WEEKEND ROMANTICO NEL PARCO DELLA MAJELLA

WEEKEND ROMANTICO NEL PARCO DELLA MAJELLA

Abbiamo approfittato del fine settimana di San Valentino per concederci qualche giorno di relax. Non volevamo allontanarci troppo dai nostri “figlioli” e così abbiamo pensato di restare nei dintorni visitando il Parco Nazionale della Majella.

Nei prossimi giorni cercherò di descrivervi le nostre mete e le tante specialità che si possono trovare in quello che è un vero e proprio “laboratorio del gusto”. Intanto vi racconto il Parco.

WEEKEND ROMANTICO NEL PARCO DELLA MAJELLA. Il Parco Nazionale della Majella

Istituito nel dicembre del 1991, il Parco Nazionale della Majella si trova nel cuore degli Appennini e presenta un’ampia varietà morfologica e altitudinale (da 230 a 2793 m). Ha una ragguardevole estensione (74.095 ettari) e il suo territorio abbraccia tre province (Pescara, L’Aquila e Chieti).

Comprende oltre 60 vette, metà delle quali supera i 2000 m, come il Monte Amaro (2793 m), la sua cima più alta, il Monte Acquaviva, il Focalone.

Ben il 55% del suo territorio si trova a quote superiori ai 2000 metri.


Comunità Montane: Peligna, Alto Sangro e Altopiano delle Cinquemiglia, Majella e Morrone, Majelletta, Aventino-Medio Sangro, Medio-Sangro

I Comuni del Parco della Majella

Nella provincia di Pescara: 

  •  Abbateggio,
  • Bolognano,
  • Caramanico Terme,
  • Lettomanoppello,
  • Manoppello,
  • Popoli,
  • Roccamorice,
  • Salle,
  • Sant’Eufemia a Majella,
  • San Valentino in Abruzzo Citeriore,
  • Serramonacesca,
  • Tocco da Casauria

Nella provincia dell’Aquila si trovano, invece:

  • Ateleta
  • Campo di Giove
  • Cansano
  • Corfinio
  • Pacentro
  • Pescocostanzo
  • Pettorano sul Gizio
  • Pratola Peligna
  • Rivisondoli
  • Roccacasale
  • Roccapia
  • Roccaraso
  • Sulmona

Infine, nella provincia di Chieti:

  • Civitella Messer Raimondo
  • Fara San Martino
  • Gamberale
  • Guardiagrele
  • Lama dei Peligni
  • Lettopalena
  • Montenerodomo
  • Rapino
  • Palena
  • Palombaro
  • Pennapiedimonte
  • Pizzoferrato
  • Pretoro
  • Taranta Peligna

WEEKEND ROMANTICO NEL PARCO DELLA MAJELLA. Flora e fauna del parco

Il Parco è estremamente ricco di siti di interesse naturalistico (come il Bosco di Sant’Antonio), storico, artistico e culturale.

Ricordiamo per esempio i numerosi eremi, realizzati da pastori e eremiti, inseriti spesso in contesti naturalistici spettacolari, come ad esempio l’Eremo di Santo Spirito o quello di San Giovanni.

Non possiamo dimenticare che, a soli 30 km dal Parco, si raggiunge il mare. Questa vicinanza assicura al Parco un clima rigido ma mutevole, che permette una grandissima biodiversità.

La fauna del parco è estremamente varia. Sono presenti 40 specie di mammiferi (Lupo appenninico, orso bruno marsicano, gatto selvatico), 20 specie di chirotteri, diverse centinaia di specie di uccelli, 12 specie di anfibi e 17 di rettili.

A stupire e lasciare senza fiato è però la grande varietà di specie vegetali! Sono 2150, distribuite in 50 differenti habitat. Tra esse, 140  sono specie endemiche dell’Appennino centrale e  5 sono esclusive della Maiella.

Per la precisione, sono la Soldanella del Calcare ed il Fiordaliso della Majella, scelti come simbolo dei giardini botanici del Parco, la Pinguicola di Fiori, la Radicchiella della Majella, il Ranuncolo multidentato.

Numerose le cosiddette specie relitte, che in tempi lontani avevano una diffusione ben maggiore. Tra i relitti del terziario, che costituivano la vegetazione cosiddetta a “laurifille” presente qualche decina di milioni di anni fa, ricordiamo l’Agrifoglio, il Tasso e la Dafne laurella.

I relitti glaciali, che ebbero grande diffusione durante le glaciazioni quaternarie, sono rappresentati, soprattutto alle quote più elevate, da Papavero alpino, Carice capillare, Elina, Camedrio alpino, Astro alpino ecc.

Un altro elemento geografico ben rappresentato, soprattutto alle alte quote, è quello balcanico. Numerose sono infatti le specie che sono distribuite sulle due sponde dell’Adriatico, tra queste la Stella alpina appenninica, la Genziana dinarica, il genepì appenninico, ecc.

L’eccezionale valore della flora del Parco deriva anche dalla presenza di numerose specie rare meritevoli di tutela.

Sono quasi trecento, infatti, le entità inserite nelle Liste Rosse delle specie in pericolo di estinzione o tutelate da norme e convenzioni internazionali.

WEEKEND ROMANTICO NEL PARCO DELLA MAJELLA. La tutela della biodiversità

Nel Parco Nazionale della Maiella, la diversità di ambienti che contraddistingue il territorio ha permesso anche la conservazione di una biodiversità agricola altrove scomparsa.

Tante le eccellenze gastronomiche di questo territorio, che ha reso la tutela della biodiversità agricola funzionale alle finalità di tutela e conservazione proprie del Parco.

Anzi: le specie autoctone sono diventate esse stesse veicolo di promozione del territorio

WEEKEND ROMANTICO NEL PARCO DELLA MAJELLA. Un po’ di storia…

La Majella, oltre che di natura selvaggia, è straordinariamente ricca di testimonianze storiche, archeologiche e architettoniche. In effetti è sempre stata abitata, sin dalla Preistoria.  Ricche testimonianze di quel lungo periodo sono state rinvenute negli importanti siti di Valle Giumentina, Grotta degli Orsi e Grotta del Colle.  

Anche del periodo Neolitico (dai 6600 ai 4500/4000 anni fa) si hanno numerosi resti. Diversi gli scheletri umani completi di cranio, come quello rinvenuto nel 1914, nella località Fonti Rossi di Lama dei Peligni, che ha permesso di parlare dell’Uomo della Maiella.

Di questa popolazione si conoscono diversi luoghi di accampamento e altri di culto, in cui sono stati rinvenuti manufatti in ceramica. Dalle Fonti di San Callisto proviene l’idoletto femminile in terracotta ritenuto immagine della “dea madre”. 

E questo ci porta a parlare delle leggende legate al territorio della Majella, la Montagna Madre.

WEEKEND ROMANTICO NEL PARCO DELLA MAJELLA. La Montagna Madre

Una leggenda bellissima è legata alla Maiella. Me la raccontava sempre mia Nonna, parlandomi di un’altra Bella Addormentata, la montagna che racchiude la Marsica dalla parte di Celano. La leggenda della Majella ci racconta anche le origini del nome.

Secondo il mito, dunque, Maia, la più bella delle Pleiadi (le Sette Sorelle), fuggì dalla Frigia per portare in salvo Ermes, il suo unico figlio, ferito gravemente in battaglia.

Dopo un lungo viaggio, approdò ad Ortona,dopo un tragico naufragio. Qui, temendo di essere raggiunta dai suoi inseguitori, prese in braccio il figlio e continuò la sua fuga tra i boschi dei monti d’Abruzzo, ricchi di erbe medicamentose, per guarire le ferite del figlio.

Ma la montagna era purtroppo coperta dalla neve, così ogni suo tentativo di ricerca fu inutile. Ermes morì in una caverna e, dopo averlo pianto per vari giorni, lo seppellì sulla vetta del Gran Sasso. Ancora oggi, chiunque osservi da levante, può riconoscere nel profilo della catena montuosa il “Gigante che dorme”.

Inconsolabile, vagò a lungo per i boschi e valli, finché,distrutta dal dolore, morì sul monte he ancora oggi porta  il suo nome, la Maiella. Lì venne sepolta dai pastori impietositi per la sua triste storia, adornata di fiori e di erbe aromatiche.

La montagna prese così la forma di una donna impietrita dal dolore, riversa su se stessa e con lo sguardo fisso al mare. Ancora oggi i pastori odono i suoi lamenti nelle giornate di vento quando i boschi e i valloni riproducono il lamento di una Madre in lacrime.

Per le genti d’Abruzzo la Majella è la Madre, il simbolo della terra d’Abruzzo, della fertilità della terra è … la Terra stessa.

Nei prossimi giorni vi racconterò le tappe del nostro viaggio e molti altri particolari!

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!