerà la città. Ma Aristotele vigila.

Aristotele detective è preso in un caso di criminalità economica, una speculazione commercial-finanziaria ai danni di Atene, di dimensioni internazionali e risvolti assassini.

Ma il numero di protagonisti e comparse, in quest’ultimo intrigo di Margaret Doody, è tanto grande, e talmente circostanziate le loro biografie intorno al nucleo centrale della trama, che l’ambientazione storica balza in primo piano: quasi che l’intento principale dell’autrice sia il racconto della vita quotidiana in Atene, metropoli del quarto secolo a.C., sotto il pretesto dell’intreccio giallo.

Una rappresentazione che dai crocicchi affollati della metropoli antica si allarga al sistema-mondo del tempo di Alessandro Magno, fino all’Egitto, civiltà così misteriosa e diversa da accendere la curiosità scientifica dello Stagirita. È Stefanos, il Watson di Aristotele, che racconta in prima persona, con un effetto di viva contemporaneità (e con un filo ininterrotto di ironia).

Siamo nel 328 a.C. e Atene è affamata dalla carestia.

La città sceglie Stefanos come ambasciatore da mandare in Egitto per trattare un acquisto di grano in cambio di oro. Il giovane segue la via d’acqua, piena di soste e scambi, che dal Mediterraneo, lungo il Nilo, lo porterà a Menfi, dove attende un mercante greco per l’intermediazione con il satrapo Cleomenes.

Durante la spedizione imbarca l’oro ma, con esso, un numero di strani compagni di viaggio, di messaggi minacciosi, di agguati mortali. Cosa vogliono da lui, cosa stanno macchinando?

Stefanos non lo sa, come non sa che il suo Maestro non lo ha perso di vista. E in Egitto, dopo una serie angosciante di tranelli, inganni e colpi di scena, Aristotele riuscirà a salvarlo al momento giusto per smascherare, con logica acutezza, criminali e mandanti e i loro legami politici, a un passo dal perdere, nella rovina finanziaria e nella fame, la città di Atene.

Aristotele e i delitti d’Egitto. Breve riassunto e commento personale

Il libro si apre con note drammatiche:

«Avrei voluto non imparare che cosa significhi provarsi del cibo. Avrei voluto che i miei cari non avessero mai conosciuto la fame»

Ma inizialmente Stefanos ha altre preoccupazioni. Deve infatti acquistare un nuovo letto per la sua giovane sposa e a consigliarlo sono Aristotele ed il suo braccio destro, Teofrastos. Dopo aver ordinato il letto nella bottega di un artigiano, Pirilampe,  i tre discutono della situazione ateniese. Stefanos chiede ad Aristotele se davvero il raccolto sarà scarso come si mormora. L’esperto di piante è Teofrastos, convinto che la carestia è alle porte (p 28):

«Potremmo essere costretti a pagare il cibo a carissimo prezzo»

mormora Aristotele, che ha anche due nuovi alunni a cui pensare. La mamma di Stefanos fa come tutte le mamme e critica gli acquisti del figlio, dimostrandosi estremamente pessimista sulla situazione cibo. Tutta l’Attica è flagellata dal maltempo e i semi “morivano nel terreno”.

A distrarre Stefanos e Aristotele dal problema cibo pensa un “uomo corpulento”, che si precipita all’interno del Liceo in cerca di aiuto (p.45):

«Vi prego, buon Aristotele! …Potrei perdere me stesso…sto per perdere la mia identità!»

Solo dopo questo tragico inizio, l’uomo pensa a presentarsi:

«Mi chiamo Micone. Figlio di Eutifemo, figlio di Micone»

A noi viene da sorridere quando sentiamo quale grave problema affligga l’uomo. Il padre ha avuto un figlio illegittimo, Frasia, che, dopo aver combattuto con Alessandro, adesso è tornato ad Atene e rivendica le proprietà di Micone (p. 46)

«Asserisce di essere lui il prodotto di un legittimo matrimonio…e che perciò è lui l’erede del patrimonio di mio padre! E, per di più, afferma che il suo vero nome è Micone. Quindi il vero me è lui!»

Interessante e inusuale“, secondo Aristotele. Micone è sposato con Agata e vive accanto ad Archippo, un illustre cittadino ateniese, che però naviga ora in cattive acque.

Ovviamente Aristotele si lascia affascinare dal problema e spedisce Stefanos a conoscere Frasia, che si dimostra un piacevole narratore (p 68) e molto più interessante di Micone.

EGIZIANI AD ATENE

Nel frattempo, Stefanos ha modo di vedere “uno straniero davvero strano” (p. 75)

«Un uomo alto e snello dalla pelle scura, con indosso una tunica di lino bianco. Aveva la testa completamente rasata»

Un sacerdote egiziano nell’agorà di Atene! Intanto Stefanos ed Aristotele partecipano alla presentazione del figlio di un vicino, Archippo. Nell’antica Grecia, infatti, un bambino era ritenuto legittimo se il padre lo presentava ufficialmente alla sua fratria.

LO SPETTRO DELLA CARESTIA

Ben presto nuove afflizioni gravano sull’animo di Stefanos. Filomela gli annuncia infatti di essere incinta (p. 80):

«Mi sentii sprofondare. Un’altra responsabilità! E la preoccupazione di superare quei mesi fino alla nascita »

Per fortuna si dimostra sensibile e abbraccia la sua giovane sposa. Ma la paura non lo abbandona. Anzi! Diventa un sentimento comune a tutta Atene :

«Sopra noi tutti incombeva lo spettro della privazione e della miseria»

Come sempre quando la situazione si fa critica, la colpa viene addossata agli stranieri. Ancora una volta, Aristotele viene accusato di colpe assurde per il semplice fatto di essere ritenuto macedone. Inoltre, l’anno prima lui e Stefanos hanno interrotto i Misteri (vedi Aristotele e i misteri di  Eleusi), per cui sono ritenuti responsabili di aver irritato Demetra , la dea delle messi.

Stefanos deve però annunciare al suo irascibile suocero Smicrine che presto diventerà nonno. Lo accompagnano ad Eleusi Aristotele e Teofrastos.  Lungo il cammino scoprono il corpo di un neonato, abbandonato vivo a morire nei campi (p. 81) perché “una delle gambette era storta”.

Decidono così di seppellirlo ma..si imbattono in un altro cadavere! I tre uomini riconoscono l’aiutante di Pirilampe, Demos, e Aristotele nota che è stato strangolato.

Qual è il legame tra Demos e il bambino esposto? Chi poteva temere qualcosa dal pover’uomo?

Ma non c’è tempo per cercare l’assassino. Infatti (p. 92):

«Dopo la primavera gelida e umida…, l’estate piombò su di noi torrida…Quei coraggiosi semi sopravvissuti … erano ora disseccati dalla funesta stella del giorno »

Smicrine sarà pure un vecchio brontolone, ma si dimostra sensibile e di animo buono. Infatti si offre spontaneamente di prendere con sé alla fattoria Teodoro e Filomela. Per quanto scarso, ad Eleusi il cibo è sempre più abbondante che ad Atene! Per provvedere alla sua famiglia, Stefanos deve ancora una volta raggiungere Filocle, lo zio di Filomela, a Kos.

Una delegazione di cittadini ateniesi prova a chiedere aiuto al reggente Antipatro, che delude le loro speranze. Se vogliono sopravvivere, i cittadini di Atene devono trovare da soli la soluzione ai loro problemi. Stefanos viene eletto “Sitophylax”, custode del grano, scelto per una delicata missione: recarsi in Egitto per acquistare il grano necessario alla sopravvivenza di tutta la sua città (p. 104). Come gli dice Licurgo il Tesoriere (p. 115) :

il benessere di Atene è nelle vostre mani

E Stefanos ancora una volta è costretto a mettersi in viaggio, abbandonando la moglie incinta e l’anziana madre. Stavolta sarà solo?Aristotele non potrà accompagnarlo ma lo affida al suo fedele servitore Focione.

Ben presto si renderà conto che non tutti i suoi concittadini sono interessati solo al bene pubblico e molti pensano solo ad arricchirsi. Ancora una volta, possiamo affermare che, nonostante i progressi scientifici, la natura dell’uomo non cambia mai..

Riuscirà Stefanos a compiere la sua missione?

Un libro appassionante, che ci fa ancora una volta conoscere più da vicino un periodo storico molto particolare della Grecia, quello del predominio macedone, con tutte le sue luci e ombre.

Davvero bello rileggere i libri della Doody, che si dimostra non solo grande conoscitrice della Grecia antica, ma anche splendida narratrice, in grado di istruire senza annoiare.

VOTO 9 /10

La serie di Aristotele

  1. Aristotele detective (Aristotle Detective) (1978)
  2. Aristotele e il giavellotto fatale (Aristotle and the Fatal Javelin) (1980)
  3. Aristotele e la giustizia poetica (Aristotle and the Poetic Justice) (2000)
  4. Aristotele e il mistero della vita (Aristotle and the Mystery of Life o Aristotle and the Secrets of Life) (2002)
  5. Aristotele e l’anello di bronzo (Aristotle and the Ring of Bronze) (2003)
  6. Aristotele e i veleni di Atene (Poison in Athens) (2004)
  7. Aristotele e i misteri di Eleusi (Mysteries of Eleusis) (2005)
  8. Aristotele e i delitti d’Egitto (Aristotle and the Egyptian Murders) (2010)
  9. Aristotele e la favola dei due corvi bianchi (Aristotle and the Fable of Two White Crows) (2012)
  10. Aristotele nel regno di Alessandro (A Cloudy Day in Babylon) (2013)
  11. Aristotele e la Casa dei Venti (2018)
/ 5
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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!