Festa del papà 2021

Festa del papà 2021 : non arrendiamoci!

Oggi è la Festa di San Giuseppe, il papà di tutti. E’ il PAPA’ per antonomasia, silenziosa e costante presenza rassicurante, come solo i papà sanno essere…

Protettore di carpentieri, economi, falegnami, lavoratori, moribondi, padri, procuratori legali

San Giuseppe rappresenta la paternità, il lavoro, la durezza della vita per portare avanti i figli, il sacrificio quotidiano

Insomma, quest’anno sento davvero tanto questa ricorrenza.

Infatti San Giuseppe è anche il simbolo di questa Italia che non si arrende e che, con tanta forza, sopporta tutto quello che la vita ci mette davanti con il sorriso!

Festa del papà 2021…ciao Papà

Mai come quest’anno sento la mancanza del mio Papà.

Capace di rassicurarmi con uno sguardo, regalarmi fiducia con i suoi “sorrisi totali”, rasserenare anche le giornate più buie…

Stavolta non potrò nemmeno effettuare la tradizionale visita al cimitero… un conforto che davvero mi mancherà

Per fortuna c’è ancora il suo di papà, che per tante cose me lo ricorda…

Il mio Nonno highlander, come lo chiamo io.

Con i suoi modi burberi, i silenzi prolungati eppure così carichi di discorsi… gli stessi occhi così espressivi… fa rivivere ogni giorno il mio Papà e mi regala ancora delle belle strigliate!

Ma ritorniamo alle cose allegre!

Festa del papà 2021. Vigilia di primavera

Ricordiamo che il 19 Marzo è la vigilia dell’equinozio di primavera, periodo in cui nell’antichità si svolgevano i baccanali, i riti dionisiaci per la fertilità.

L’equinozio 2021 cade alle 7:35 di sabato 20 Marzo.

Come vi ho raccontato anche in precedenza, nel mese di Marzo si eseguivano i riti di purificazione dei campi. Si bruciavano i residui del raccolto sui campi e si accendevano enormi cataste di legna.

Ancora oggi, in molti paesi italiani, si accendono dei falò nelle piazze principali e, quando il fuoco sta per spegnersi, alcuni lo scavalcano con grandi salti, e i più anziani intonano inni per San Giuseppe.

Secondo alcuni, i falò ricordano il freddo che patì la Sacra Famiglia nella grotta di Betlemme e che avrebbe spinto San Giuseppe ad andare di di casa in casa a chiedere un po’ di brace per riscaldare il Bambinello.

L’accensioni di fuochi nei giorni che precedono la primavera lega la tradizione anche ad una delle feste più importanti dell’antica Roma, la festa della vittoria della luce e della primavera sul buio inverno.

Inoltre, l’accensione di falò in passato era giustificata anche dalla necessità di smaltire i residui della potatura di alberi e raccolti.

Il legame “pagano” della festa di San Giuseppe si ritrova anche nei cibi della tradizione. Infatti al Santo sono legati piatti a base di legumi, ritenuto propiziatori di un buon raccolto e correlati con il culto di Demetra, la dea delle messi.

Anche l’uso di allestire degli “altari” per San Giuseppe, tipico di molte località siciliane, si ricollega all’antico mito di Persefone, la dea figlia di Demetra rapita da Ade.

Gli altari, allestiti per chiedere la protezione del focolare domestico e della famiglia, sono ricchi dei tipici pani multiformi di San Giuseppe, detti affettuosamente “panuzzi”, che, una volta benedetti, vengono distribuiti ai fedeli.

Il pane di San Giuseppe assume precise forme simboliche, come la chiave o la forbice, e si ricollegano agli oggetti dati ai propri cari per facilitare la fuga dagli inferi.

Altre forme comprendono invece la forma a croce, la colomba simbolica della pace, il pavone che indica l’immortalità, la palma la redenzione, il pesce simbolo del Cristo, l’agnello che ricorda il sacrificio divino e gli angeli l’annunciazione.

Sugli altari compaiono spesso anche i caratteristici piatti con i germogli di frumento, elemento anch’esso di forte simbolicità.

Festa del papà 2021. LE RICETTE

Numerosi i piatti legati a questa ricorrenza. Sono soprattutto piatti semplici, fatti con ingredienti poveri, che rispecchiano  la figura di S. Giuseppe e si ricollegano ai riti per la fertilità pagani.

Molti di questi piatti venivano addirittura preparati dalle famiglie più benestanti per essere offerti alle famiglie più povere.

Oltre al MACCO DI FAVE, in Sicilia si prepara anche il minestrone di San Giuseppe, una minestra di pasta, legumi e verdure che, secondo la tradizione, veniva preparata in grossi pentoloni e poi distribuita su grandi tavolate. Nel resto del Centro- Sud Italia si prepara soprattutto pasta e ceci (che in Calabria diventa lagane e ceci) e in Liguria viene servito il MARO‘.

Noi quest’anno mangeremo pizza pecorino e fave invece del classico macco. E il maritozzo mi ha chiesto la vignarola

Immancabile pure il baccalà fritto (vedi QUI) e i carciofi ripieni. Cotti in tegame, vengono chiamati anche “con il tappo”.

In provincia di Palermo si prepara il pane di S. Giuseppe, una pagnotta tonda, incisa in superficie, con dentro semi di finocchio, che ancora oggi viene benedetto in chiesa

Tutt’altro che poveri e semplici i dolci di questa festa, come la Sfincia di S. Giuseppe, una frittella piuttosto gonfia, ricoperta di crema di ricotta con scaglie di cioccolato e frutta candita.

In Emilia Romagna si preparano le RAVIOLE DI SAN GIUSEPPE, dei fagottini di pasta frolla a forma di mezzaluna, ripieni di marmellata (di solito di mele cotogne o di prugne).

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!