TOSCANA I PRODOTTI DOP E IGP

TOSCANA I PRODOTTI DOP E IGP

Torniamo a parlare di DOP e IGP (per i marchi vedi QUI). Il nostro viaggio si era interrotto in Emilia Romagna ed ora ripartiamo dalla Toscana!

In passato ci era già capitato di occuparci dei PRODOTTI TIPICI TOSCANI. Oggi approfondiamo l’argomento.

TOSCANA I PRODOTTI DOP E IGP. Le eccellenze di Toscana

La Toscana è terra ricca di prodotti tipici unici, che hanno ottenuto il marchio DOP (Denominazione Origine Protetta) e IGP (Indicazione Geografica Protetta).

La Toscana vanta 16 DOP e 15 IGP, senza elencare tutti i vini di elevata qualità prodotti in questa regione.

Pensate: i DOCG sono NOVE, mentre i VINI DOC sono 36 e gli IGT 6!

Numerosi altri prodotti sono poi in fase di riconoscimento.

Di seguito l’elenco completo.

TOSCANA I PRODOTTI DOP E IGP

⇒ DERIVATI ANIMALI

⇒ CARNI, INSACCATI E PRODOTTI TRASFORMATI

E’ un insaccato di carne di maiale, aromatizzato con il finocchio, tipico della tradizione toscana e fortemente radicato nella cultura gastronomica del territorio. In Toscana l’origine storica dei prodotti ottenuti dal maiale e destinati ad essere conservati risale alla tradizione etrusco-latina. In seguito all’invasione longobarda, si ebbe un notevole impulso nella produzione di salumi e insaccati.

La Finocchiona che ha lunga storia. Infatti nel Medioevo il finocchio era usato al posto del pepe, costoso e raro.

Insaccata in un budello naturale o ricomposto, ha forma cilindrica. La fetta presenta un impasto con particelle di grasso distribuite in modo da avvolgere le frazioni muscolari lasciando il prodotto morbido anche dopo lunghi tempi di stagionatura; al taglio si caratterizza per un penetrante odore di finocchio.

Di antichissima origine, il lardo di Colonnata ha colore bianco, leggermente rosato o vagamente brunito. Il profumo è fragrante e ricco di aromi, con sapore delicato e fresco, quasi dolce, arricchito dalle erbe aromatiche e dalle spezie usate nella lavorazione.

costituita da una miscela di carni di suino, viene insaccata in involucri naturali o sintetici e ha forma ovale o cilindrica con consistenza compatta. Di colore rosa vivo uniforme, nella fetta devono essere presenti, in quantità non inferiore al 15% della massa totale, quadrettature bianco perlacee di tessuto adiposo.

Ha profumo aromatico e gusto delicato, senza tracce di affumicatura.

TOSCANA I PRODOTTI DOP E IGP: FORMAGGI

⇒ OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA

La presenza dell’olivo in toscana è attestata fin dalla metà del VII secolo a.C. e notizie della sua coltivazione si trovano nell’epoca etrusca, romana e medioevale.

A partire dal tardo Medioevo l’olivicoltura si è poi diffusa in molte zone della Regione assumendo, nei secoli, l’importanza attuale. La coltivazione dell’olivo caratterizza oggi dell’intero territorio toscano e la produzione olearia è parte rilevante dell’economia agricola.

Quattro gli oli DOP ed uno IGP

⇒ ORTOFRUTTA E CEREALI

Coltivato da secoli in una valle in provincia di Pistoia, un tempo era alla base dell’alimentazione locale. Dopo un periodo di crisi durante le due guerre mondiali, a causa dello spopolamento della zona di produzione, era il preferito di Gioacchino Rossini, Edmondo De Amicis e Giuseppe Verdi. Ha colore bianco latte, con leggere venature perlacee, oppure rosso vinato con striature di colore più intenso. Il gusto è delicato e ha buccia sottile, quasi inconsistente, che non si stacca durante la cottura.

Le dimensioni sono ridotte rispetto al normale cannellino, la forma è schiacciata, tanto da essere chiamato localmente “piattellino”. I fagioli di Sorana sono ottimi lessati e conditi con un buon olio extravergine d’oliva, poco sale e pepe.

Hanno bisogno di essere messi a bagno per alcune ore in acqua di fonte, quindi fatti cuocere lentamente con poche foglie di salvia, uno spicchio d’aglio e un po’ d’olio extravergine d’oliva

coltivato già nel settimo millennio a.C. in molti paesi del Medio Oriente, in Italia era l’alimento principale degli antichi Romani. Il farro della Garfagnana con tutta probabilità viene prodotto da quell’epoca senza interruzione.

Dopo la brillatura, si presenta con striature biancastre a prevalente struttura farinosa.

Utilizzato in saporite e tradizionali ricette della Garfagnana, è salutare, sazia e dà energia, nutre e non appesantisce la digestione.

Con questo nome, si identificano in realtà quattro diverse varietà di funghi: Boletus aestivalis (o “fungo rosso”),  B. pinicola (o “moro”), B. aereus (o “magnan”) e B. edulis (o “fungo del freddo”).

Il fungo di Borgotaro si caratterizza per un aroma profumato e un “odore pulito, non piccante e senza inflessioni di fieno, liquirizia, legno fresco”.

⇒ ESSENZE

⇒ PRODOTTI DOLCIARI

Simbolo della gastronomia senese, il Panforte ha una storia le cui origini rimandano direttamente all’epoca medioevale. La ricetta attuale risale però al 1879, quando fu realizzato per la prima volta in onore della Regina Margherita in visita a Siena per il Palio d’agosto.

Ottenuti dalla lavorazione di un impasto a base di mandorle, zucchero, albume d’uova, hanno forma a losanga ovalizzata, con superficie di colore bianco per la copertura dello zucchero a velo, e bordo leggermente dorato.

All’interno sono di colore beige leggermente dorato. Il sapore e l’odore sono quelli tipici della pasta di mandorle

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!