Dopo aver parlato dei marchi riconosciuti a livello europeo dei prodotti agroalimentari, ho pensato di trattare a parte i marchi di garanzia dei vini. Infatti, anche se i vini possono essere DOP e IGP, per loro la legislazione italiana prevede due marchi specifici, il DOC e il DOCG. Vediamo insieme di che cosa si tratta
IL MARCHIO DOC e DOCG. DOC
Il marchio DOC indica la Denominazione di Origine Controllata. È un marchio di origine italiana, utilizzato in enologia per certificare la zona d’origine e delimitata della raccolta delle uve utilizzate per la produzione del vino su cui è apposto il marchio.
Rispettano uno specifico disciplinare di produzione approvato con decreto ministeriale. Dal 2010 la classificazione DOC è stata ricompresa nella categoria comunitaria DOP, insieme alla dicitura DOCG, la Denominazione di Origine Controllata e Garantita.
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La norma europea prevede comunque che
Le menzioni specifiche tradizionali italiane, anche con le relative sigle DOC, DOCG e IGT, possono essere indicate in etichettatura da sole o congiuntamente alla corrispondente espressione europea
I vini DOC
Per i vini DOC questo marchio è un
“Riconoscimento di qualità attribuito a vini prodotti in zone limitate di piccole o medie dimensioni, recanti il loro nome geografico. Di norma il nome del vitigno segue quello della DOC e la disciplina di produzione è rigida.
Tali vini sono ammessi al consumo solo dopo accurate analisi chimiche e sensoriali. Il disciplinare di produzione dei vini DOC è più rigido rispetto ai vini IGT. Tali vini sono disciplinati dal Reg. CEE 823/87, dalla Legge n. 164/92, dal D.P.R. n. 348/94 e dai relativi Disciplinari di produzione”.
Con la sigla DOC, in pratica, si intendono quei vini prodotti con uve raccolte in una determinata zona.
Il marchio DOC che viene apposto sulle etichette di vino serve per individuare un prodotto di qualità con caratteristiche ben precise, fatto con materie prime di una zona specifica, seguendo un disciplinare di produzione approvato con un decreto ministeriale.
Prima di essere messo in commercio, un vino DOC viene analizzato per verificare che rispetti i requisiti previsti dal disciplinare.
Di solito, un vino DOC ha mantenuto la denominazione IGT (Indicazione Geografica Tipica) per almeno 5 anni.
Il vino DOC non garantisce solo la provenienza del vitigno, ma anche la qualità del prodotto.
In Italia, attualmente ci sono oltre 300 vini con classificazione DOC, la maggior parte dei quali in Piemonte.
IL MARCHIO DOC e DOCG. DOCG
Quando un vino è stato almeno 10 anni tra i DOC, può passare alla denominazione DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), che conferisce ancora più prestigio all’etichetta.
Non tutti i vini DOC diventano DOCG ma solo quelli che superano le analisi organolettiche e chimico-fisiche per certificare il rispetto dei requisiti previsti dal disciplinare.
L’esame non viene effettuato solo sul vino in fase di produzione, ma viene ripetuto anche nella fase dell’imbottigliamento, dove un’apposita commissione procede anche all’assaggio, per una valutazione sensoriale.
Se il vino non supera questi test, non può fregiarsi della DOCG sull’etichetta.
I vini DOC e DOCG hanno ulteriori classificazioni.
Un vino “classico” è quello prodotto in una zona DOC o DOCG con una storia prestigiosa, mentre un vino “riserva” è un vino che ha subito un processo di invecchiamento superiore a quello previsto.
La categoria “superiore”, invece, indica un vino DOC o DOCG ottenuti da vitigni che hanno una resa per ettaro inferiore al 10% rispetto a quanto previsto dal disciplinare di riferimento