ALTINO E IL MUSEO DEL PEPERONE

ALTINO E IL MUSEO DEL PEPERONE

Eccoci finalmente giunti ad una delle tappe più belle del nostro viaggio alla scoperta della Maiella: Altino! Siamo stati fortunati ed abbiamo avuto modo di visitare anche il Museo del Peperone, scoprendo così delle persone meravigliose!

Ed assaggiando un’ottima pasta con il re del luogo, che tra l’altro sta ispirando molte delle mie ricette, dal crackers alle zuppe!

Grazie ad Annamaria D’Alonzo, poi, ho potuto sperimentare moltissime conserve spettacolari! Torneremo prestissimo a trovarla!

ALTINO E IL MUSEO DEL PEPERONE. Il paese

Il comune della provincia di Chieti, conta poco più di tremila abitanti e sorge su uno sperone roccioso che domina la valle dell’Aventino. Altino domina un’ampia distesa valliva, ricca di orti e frutteti nella parte bassa, di vigne ed ulivi nella zona collinare.

Secondo la leggenda, Altino fu fondato da profughi sfuggiti nel 452 d.C. agli Unni di Attila che incendiarono il porto militare di Altinum (oggi Quarto d’Altino).

Approdati alla foce del fiume Saro, oggi Sangro, avrebbero scelto come luogo per il loro villaggio la roccia immersa nel verde dei boschi su cui ora sorge Altino.

Lo sperone roccioso prescelto era difeso da tre fiumi che, con i loro acquitrini formavano un valido fossato difensivo naturale.

Le prime notizie di Altino risalgono all’XI secolo e, precisamente, al 1076, quando Roberto I di Loritello superò il fiume Sangro, occupò la contea di Teathe e affidò la zona al fratello Dragone detto Tassone.

Il conte Dragone dopo qualche anno ritagliò dal territorio la contea di Manoppello, che comprendeva anche Altino, e la affidò al figlio secondogenito Roberto.

Non vi sto a raccontare i numerosi passaggi di mano dei secoli successivi. Con la fine del Regno delle Due Sicilie e la formazione del Regno d’Italia, il territorio di Altino subì devastazioni e saccheggi per le scorrerie dei briganti.

Nel secondo dopoguerra, grazie alla bonifica del fiume Sangro, la popolazione si è trasferita sempre di più dal centro storico in collina alla frazione di Selva, che oggi è sede di numerose industrie

ALTINO E IL MUSEO DEL PEPERONE. Da vedere

Oltre alla chiesa della Madonna delle Grazie, potrete visitare la Chiesa parrocchiale di Santa Maria del Popolo e, fuori della cinta muraria, la Chiesetta di San Rocco. Costruita verosimilmente tra il XV ed il XVI secolo, è stata restaurata in più parti.

Passeggiando per le vie del paese, potrete ammirare Palazzo Sirolli. Sulla facciata sono presenti le tracce dei contrafforti di consolidamento successivi. I muri sono realizzati in pietra sbozzata e ciottoli lavorati e rafforzati agli angoli da conci. Le aperture sono realizzate con soglie di pietra in modanature classiche. Il coronamento è suddiviso in tre fasce di romanelle.

Bellissima anche la Fontana monumentale. Risalente al 1558, data incisa in cifre romane sul monumento stesso, è caratterizzata da due cannelle con teste umane. Si presenta in pessimo stato di conservazione, con lesioni nella struttura e ricoperta da vegetazione spontanea. La vasca è sormontata da una cornice in pietra delineante una copertura a volta a botte in ciottoli uniti da malta; due piccoli pilastri a capitello sorreggono un’arcata.

Ma ad essere davvero spettacolare, ad Altino, è la natura. Infatti, oltre al massiccio di roccia ammirabile dalla chiesa di Santa Maria del Popolo, il comune ospita l’immenso patrimonio paesaggistico del Lago di Serranella.

ALTINO E IL MUSEO DEL PEPERONE. Il museo

Unico nel suo genere in Italia, sia per i temi e gli argomenti trattati, sia perché ha carattere multimediale.

Il museo è ospitato nel piano seminterrato dell’edificio Rossetti, nel punto più alto e panoramico del centro storico, dal quale è possibile godere di suggestivi panorami.

Le quattro stanze che in passato, sotto le volte a crociera, ospitavano un frantoio, ora ricordano alcuni aspetti tipici della campagna altinese.

Vi troverete pannelli informativi e oggetti antichi accuratamente scelti e contestualizzati per raccontare il lavoro e la cucina di una volta.  Inoltre nel museo vi sono postazioni audio per ascoltare detti e proverbi del mondo contadino, le voci delle fiere e dei mercati di una volta, gli indovinelli, ed i racconti degli ortolani.

Le video-proiezioni consentono di seguire le fasi di coltivazione e trasformazione del peperone ed i momenti di socializzazione legati  al “Festival del Peperone Dolce di Altino” che ormai da numerosi anni, nel mese di agosto, promuove l’utilizzo del peperone nella cucina.

Con il PC touch screen è possibile informarsi sulle ricette storiche, tradizionali o sulle  nuove creazioni  proposte dagli Chef,  scoprendone  procedimenti e  segreti anche attraverso  filmati.

La sala d’ingresso accoglie i visitatori esponendo i prodotti tipici del territorio, nonché pubblicazioni, libri, ricette…

Del peperone dolce di Altino parleremo meglio in un successivo post!

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!