Torniamo ancora una volta a parlare della cucina della mia regione, che tanta influenza ha avuto ed ha su di me. Del resto, è la cucina della mia infanzia, dei piatti che la Nonna cucinava per noi! Ma oggi voglio parlarvi di una grande eccellenza d’Abruzzo… In occasione della “festa dei cuochi”, vi racconto la scuola di Villa Santa Maria
CUCINA ABRUZZESE E GRANDI CUOCHI: CUCINA ABRUZZESE POVERA CON BRIO
L’asperità delle catene montuose che circondano l’Abruzzo, ha da sempre fatto mantenere a questa terra una cucina viva ed indipendente.
Per molti secoli l’economia della nostra regione ha consentito a fatica la sopravvivenza: né l’agricoltura, poco remunerativa sull’Appennino più alto, né la pastorizia davano benessere.
La gastronomia dell’Abruzzo è influenzata dalle preparazioni dei pastori e fondamentali nella nostra cucina sono i formaggi e la carne ovina: tipici la pecora “al cotturo“, la “capra alla neretese”, o gli “arrosticini“.
Fra le carni avicole storico è il «pollo alla Franceschiello», tagliato a pezzi e cotto con l’aggiunta di olio, aromi, olive, sottaceti, così chiamato perché fra i piatti preferiti del Re delle Due Sicilie.
Sulla costa troviamo invece le preparazioni tipiche dei marinai con pesce azzurro, molluschi, crostacei, e le minuscole triglie dette “agostinelle”.
Molto rinomati i diversi brodetti, che in ogni località rappresentano una variazione della zuppa di pesce adriatica.
CUCINA ABRUZZESE E GRANDI CUOCHI. I banchetti
Ancora oggi, i matrimoni in Abruzzo sono delle vere maratone culinarie, che darebbero del filo da torcere anche ai mangiatori professionisti!
L’abitudine di noi Abruzzesi di festeggiare le occasioni solenni con interminabili pranzi fece nascere le “panarde”, eventi celebrativi d’opulenza contro la miseria quotidiana.
Un pranzo di nozze, per essere rispettabile, non poteva avere meno di venti portate, quello offerto all’ospite di riguardo arrivava a trenta, e chi non resisteva a degustare tanta abbondanza rischiava di offendere irrimediabilmente l’anfitrione dell’imbandigione.
Le panarde si organizzano ormai solo a scopi di folclore, ma le tradizioni abruzzesi hanno generato illustri cuochi, che nel XX secolo sono stati garanzia di precisione ed estro nelle cucine di transatlantici, alberghi di lusso e illustri famiglie: da quella imperiale nipponica a quella della Casa Bianca.
CUCINA ABRUZZESE E GRANDI CUOCHI. La scuola
Non è quindi un caso che a Villa Santa Maria, noto come “il paese dei cuochi”, sia nata la prima scuola di cucina al mondo!
Nel 1560 la famiglia Caracciolo costruì la prima scuola di cucina, l’idea nacque dalla pratica dei cacciatori del feudo di sfidarsi in cucina come cuochi e camerieri al ritorno dalle battute di caccia.
L’obiettivo era quello di formare i cuochi di corte e dei nobili del tempo. La scuola oggi sforna Chef e Maitres di fama internazionale.
Oggi quella scuola è diventato l’istituto alberghiero Marchitelli, nato nel 1939, ed ospita annualmente 700 studenti che aspirano a diventare Chef stellati come Alain Ducasse, Carlo Cracco o Bruno Barbieri.
Il santo patrono del paese è San Francesco Caracciolo (che nacque proprio qui nel 1563) che non ha caso è anche il santo patrono di tutti i cuochi del mondo.
CUCINA ABRUZZESE E GRANDI CUOCHI. La Festa dei cuochi
Ogni anno, intorno al 13 ottobre, data di nascita di San Caracciolo, a Villa Santa Maria ha luogo la Festa dei cuochi, una grande festa di 3 giorni dedicata a cucina, cibo e ristorazione.
I festeggiamenti si aprono con una processione che commemora il Santo Caracciolo nel corso della quale si assiste al rito dell’accensione della lampada con l’Olio Votivo
Quest’anno la festa si celebrerà dall’11 al 13 ottobre 2019
