IL CANE DI TERRACOTTA (# 2 Montalbano)

IL CANE DI TERRACOTTA è il SECONDO romanzo della serie che Andrea Camilleri ha dedicato al Commissario Montalbano. Pubblicato nel 1996, ancora oggi mi commuove profondamente. Scopriamo perché

IL CANE DI TERRACOTTA

Andrea Camilleri

Editore: Sellerio Editore Palermo

Prima pubblicazione : 1996

Pagine: 288 p.

Genere : giallo, poliziesco

Preceduto da: LA FORMA DELL’ACQUA

Seguito da : IL LADRO DI MERENDINE

 

 

IL CANE DI TERRACOTTA. Descrizione:

Le informazioni di un pentito su un traffico d’armi portano il commissario Montalbano a scoprire in una grotta dietro una finta parete, due cadaveri abbandonati da oltre cinquanta anni. Montalbano si trova così a svolgere due indagini: la prima su una pericolosa cosca mafiosa, l’altra, per lui più appassionante, su un delitto compiuto nel 1943 durante i confusi giorni che precedono lo sbarco americano in Sicilia.

IL CANE DI TERRACOTTA. Dal sito dell’editore

In coda ad un delitto di mafia, se ne trova un altro, più conturbante e rituale: due cadaveri di giovani amanti abbracciati, nel doppio fondo di una grotta, sorvegliati da un enorme cane di terracotta.

Il solito delitto di mafia, misterioso e intricato, a Vigàta, cittadina fantastica e metaforica in terra di Sicilia, dove Camilleri ambienta il suo secondo romanzo giallo, con protagonista il commissario Montalbano.

Occhio e intelletto di giustizia, Montalbano risolve le sue inchieste, si direbbe, per affinità ambientale: è così perfettamente siciliano che ogni indizio per lui si trasforma in univoco messaggio di un codice conosciuto, da decrittare simbolo per simbolo, come una lingua arcaica che continua a parlare in forme nuove.

Ma stavolta, in coda al delitto di mafia, se ne trova un altro, più conturbante e rituale: due cadaveri di giovani amanti abbracciati, nel doppio fondo di una grotta, sorvegliati da un enorme cane di terracotta. Un omicidio di cinquant’anni prima.

E Montalbano indaga, con l’aiuto di una compagnia volenterosa di vecchietti: «un’indagine in pantofole, in case d’altri tempi, davanti a una tazza di caffè».

La Sicilia è terra che da sempre si presta al genere giallo e poliziesco, cui fornisce il suo teatro di contrasti e di arcaismi. Camilleri, però, del giallo siciliano è, in senso proprio, un innovatore. Una grazia particolare di raccontatore, una lingua che si modula senza sforzo e fastidi sul dialetto, una potenza di comicità, ma soprattutto vi aggiunge l’intuizione completa dei nuovi scenari, quel miscuglio di culture millenarie con ciò che i sociologi denominano «modernizzazione senza sviluppo».

IL CANE DI TERRACOTTA. Breve riassunto e commento personale

Insieme a “IL LADRO DI MERENDINE”, questo è, tra i primi, senza dubbio il mio romanzo preferito della serie. Il libro comincia con Montalbano in preda alla sua metereopatia:

«La iurnata s’annunziava certamente smeusa»

Ci annuncia Camilleri. E il Commissario è tentato di mandare all’aria l’operazione organizzata grazie alle soffiate del suo amico Gegè Gullotta. Ben strano amico per un commissario: Gegè, infatti fa il protettore di prostitute e gli aveva chiesto un incontro.

Nel corso dell’appuntamento, Gegè aveva raccontato a Salvo di essere costretto a pagare la protezione di un certo Gaetano Bunnici, detto Tanu “u grecu”, pluriomicida latitante. Proprio Tanu aveva chiesto a Gegè di fissare un incontro con il suo amico commissario.

E così Montalbano scopre che l’uomo vuole consegnarsi a lui:

“Perché ha scelto proprio a mia?” gli chiede il commissario. “Perché lei è uno che le cose le capisce”, risponde l’uomo.

Tanu si sente estraneo alla nuova mafia, che non rispetta più regole e tradizioni, per cui preferisce morire in galera piuttosto che in un fosso. Per arrestarlo, però, Montalbano decide di fare un po’ di triatro.

Ma a nulla serve la sceneggiata messa in piedi dal commissario. Infatti, nel corso di un trasferimento, il mafioso viene colpito. Trasportato in pessime condizioni in ospedale, chiede un ultimo incontro con il Commissario… Le ultime parole del Greco portano Montalbano a scoprire un grosso traffico d’armi… e non solo! Infatti nella caverna in cui era custodito l’arsenale mafioso, vengono scoperti due cadaveri, due giovani uccisi moltissimi anni prima…

E invece di indagare sul traffico d’armi, mentre i morti continuano a fioccare, Montalbano si mette a ricercare “una verità sbiadita e forse ormai inafferrabile”, conducendo un’indagine improbabile, per ricostruire vicende apparentemente non destinate ad approdare in un’aula di tribunale…

Nonostante tutto, ancora una volta il nostro commissario rischierà di essere promosso!

VOTO: 8 /10

 

/ 5
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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!