TARALLI ALL’OLIO DI OLIVA

TARALLI ALL’OLIO D’OLIVA

Adoro “zampettare” su e giù per l’Italia, passando da una regione all’altra. Ognuna ci regala tante sorprese e tantissime specialità, che è davvero un gran peccato non poter assaggiare!

Per questo cerco di variare il più possibile, procurandomi spesso ingredienti altrimenti introvabili sul web!

Oggi vi porto in terra di Puglia, patria dei taralli all’olio di oliva. In giro trovate una marea di ricette. Io ne ho sempre preparato una versione che richiede la bollitura preliminare, come si fa con i pretzle

Di recente, però, ho scovato su uno dei miei libri una ricetta che prevede l’uso di lievito madre e nessuna bollitura preliminare. E ho deciso di provarla…Il risultato? Leggermente meno friabili dei miei classici, ma si fa molto prima a prepararli!

Presto vi posterò anche la ricetta con bollitura e senza lievito.

Dimenticavo: io ho aromatizzato i taralli con zafferano e semi di sesamo, ma potete utilizzare gli aromi che preferite! Classici quelli con i semi di finocchio!

A fine ricetta vi racconto un po’ di storia!

  • Preparazione: 15 Minuti
  • Cottura: 30 Minuti
  • Difficoltà: Molto facile
  • Porzioni:
  • Costo: Molto economico

Ingredienti

  • 500 g Semola di grano duro rimacinata
  • 300 ml Acqua (Potete anche usare vino bianco secco!)
  • 150 g lievito madre già rinfrescato (oppure 15 g lievito di birra fresco)
  • 60 ml Olio extravergine d'oliva
  • 10 g Sale fino
  • 1 cucchiaio Semi di sesamo
  • 1 bustina Zafferano

Preparazione

  1. Mettete il lievito (madre o di birra) in una capiente ciotola, aggiungete 250 ml di acqua e scioglietelo per bene.

    Sciogliete intanto lo zafferano nei 50 ml di acqua tiepida tenuti da parte

    Unite la farina al lievito sciolto e cominciate ad impastare. Aggiungete quindi anche il sale, l’olio, lo zafferano sciolto con l’acqua e lavorate ancora. Aggiungete per ultimi i semi di sesamo

  2. Quando il composto risulterà liscio e omogeneo, trasferitelo in una ciotola leggermente unta, coprite con pellicola trasparente e fate riposare per 2-3 ore (se usate il lievito madre, altrimenti basta mezz’ora).

  3. Trascorso questo tempo, riprendete il vostro impasto e adagiatelo sul piano di lavoro. Ungetevi leggermente le mani con olio e allungate il vostro impasto.

    Tagliatene dei pezzetti e allungateli un pochino con le mani in modo da formare dei bastoncini di 5-6 cm di lunghezza.

    Chiudete quindi le due estremità del bastoncino, premendo bene sull’attaccatura, e adagiate il tarallo pronto su una teglia rivestita di carta da forno.

    Fate riposare ancora per 30 minuti (sia che usiate lievito madre che di birra), quindi infornate in forno preriscaldato a 170°C, modalità ventilato.

    Fate cuocere per 25-30 minuti e comunque finché i taralli non saranno ben asciutti e dorati.

  4. Sfornate infine i vostri taralli all’olio di oliva e fateli raffreddare su una griglia

    Conservateli in una scatola di latta: resisteranno belli friabili anche per una decina di giorni!

Note

TARALLI ALL’OLIO DI OLIVA. QUALCHE CURIOSITÀ

Il tarallo o tarallino è un prodotto da forno tipico della Puglia e di altre regioni del Sud Italia. Come prodotto tipico è stato ufficialmente inserita nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (MiPAAF).

Nelle altre regioni in cui viene prodotto ne esistono numerose versioni. Ad esempio in Basilicata  esiste una variante (il tarallo aviglianese), fatta con glassa di zucchero e profumata all’anice.

TARALLI ALL’OLIO DI OLIVA: un po’ di storia

il tarallo pugliese nacque probabilmente agli inizi del 1400. Prodotto povero e semplice, veniva preparato nelle case contadine ed offerto agli ospiti con un bicchiere di vino.

Le origini del suo nome sono controverse: secondo alcuni deriverebbe dal latino torrère, abbrustolire; secondo altri, invece, dal francese toral, essiccatoio. Altre due ipotesi lo fanno risalire al francese antico “danal“, cioè pane rotondo, o all’italico “tar” (avvolgere).

Sembra, però, che l’origine più probabile sia greca, dalla parola daratos che significava “sorta di pane”.

Il tarallo napoletano con grasso di maiale e pepe (“’nzogna e pepe”), a differenza di quello pugliese, è fatto con pasta lievitata. Pare infatti che nacque per evitare sprechi: i fornai, per non buttare gli ”sfriddi”, cioè i ritagli, della pasta con cui avevano preparato il pane da infornare, pensarono di aggiungervi della “nzogna” (lo strutto, il grasso di maiale) e parecchio pepe, e con le loro abili mani riducevano la pasta a due striscioline.

Poi le attorcigliavano tra di loro, davano a questa treccia una forma a ciambellina, e via nel forno, insieme al pane.

Presto vi posterò la ricetta “originale pugliese”, solo con farinavino biancoolio extra vergine d’oliva e sale, che ho trovato sul libro di Cannavacciuolo IL PIATTO FORTE E’ L’EMOZIONE

Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!

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