LA BEFANA A TAVOLA Da nord a Sud

LA BEFANA A TAVOLA Da nord a Sud

Ieri vi ho raccontato le origini dell’Epifania e come sia festeggiata in alcune nazioni. Oggi invece parleremo di alcune delle ricette che la tradizione prevede per questa festa, che, come recita un vecchio proverbio, « tutte le feste porta via».

LA BEFANA A TAVOLA Da nord a Sud: ricapitoliamo

Come abbiamo detto in precedenza, l’EPIFANIA è una festività di origine pagana e, prima di diventare la giornata di adorazione dei Re Magi e combaciare con l’arrivo della befana, rappresentava per molti popoli antichi con l’inizio del nuovo anno.

I riti propiziatori erano numerosi: alcune popolazioni bruciavano un pezzo di legno per esorcizzare le privazioni del passato, altri si sedevano a tavola tenendo vicino i propri animali di allevamento per evitare che questi imparassero a parlare.

Per i Romani, invece, tra la fine di dicembre e il 6 gennaio la dea Diana volava sui campi coltivati per renderli fertili, portando in regalo ai più piccoli frutta o dolci antichi.

È evidente, quindi, che il cibo ha da sempre rivestito un ruolo importante per le celebrazioni di questa festa. In quasi tutte le regioni italiane troviamo ricette antiche che continuano a vivere.

Carattere burbero e, per alcuni versi, rappresentazione dell’anno vecchio, pronta a sacrificarsi per far rinascere un nuovo periodo di prosperità, la Befana nel tempo è diventata una sorta di nonna che premia i bambini buoni con doni, caramelle e dolcetti (in passato anche mandarini e frutta) e punisce quelli cattivi col carbone

Ma come mai nella notte della Befana c’è la tradizione delle calze? Diverse le ipotesi. Secondo una di queste teorie, la tradizione della calza sarebbe legata a Numa Pompilio, il secondo dei sette re di Roma. Il re, secondo una leggenda, aveva l’abitudine di appendere, durante il solstizio d’inverno, una calza in una grotta per ricevere doni da una ninfa, Egeria.

LA BEFANA A TAVOLA Da nord a Sud: FUGASSA IN PIEMONTE

In Piemonte, soprattutto nella zona di Cuneo, non manca mai la Fugassa d’la Befana, dolce a impasto morbido che per la sua forma ricorda una margherita, che conserva un’originalissima tradizione: al suo interno vengono nascoste una fava bianca e una nera.

Chi le trova, però, non vince niente, anzi! PAGA PEGNO!

Infatti, chi trova la fava bianca deve a saldare le spese della focaccia, quello a cui tocca la fava nera, invece, offre da bere.

Per la ricetta, cliccate QUI

…. CAVALLUCCI IN TOSCANA

In Toscana, invece, si continuano a preparare per l’arrivo dei Re Magi nel presepe i cavallucci di Siena, biscotti morbidi con acqua, zucchero, miele, canditi, anice, noci e lievito, e i cosiddetti BEFANINI(detti anche BEFANOTTI), frollini a base di agrumi e rhum, ricoperti di granella colorata, tipici delle zone di Lucca e Viareggio.

Per la ricetta dei BEFANINI, cliccate QUI

… PINSA IN VENETO…

Nelle cucine del Veneto il giorno dell’Epifania si prepara la pinza o pinsa, una specie di pizza di polenta fatta con farina di mais e frutta secca.

Per la ricetta, cliccate QUI

CAMMELLI IN LOMBARDIA e ANICINI IN LIGURIA

In Lombardia, in provincia di Varese, per il sei gennaio si consumano i cammelli di pasta sfoglia, ricoperti di zucchero prima di essere infornati

In Liguria, infine, si preparano i tradizionali anicini (anexin in dialetto), biscotti antichissimi serviti durante tutte le festività natalizie, che si intingevano in un vino dolce. Non solo: tipica della Befana in Liguria è anche la ciambella dei Re Magi, ricoperta di canditi, uvetta e zucchero.

LA BEFANA A TAVOLA Da nord a Sud. Pecorelle nelle Marche

Scendendo lungo la penisola, troviamo che nella zona di Ancona, nelle Marche, per la Befana si consumano le pecorelle, dolcetti di pasta sfoglia di svariate forme e farciti con marmellata, frutta secca, noci tritate o fichi secchi.

PEPATELLI IN ABRUZZO

In Abruzzo, sono tipici del sei gennaio i pepatelli, biscotti simili ai cantucci tipici della provincia di Teramo (e del Molise) preparati in realtà durante tutte le festività natalizie.

Il loro nome deriva dalla ricetta, in quanto tra gli ingredienti c’è il pepe nero, accompagnato da miele, farina, cacao, mandorle e bucce d’arancia.

PASTIERA IN CAMPANIA

Secondo la tradizione, in Campania per l’Epifania si prepara la prima pastiera dell’anno. Non mancano inoltre gli struffoli, un dolce simile alla nostra CICERCHIATA.

Infatti è composto da numerosissime palline di pasta (fatte con farina, uova, zucchero e liquore all’anice), fritte nell’olio o nello strutto, avvolte in miele caldo e servite in insieme in un piatto formando una ciambella, da decorare infine frutta candita o confetti colorati.

… PURCIDDUZZI IN PUGLIA

In Puglia, troviamo i purcidduzzi salentini e le cartellate baresi, fatte con impasto di farina, olio e vino bianco secco, dal quale si ricavano delle fettucce di pasta che vengono modellate a comporre una spirale, con un disegno che ricorda una rosa, ricca di piccole concavità e interstizi che, dopo la frittura devono raccogliere il vino (o mosto) cotto o il cotto di fichi.

In Salento, con un impasto simile, si preparano invece i purcidduzzi, a forma di piccoli gnocchi o cavatelli, con superficie liscia o rugosa, che dopo la frittura vengono immersi nel miele bollente e successivamente sistemati in un piatto e cosparsi di confettini colorati.

… e TURTIGLIUNA IN SICILIA

A Gratteri, in provincia di Palermo, la befana viene chiamata “A Vecchia”. Si dice abiti in una grotta, detta “Grattara”, che si trova nel monte di fronte al centro abitato. La sera, avvolta in un lenzuolo bianco, sorvola il centro abitato, distribuendo regali, caramelle e i ‘turtigliuna’, dolci tipici locali a base di mandorle, noci, nocciole e frutta secca.

QUI trovate invece un menu tipico per la BEFANA IN SICILIA!

… IN SARDEGNA???

La Befana non è molto sentita in Sardegna, dove è vista come un’entità quasi estranea, anche se resta il ricordo de sa pasca de is tres urreis, qualcosa di molto simile alla festività de els tres reis catalana. Infatti, analogamente al Roscòn de Reyes spagnolo, in alcune località della Sardegna, per festeggiare l’Epifania, si creava un impasto dolce nel quale si mescolavano, fra gli altri ingredienti, un cece, una fava ed un fagiolo.

Chi la notte della Befana trovava uno dei legumi nella propria fetta sarebbe stato fortunato per tutto l’anno: avrebbe avuto una buona produzione di grano, di uva e di olive.

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!