CAROTE CON MARCHIO DI QUALITÀ

CAROTE CON MARCHIO DI QUALITÀ

Dopo avervi parlato della carota selvatica, finalmente passiamo a parlare di carote! Vanto del Fucino, la zona dell’Abruzzo in cui vivo, sono uno degli ingredienti che amo di più. Non mancano mai nelle mie insalate e compaiono spesso anche nelle mie ricette.

Tra l’altro uno dei miei dolci preferiti è la carrot cake

Invece di raccontarvi della carota però, ho deciso di parlarvi prima di alcune “eccellenze”. Pensate: in Italia abbiamo ben due carote con il marchio IGP, un presidio Slow Food ed una carota De.Co.

Vi racconto quali sono. Nei prossimi giorni, poi, avremo modo di conoscere meglio questi ortaggi e le loro proprietà. Intanto, prima di passare all’argomento dell’articolo, vi ricordo in breve alcune caratteristiche delle carote in generale.

CAROTE CON MARCHIO DI QUALITÀ: le proprietà delle carote

Qualunque sia la varietà di questo ortaggio, la carota è una vera e propria miniera di minerali: ferro, calcio, magnesio, rame,zinco…

Non solo: le carote contengono vitamine del gruppo B, D, E, C e, soprattutto, beta- carotene, che poi il nostro organismo trasforma in vitamina A.

Grazie al contenuto di vitamine e minerali, la carota aumenta le difese dell’organismo ed è un valido aiuto nell’insufficienza epato-biliare e nelle dermatosi.

La presenza di carotenoidi fa si che questo ortaggio abbia anche un notevole potere antiossidante, proteggendoci quindi dagli effetti nocivi dei radicali liberi.

Sono state rivalutate nell’alimentazione dei diabetici per il loro basso carico glicemico e perché un alto livello di carotenoidi nel sangue esplicherebbe un effetto protettivo verso il metabolismo glucidico, aiuta la digestione, tonifica il fegato e ne rigenera le cellule, regola i livelli di colesterolo.

CAROTE CON MARCHIO DI QUALITÀ

Forse non lo sapete, ma ci sono aree geografiche in Italia particolarmente vocate alla produzione di carote. Due sono state ritenute meritevoli del riconoscimento europeo dell’Indicazione Geografica Protetta (IGP):

  • carota dell’Altopiano del Fucino IGP in Abruzzo;
  • carota Novella di Ispica IGP in Sicilia

mentre altre hanno ottenuto la PAT. Inoltre abbiamo anche carote “da proteggere” ed altre che hanno ritenuto la De.Co.

Ad avere ottenuto il marchio PAT, ovvero il riconoscimento di prodotti agroalimentari tradizionali, sono le carote di

  • Albenga in Liguria (PAT);
  • San Rocco Castagnaretta in Piemonte (PAT);
  • Polignano in Puglia (PAT);
  • Zapponeta in Puglia (PAT);
  • Chioggia in Veneto (PAT);
  • Val di Gresta in Trentino-Alto Adige (PAT)

Abbiamo poi anche la carota giallo-viola di Tiggiano detta “Pastinaca ti santu pati” in Puglia (PAT) e il Pastinocello o Pastinello o Pastinaccino o Gallinaccio in Toscana (PAT).

CAROTE CON MARCHIO DI QUALITÀ. Le carote a INDICAZIONE GEOGRAFICA PROTETTA

Come vi dicevo poco sopra, in Italia abbiamo ben due carote che si fregiano del marchio IGP, che viene attribuito a quei prodotti agricoli e alimentari per i quali una determinata qualità dipende dall’origine geografica e la cui produzione o trasformazione avviene in una precisa area.

Oltre alla CAROTA DELL’ALTOPIANO DEL FUCINO, infatti, anche le CAROTE NOVELLE DI ISPICA hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento.

⇒ CAROTA NOVELLA DI ISPICA

Prodotto IGP siciliano, grazie alle caratteristiche del clima e dei terreni in cui viene coltivata, è un ortaggio unico nel suo genere. Coltivata fin agli anni Cinquanta del XX secolo tra le province di Siracusa, Ragusa, Caltanissetta e Catania, questa cultivar ha forma cilindro-conica, priva di radichette secondarie e radice apicale. L’aspetto dell’epidermide è lucido, il colore è uniforme ed è assente fessurazione del fittone. La polpa è tenera e il cuore poco fibroso.

Al contrario di quanto avviene nel resto d’Italia, in cui le carote si seminano in primavera, queste carote vengono seminate in autunno e raccolte in primavera.

Le temperature invernali elevate e le ore di luce solare favoriscono una colorazione più intensa, una forma più regolare e un’ottimizzazione del contenuti in zuccheri, vitamine e sali minerali.

Il 7 gennaio 2011 è entrato ufficialmente in vigore il regolamento che introduce la Carota novella di Ispica nel registro ufficiale europeo dei prodotti ad Indicazione Geografica Protetta (IGP).

⇒  CAROTA DELL’ALTOPIANO DEL FUCINO

Con il suo gusto unico, il suo colore arancio intenso e la sua polpa estremamente croccante, la Carota dell’Altipiano del Fucino è davvero un vanto per i nostri agricoltori.

Ha un sapore dolce e corposo, che la differenzia da tutte le altre e la rende ottima non solo gustata cruda, ma anche perfetta per la preparazione di puree, succhi, vellutate, minestre e dolci.

Dal 2007 ha ottenuto il marchio IGP.

Le Carote dell’Altopiano del Fucino vantano un elevato contenuto in acido ascorbico, vitamine del gruppo B e soprattutto carotene, notevolmente più alto rispetto ad altre carote.

Come credo di avervi già raccontato, la Piana del Fucino è un bacino di 14.000 ettari fiancheggiato da alte cime appenniniche. Si trova ad un’altitudine di 700 metri sul livello del mare ed è circondata da monti di particolare interesse ambientale come quelli del “Parco nazionale d’abruzzo”, del “Velino-Sirente” e degli “Ernici – Simbruini”.

L’ampia conca del Fucino era un tempo ricoperta dalle acque dell’omonimo lago, che nel 1870 venne prosciugato e bonificato ad opera del principe Alessandro Torlonia. Quella del Fucino è una terra “giovane”, resa fertile dalla grande quantità di humus creata nel corso dei millenni dalle sostanze organiche depositatesi sul fondo del lago.

Proprio la notevole fertilità del terreno arricchisce le carote (e anche gli altri ortaggi che qui si producono) di un elevato contenuto vitaminico e proteico

CAROTE DI POLIGNANO … DI TUTTI I COLORI

Pochi chilometri a sud di Bari, nell’entroterra della bella Polignano a Mare, nella frazione di San Vito, le carote sono davvero speciali. In questa zona, infatti, le carote assumono numerose colorazioni, che vanno dall’arancio al viola intenso, passando per diverse tonalità di giallo.

Il seme della carota viene selezionato dai contadini, che scelgono ogni anno le piante migliori, senza badare al colore. La semina avviene tra agosto e settembre, mentre la raccolta è a scalare, da novembre fino a maggio. Le carote hanno media lunghezza (dai 15 ai 22 centimetri) e presentano un’infinità di sfumature.

Il gusto non è meno caratteristico. Infatti i campi tendenzialmente sabbiosi presentano un salinità media piuttosto alta, che viene poi esaltata dall’irrigazione con acqua salmastra.

Queste carote hanno un contenuto di caroteni fino a tre volte e mezzo superiore rispetto a quello delle varietà comuni, oltre a un buon contenuto di antocianine, potenti antiossidanti che conferiscono a frutta e verdure il colore rosso e viola.

Un’altra particolarità è il contenuto di zuccheri notevolmente inferiore rispetto a quello della carota comune (in media la differenza è pari a circa il 22%). Di conseguenza, la carota di Polignano è meno calorica.

CAROTE CON MARCHIO DI QUALITÀ: la carota bianca di Monticello Conte Otto De.Co.

Non voglio annoiarvi raccontandovi tutte le carote PAT che vi ho elencato sopra ma questa “carota” merita una citazione. Infatti non è una carota ma una PASTINACA!

Simile alle carote, le pastinache sono però più grandi e di solito hanno colore bianco. Un tempo erano diffuse in tutta Italia, poi erano quasi scomparse con la diffusione delle “sorelle arancioni”. Oggi un gruppo di agricoltori della provincia di Vicenza  ha deciso di recuperare questa coltura tradizionale e sulle nostre tavole possiamo trovare anche questa specie!

Come vi dicevo, la “carota bianca” è più ingombrante e con una radice grossa e albina che si diparte in molti tubercoli secondari rispetto alla arancione. Ha inoltre un sapore più delicato. Può raggiungere i 35 cm di lunghezza e i 7-9 cm di diametro nella parte superiore.

Ha un profumo simile a quello del sedano e un sapore dolce che tende anche alla noce.

Dimenticavo: Monticello Conte Otto è un comune di circa 9000 abitanti in provincia di Vicenza (Veneto) dove una decina di anni fa la collaborazione fra appassionati storici, ristoratori e agricoltori ha fatto riscoprire questo ortaggio.

CURIOSITÀ

La maggior parte delle pastinache in commercio in Italia viene dall’estero. Oltre a Monticello Conte Otto, anche Capitignano, in provincia de L’Aquila, vanta una produzione storica.

Infatti la pastinaca per tradizione rientra tra le sette portate servite durante il cenone della vigilia di Natale. Nella ricetta tipica natalizia, la pastinaca è ripassata in padella con aglio, olio e peperoncino.

La pastinaca è ricca di fibre, magnesio, calcio e potassio, come e più delle banane, oltre che di tante vitamine, in particolare folati.

Se vi capita, assaggiatela! Io la faccio coltivare al Nonno… Possiamo consumarla cruda, semplicemente grattugiata, ma i migliori risultati si ottengono se la prepariamo come la patata: sbucciata e cucinata al forno, fritta, al vapore o bollita…

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!