PEPERONE DOLCE DI ALTINO

PEPERONE DOLCE DI ALTINO

Ieri vi ho parlato di Altino e del Museo del Peperone dolce (vedi QUI). Oggi vi racconto meglio questo straordinario prodotto

PEPERONE DOLCE DI ALTINO. CHE COS’È

Si tratta di una varietà di peperone della specie Capsicum, pianta erbacea della famiglia delle Solanacee. 

La vallata del Sangro e in particolare i territori nei dintorni di Altino e dei comuni adiacenti hanno favorito la diffusione di questo peperone dalle caratteristiche uniche. Infatti il peperone dolce di Altino ha dimensioni contenute, colore rosso intenso a maturazione e, soprattutto, cresce verso l’alto!

Per questo è conosciuto anche come “pependune a cocce capammonte”!

Tutte queste caratteristiche conferiscono a questo peperone un sapore molto particolare, che si conserva e si esalta anche dopo la trasformazione del prodotto.

Esso viene infatti utilizzato per la preparazione di piatti tradizionali e, soprattutto, per aromatizzare gli insaccati tipici della zona, come la Ventricina vastese.

Rosso, intenso, aromatico, versatile. È un ingrediente culinario eccezionale, in grado di esaltare ogni tipo di sapore. In cucina si sposa perfettamente con i primi piatti e si accosta con dolcezza alle pietanze più sofisticate.

PEPERONE DOLCE DI ALTINO : le origini

Anche se ufficialmente i peperoni sono originari dell’America, secondo alcuni le origini del peperone dolce di Altino sarebbero da ricercarsi ad Est. 

Secondo alcuni ricercatori, infatti, furono le popolazioni slave fuggite verso l’Adriatico per sfuggire ai Turchi a diffondere la coltivazione del peperone in Abruzzo.

Ne abbiamo parlato anche a proposito della paprica (vedi QUI). Sul finire del XV secolo, le popolazioni slave che fuggirono all’avanzata dei Turchi nei Balcani si diressero verso l’Ungheria e verso le coste croate e, da qui, attraversarono l’Adriatico.

In molti si stabilirono nei territori della provincia di Chieti e in Molise, integrandosi poi nel tempo con la popolazione locale. Sarebbero stati proprio questi fuggitivi a portare la coltivazione del peperone nella zona di Altino. Sempre questi profughi avrebbero anche introdotto la sua macinazione in polvere finissima all’interno di grossi mortai, detti “piloni”.

Anche se il dibattito sulle sue origini è ancora aperto, quello che è certo è che le prime testimonianze sulla sua coltivazione in Abruzzo risalgono al 1752, in un atto in cui si cita una coltivazione di peparoli.

Secondo la tradizione, la coltivazione e la diffusione del peperone nella zona si possono collocare nel XVII secolo. 

PEPERONE DOLCE DI ALTINO: il Palio culinario

Ad Altino, nel 2009 è nata l’Associazione del Peperone Dolce di Altino – Oasi di Serranella per promuoverne lo studio, la conservazione e la valorizzazione. 

Tra le iniziative più importanti che l’Associazione di Tutela organizza ogni anno verso la fine di agosto, c’è Il “Palio delle Contrade”.  Sette contrade di Altino si sfidano nell’uso più estroso e saporito di questo prodotto, per vincere l’ambito mortaio in legno, cesellato a mano da un artigiano locale. La gare prevede che ciascuna contrada valorizzi il peperone in un menu completo. I numerosi visitatori e una giuria qualificata assaggiano poi i vari piatti e decretano il vincitore.

Ogni anno, in contemporanea al Palio, si svolge il Festival del Peperone Dolce di Altino, organizzato nel centro del paese chietino e interamente dedicato a questa eccellenza culinaria.

PEPERONE DOLCE DI ALTINO: la coltivazione

Divenuto anche Presidio Slow Food, l’area di produzione del peperone dolce, in realtà, si estende da Altino ad Archi, da Perano a Roccascalegna ed ancora a Casoli, Sant’Eusanio del Sangro ed Atessa. 

Il peperone dolce di Altino è Presidio dal 2015, con il supporto del Gal Maiella Verde, con l’obiettivo di promuovere tra i coltivatori una gestione accorta della semente e un metodo di coltivazione ecosostenibile.

Il seme è lo stesso da più di 150 anni. Proviene da piante madri sane selezionate da quelle coltivate nel territorio di riferimento. La coltura è stata “riscoperta” nell’ultimo decennio, grazie all’impegno di produttori ed associazioni di tutela, ed è diventata uno dei cardini dell’economia locale.

Come ci ha spiegato Annamaria D’Alonzo anche le tecniche di lavorazione e conservazione sono le stesse da secoli. Infatti si comincia con la semina in semenzaio (detto “la role”), e poi si procede con il trapianto in pieno campo.

La raccolta prosegue poi dagli inizi di Agosto alla fine di Settembre e si esegue una prima selezione dei frutti raccolti.

I frutti una volta raccolti e selezionati, vengono infilzati con un ago e dello spago all’altezza del peduncolo, in modo da creare una lunga collan,a chiamata “crollo”.

I crolli restano ad essiccare all’aria per diversi giorni e, una volta secchi, si tostano in forno a legna.

I peperoni secchi e tostati, dal caratteristico sapore dolce, vengono successivamente macinati a grana grossa o polverizzati in antichi mortai, detti piloni.

La polvere così ottenuta diventa condimento della pasta oppure si usa per la preparazione di insaccati o ancora impiegata come ingrediente del pane, per dare all’impasto un vivo colore rosso. Ovviamente i peperoni vengono consumati anche interi per accompagnare primi piatti, baccalà, carne di maiale e verdure.

Oggi il peperone dolce di Altino viene venduto sempre in maggiori quantità anche all’estero. Il costo si aggira intorno ai 35 euro al chilo: bisogna considerare che a 10 chili di prodotto fresco, corrisponde circa un chilo di prodotto essiccato.

I Peperoni Dolci di Altino hanno ottenuto anche la tutela del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali che li ha inseriti nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT).

Il peperone dolce di Altino è protagonista di numerosi prodotti, come sughi pronti, conserve, olio, pasta, dolci, miele.

PEPERONE DOLCE DI ALTINO: proprietà

Come tutti i membri della specie Capsicum annum, anche il peperone dolce di Altino contiene una discreta quantità di zuccheri ed è ricco in particolare di vitamina C (il triplo di quella contenuta negli agrumi). Contiene anche elevate quantità di vitamina A, Calcio, Fosforo e Potassio.

Il frutto possiede anche un notevole potere eccitante della secrezione gastrica.

È solitamente un ingrediente fondamentale per varie ricette tradizionali come la pasta aglio, olio e peperone trito, la pizza e ‘ffójje’, le sarde salate, le uova (peparuole e ove), i legumi.

Nel Pescarese il peperone dolce viene chiamato “fuffellone”, “feffellone” o “bastardone” e tradizionalmente viene usato fritto e intero in accompagnamento con le sarde, secco per il brodetto di pesce.

Io lo uso anche nell’impasto dei crackers e della pizza, per ottenere un sapore davvero eccezionale. Avete provato la mia pizza con il macco di fave e il baccalà???

 

 

 

L’ho usato anche per le mie conserve di zucca

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!