PESTO AL TARASSACO LA RICETTA

PESTO AL TARASSACO LA RICETTA

Oggi vi propongo una ricetta facilissima, che utilizza una delle “infestanti” più diffuse negli orti italiani per preparare una deliziosa bontà! 

Io uso spesso il tarassaco in tutte le sue forme, per arricchire di sapore piatti che altrimenti potrebbero risultare “monotoni”. 

Infatti questa ricetta è nata per accompagnare un semplice petto di pollo alla piastra e poi è finita ad arricchire un piatto di pasta! 

Allora bando alle ciance e mettiamoci al lavoro! 

Spero di riuscire a parlarvi presto di tutte le erbe che sto usando in questo periodo!

PESTO AL TARASSACO LA RICETTA 

PREPARAZIONE

Lavate accuratamente le foglie di tarassaco e fatele sgocciolare su un telo pulito.

Mettete quindi le arachidi con lo spicchio di aglio nel bicchiere di un frullatore e cominciate a frullare. Unite quindi le foglie di tarassaco spezzettate, il succo di limone, un pizzico di sale e un filo di olio di oliva e frullate fino ad ottenere una salsa omogenea.

Se necessario unite un pochino di acqua invece di altro olio. Aggiungete anche il formaggio grattugiato, frullate ancora ed il gioco è fatto.

Potete servire questo pesto insieme a qualsiasi carne oppure per condire un piatto di pasta!

Se usate questo pesto con la pasta, per “attenuare” il sapore amarognolo di quest’erba potete anche aggiungere dei fiori di zucca, che regaleranno anche colore al vostro piatto

PESTO AL TARASSACO LA RICETTA. Il tarassaco

In botanica, il tarassaco (Taraxacum officinale) è classificato come pianta erbacea perenne di dimensioni e altezza modeste, appartenente alla famiglia delle Composite o Asteracee.

Diffusissimo in tutte le zone e altitudini, cresce sia in clima temperato che freddo e fino ai 2.000 metri di altitudine. È caratterizzato da una grossa radice a fittone, che si sviluppa a profondità ridotte, e dalla tipica infiorescenza a bottone di color giallo-dorato.

Predilige i bordi dei sentieri, i prati e i terreni incolti.

Il fiore giallo-arancio è costituito da un capolino circondato da due ordini di petali (brattee) dritti fino a quando i semi maturano, che poi si abbassano per permettere ai semi di disperdersi, grazie ad una specie di ‘paracadute’.

Detto anche dente di leone, i suoi fiori si aprono di giorno e sic chiudono di notte

Noto anche come ‘piscialetto’ per via delle proprietà depurative e diuretiche, i suoi fiori maturi ci regalano i bellissimi soffioni, con cui ci siamo divertiti tanto da bambini.

I soffioni contengono molti frutti monoseme, chiamati acheni.

Il taraxacum officinale viene utilizzato in tutte le sue parti, benché la parte più preziosa, quella che contiene in forma più concentrata le proprietà depurative, sia la radice.

Le foglie di questo ingrediente possono essere consumate in insalata oppure cotte, per minestre, minestroni e zuppe.

Le virtù di questa pianta spontanea sono davvero tante.

Grazie a tarasserolosteroli,  vitamine, inulina, sali minerali e principi amari, è considerato una delle piante officinali più efficaci per stimolare la funzionalità biliare, depurare fegato e reni dalle tossine e favorire la digestione.

Oltre a purificare, questi principi svolgono anche un’azione antinfiammatoria e disintossicante sul fegato, favorendo l’eliminazione delle scorie e le secrezioni gastroenteriche.

Tarassaco: controindicazioni

L’uso di tarassaco è controindicato in caso di:

  • patologie dell’apparato cardiaco e renale, perché è presente un’elevata quantità di potassio che può essere un problema in chi soffre di queste patologie.
  • gastrite, ulcera, reflusso gastrico e calcolosi biliare, perché facilita il sorgere di acidità di stomaco e può creare diversi disturbi all’apparato digerente.
  • assunzione di farmaci diuretici, poiché è particolarmente ricca di potassio e flavonoidi. Se combinata con diuretici, può causare un aumento dei livelli di potassio (iperkaliemia) nel sangue.
  • gravidanza e in allattamento.

Tarassaco: controindicazioni sui farmaci

Inoltre deve essere usato con cautela se si segue una terapia antibiotica con farmaci a base di ciprofloxacina, levofloxacina  e moxifloxacina, perché può ridurre l’assorbimento di questi principi attivi e diminuirne l’efficacia.

Può ridurre anche l’efficacia di alcuni farmaci per il fegato, aumentandone i livelli ematici. Per via dell’effetto diuretico, può rallentare l’eliminazione del litio da parte dell’organismo, aumentandone così la concentrazione.

In linea di massima è sempre meglio consultare il proprio medico prima di utilizzare un integratore a base di erbe.

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!