SAN VALENTINO IN ABRUZZO CITERIORE

SAN VALENTINO IN ABRUZZO CITERIORE

Finalmente alla meta!

Come forse ricorderete, il nostro week-end di San Valentino aveva come meta proprio il paese abruzzese che porta il nome del santo degli innamorati. Ma, invece di raggiungerlo direttamente, ci siamo messi a vagolare per le nostre amate montagne!

Oggi finalmente vi racconto l’incanto di questa perla d’Abruzzo!

SAN VALENTINO IN ABRUZZO CITERIORE. Il paese

A 457 m s.l.m., tra i fiumi Orta e Lavino, il paese è situato sulla sponda meridionale del fiume Pescara, con una popolazione che supera i 1900 abitanti e un’ estensione territoriale di 16, 35 Kmq, che confina con i territori comunali di Abbateggio, Scafa, Caramanico Terme e Bolognano.

Gli abitanti di San Valentino erano noti come “venditori di sorbo”. Infatti nel suo territorio crescono rigogliose piante di sorbo, i cui frutti le donne del paese portavano in canestri ed erano solite vendere al mercato.

Ma vi cresce anche il gelso, che ha favorito in passato un florido allevamento del baco da seta. Parte del territorio è compreso nella “Riserva naturale della  Valle dell’Orta”.

L’area risulta frequentata fin dalla preistoria, come attestano numerosi ritrovamenti archeologici.

Il nome Sanctum Valentinum appare per la prima volta nel 1182, mentre in precedenza era nota come Castrum de Petra. Sul Chronicon casauriense del monastero di San Clemente a Casauria, il cronista narra del ritrovamento dei resti dei due fratelli Valentino e Damiano, martirizzati in una Ciuitatula, poi distrutta, sita in uocabulo de Zappino. Le reliquie sarebbero poi state trasaportate nella rocca che prese il nome di San Valentino.

Dopo i soliti passaggi di mano durante tutto il Medioevo e il Rinascimento, con l’Unità d’Italia del 1860, anche San Valentino fu interessata dal brigantaggio, e nella ruelle di Pesciuvalle si rifugiarono i fuorilegge Colafella da Sant’Eufemia e Colamarino da Roccamorice. Colafella fu catturato e condannato alla fucilazione, eseguita lungo il tratturo di Chieti.

Nel 1927 fu costituita la provincia di Pescara, e San Valentino passò nel suo demanio territoriale; infine, nel 1948, da San Valentino fu staccata la frazione di Scafa, che divenne comune autonomo.

SAN VALENTINO IN ABRUZZO CITERIORE. Da vedere

Il Palazzo Farnese domina il profilo del paese, situato com’è nella parte alta. Ha una pianta circolare composta da mura alternate a torri di controllo, oggi mezzo inglobate nel palazzo cinquecentesco.

Fondato dai Normanni nell’XI seconda secolo, appartenne al monastero di San Clemente a Casauria, passando dagli Orsini agli Acquaviva, fino al possesso di Margherita d’Austria nel 1583, che lo restaurò nell’aspetto attuale, assumendo il nome di “Palazzo Farnese”.

Fu il principale centro di amministrazione del comune fino all’epoca borbonica del XIX secolo.

Nel perimetro del nucleo primitivo del borgo fortificato, oltre al castello, troviamo la cattedrale e numerose chiese. Tra esse, la chiesetta di S. Antonio (XVI sec.)  la chiesa di San Donato e il convento di San Nicola con la chiesetta impiantata su uno sperone roccioso e più in basso il piccolo convento.

Il duomo, intitolata ai martiri Valentino e Damiano, è l’elemento architettonico settecentesco più appariscente, che si vuole ristrutturato dal Vanvitelli ma mancano riscontri documentari.

La facciata in pietra lavorata da scalpellini locali è spettacolare. L’interno è ricco di decorazioni barocche. Bella al’esterno la fontana del “Sansone“, come pure quella della “Venere Giulia Farnese”.

 

A San Valentino resistono alcune attività artigianali: restano alcuni scalpellini per la lavorazione della pietra, qualche addetto alla lavorazione dei metalli (ferro, rame) anche nobili con qualche orafo, e qualche falegname.

Museo dei fossili e delle ambre

Inaugurato nel 2004 in un palazzo settecentesco della Villa Olivieri, alle porte del paese, conserva vari fossili del territorio abruzzese, risalenti anche a 500 milioni di anni fa.

Molto del materiale proviene anche da varie collezioni private Santoni Tanfi e Coccato Antonucci. Il museo si divide in due sale: quella paleontologica dei fossili e quella delle ambre.

 

LE FESTE DI SAN VALENTINO IN ABRUZZO CITERIORE

Come avrete notato, capita spesso di tirare in ballo questo comune abruzzese, quando parliamo di tradizioni. Infatti la comunità tiene tantissimo alla conservazione delle antiche usanze!

SANT’ANTONIO ABATE

Per la festa di S. Antonio Abate (17 gennaio) un attivo comitato della festa gira per le case molti giorni prima, distribuendo pane bianco per le persone e pane nero, con fave secche ammollate in acqua per gli animali e raccogliendo doni  da vendere poi durante un’asta (lu sbannimèndë). Quest’asta si svolge attorno alla fontana del Sansone e serve a ricavare i fondi per la festa.

Coloro che abitano fuori del centro urbano fanno offerte in denaro il giorno della festa tramite bambini, i quali in compenso ricevono il pane avvolto in un fazzoletto annodato ai quattro angoli.

Dopo la processione c’ è la benedizione degli animali.

SAN VALENTINO

Il 14 febbraio si espongono le reliquie del patrono S. Valentino.

PROCESSIONE DEL VENERDÌ SANTO

A Pasqua, la solenne processione del Venerdì Santo viene ancora preannunciata da battole e raganelle. Durante la processione si assiste al canto funebre del “Miserere” e alla comparsa dei Ciacarotti (dal dial. Ciaciaròttë “spauracchio”), uomini incappucciati del Sacro Monte dei Morti col saio nero e i piedi nudi, che portano sulle spalle e avvolte alla vita funi di vario spessore.

Costoro, dopo avere salutato i santi con un inchino, sono addetti all’organizzazione della processione, al trasporto dei simboli e della lettiga col Cristo Morto e della statua di San Giovanni. Donne e ragazze vestite a lutto si occupano invece del trasporto delle statue della Maddalena e dell’ Addolorata. Lungo il percorso della processione, i Ciacarotti  sono legati tra loro da una lunga fune, che fanno dondolare ritmicamente.

La fune termina con grossi nodi, che si dice vengano agitati per fustigare i peccatori. In realtà le estremità della fune vengono mossi per mimare l’apertura di una folla immaginaria che impedisce il passaggio.

FESTA DEI SANTI PATRONI

Il 7 agosto, le offerte per la festa di San Donato si raccolgono distribuendo ai bambini le “chiavette” del santo in piombo fuso, ornate con un filo di lana colorata, come talismano di protezione.

dAl 9 all’ 11 settembre si festeggiano il patrono dei terremoti S. Emidio e S. Nicola da Tolentino con la vendita delle “pagnottine” con l’ immagine del santo.

SAN MARTINO E LA FESTA DEI CORNUTI

Come sappiamo, San Valentino è famosa per la Festa di San Martino, molto sentita.

Tra il 10 e 11 novembre si svolgono la tradizionale “fiera” e la processione religiosa, ma soprattutto, si può assistere al goliardico corteo della “festa del cornuto”, che si tiene da tempo immemorabile.

E così nel paese del santo protettore….degli innamorati, la sera del 10, si snoda un rumoroso corteo, guidato dall’ultimo sposato dell’ anno precedente  che porta in giro una bandiera e il simulacro di un fallo che vengono consegnato all’ultimo sposato dell’ anno in corso, e tra grasse allusioni e ammiccamenti furbeschi porta serenate licenziose e la “benedizione” a famiglie incorse in presunte infedeltà coniugali, mentre il vino novello scorre a fiumi.

Si può immaginare come, soprattutto in passato, un simile argomento sollevasse liti furibonde e faide paesane.

A Carnevale si distribuiscono zagarèlle e cicirchiata, il capretto cacio e uovo; a settembre le pagnottine di S. Martino (vitello, maiale, agnello, peperoni, dolci e piccanti), ecc.

 

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!