STORIA DELLA MARSICA

STORIA DELLA MARSICA

Dopo aver parlato della “geografia” della mia terra, oggi voglio raccontarvi la sua lunga storia, che forse vi farà comprendere perché ami tanto questo angolo d’Abruzzo e perché i Marsicani sono “diffidenti e chiusi”!

STORIA DELLA MARSICA. Le origini

Come testimoniano vari reperti, l’area della Marsica risulta abitata già da 130.000 anni fa e prende il  nome dalla popolazione italica dei Marsi.

Durante la guerra sociale (91- 88 a.C.), i Marsi, guidati dal condottiero Quinto Poppedio Silone, inflissero sonore batoste al ben più numeroso esercito della Repubblica romana. La guerra, scoppiata quando Catone negò la cittadinanza ai Marsi e agli altri popoli italici, si concluse quando Catone venne ucciso durante la battaglia del Lago Fucino.

Le popolazioni italiche ottennero quindi la cittadinanza romana e i Romani “colonizzarono” rapidamente il territorio della Marsica, “romanizzando” le sue orgogliose genti.

Quando l’imperatore Augusto divise l’Italia in undici regioni, la Marsica fu assegnata alla Samnium Regio.  

L’imperatore Claudio nel 41 d.C. avviò i lavori per il prosciugamento del lago Fucino attraverso l’emissario dell’Incile e i cunicoli di Claudio, un’opera di ingegneria idraulica tra le più ardite. Vi lavorarono per undici anni, fino al 52 d.C. circa 30.000 uomini tra schiavi e tecnici.

La realizzazione dell’opera permise il prosciugamento di gran parte del bacino lacustre. Con la caduta dell’impero romano e l’assenza di opere di manutenzione e a causa degli effetti di un probabile disastroso terremoto, avvenuto nel 508 d.C., l’emissario si ostruì e il lago tornò ai livelli originari.

Secondo la tradizione, nel I secolo, San Marco Galileo fondò la diocesi dei Marsi.

Con la caduta dell’Impero Romano (convenzionalmente posta nel 476 d.C.), anche la Marsica subì le sue sorti, con numerose devastazioni ad opera di varie popolazioni barbare.

STORIA DELLA MARSICA. Dal Medioevo all’Unità d’Italia

Nel sec. VI, le vicende della Guerra Gotica videro la Marsica tra i terreni di battaglia e conquista.

Nel 591, passa sotto il Ducato longobardo di Spoleto e nasce la Gastaldia dei Marsi, governata da un funzionario con residenza nella Civitas marsicana (il nome che prese San Benedetto dei Marsi).

Dopo aver sconfitto i Longobardi, nel 774 Carlo Magno donò il ducato di Spoleto allo Stato Pontificio e nell’843 nacque la contea dei Marsi. Nel 926, divenne nuovo conte dei Marsi Berardo detto “Il Francisco”, cioè il Francese, perché sarebbe stato un discendente diretto di Bernardo d’Italianipote di Carlo Magno.

Berardo rilanciò la contea con una serie di riforme e ne fece un vero e proprio feudo, che divenne un piccolo stato indipendente all’interno del ducato di Spoleto. In seguito ad una grande battaglia nel 937, la contea dei Marsi si affrancò dal dominio del ducato spoletino ottenendo la piena indipendenza.

L’indipendenza politica durò fino al 1143, quando i normanni  assoggettarono la contea e l’assorbirono nei loro territori

La Marsica risultò divisa in due contee: Celano e Albe.

Anche nella Marsica si diffuse la predicazione di San Francesco d’Assisi. La sua prima presenza nel territorio risulterebbe nell’inverno tra il 1215 e il 1216, quando soggiornò a San Benedetto dei Marsi.

Sembra che dormì, insieme con i poveri, nei pressi dell’anfiteatro romano. Dopo aver fondato la chiesa e il convento di Poggio Cinolfoavrebbe poi compiuto un nuovo viaggio nella Marsica tra il 1219 ed il 1222.

Nel 1225, a Pescina, sorse il convento dedicato al santo, accanto alla contemporanea chiesa di “Sant’Antonio da Padova”. Oggi il luogo in cui sorgeva il convento ospita il Teatro di San Francesco!

Il 23 agosto del 1268, i piani Palentini furono teatro della famosa battaglia di Tagliacozzo tra Corradino di Svevia e Carlo d’Angiò. La sconfitta dell’ultimo degli Svevi portò al potere gli Angioini, che assegnarono la parte comprendente Tagliacozzo agli Orsini,  che fecero del loro feudo un ducato.

Albe divenne feudo dei Colonna, che però ne entrarono in possesso solo nel 1480.

Celano fu dapprima in potere dei Colonna per il matrimonio di Odoardo con Covella, ultima discendente degli antichi conti. Alla morte di Odoardo, passò al nuovo marito di Covella, Lionello Achrocamur, e infine Antonio Piccolomini, nipote di Pio II, ottenne il territorio. I Piccolomini la possedettero fino al 1591.

Ad Albe e a Tagliacozzo le lotte tra Orsini e Colonna, già iniziate verso la metà del sec. XV, continuavano: nel 1497 i Colonna ebbero il sopravvento e furono investiti delle due contee col titolo di duchi di Tagliacozzo, più tardi mutato in quello di duchi dei Marsi.

Le contese ripresero all’epoca della guerra tra Francia e Spagna: gli Orsini furono per i Francesi, i Colonna per gli Spagnoli; Tagliacozzo rimase a questi ultimi. Paolo IV scomunicò e confiscò i beni ai Colonna che però li riebbero da Pio IV.

Nel 1580, intanto, la sede vescovile venne spostata da San Benedetto dei Marsi a Pescina nella cattedrale di Santa Maria delle Grazie

La rivolta di Masaniello del 1647 ebbe nella Marsica e in tutto l’Abruzzo precursori e forti ripercussioni.

Intante, nel 1591, Celano divenne proprietà di Camilla Peretti, sorella di Sisto V, che la trasmise ai suoi eredi.

Nel 1790, assistiamo ad un nuovo tentativo di bonifica dell’area del Fucino.  Ferdinando I delle Due Sicilie decise di provare a ripristinare l’emissario dell’Incile e i cunicoli di Claudio, non riuscendo tuttavia nel suo intento.

Dopo la rivoluzione francese, nel 1798, i Francesi invasero il territorio abruzzese, si ritirarono nel 1799, vi tornarono nel 1801 e lo sgombrarono nuovamente dopo la pace d’Amiens. Nel 1806 il generale Massena l’invase per la terza volta in nome di Napoleone che pose suo fratello Giuseppe sul trono di Napoli.

Giuseppe abolì i feudi nel 1806 e con essi finì il dominio della casa Colonna nella Marsica.

Nel distretto marsicano, i movimenti carbonari furono molto attivi fino al 1861, anno dell’Unità d’Italia. In quella data, fu istituito il circondario di Avezzano, composto di 9 mandamenti.

Anche nella Marsica, come in quasi tutto il Meridione, si sviluppò il fenomeno del brigantaggio.

STORIA DELLA MARSICA. Il prosciugamento del Lago Fucino

Nel 1878, viene ufficialmente dichiarato prosciugato il lago Fucino. L’impresa titanica fu opera del banchiere romano Alessandro Torlonia. Dopo aver ripreso ed ampliato il progetto claudiano, il Principe prosciugò definitivamente il Fucino, diventando proprietario di gran parte delle terre emerse (16.507 ettari) per 99 anni.

Le difficili condizioni lavorative dei braccianti finirono per alimentare in tutto il territorio nuove tensioni sociali.

Torneremo presto a parlare del Fucino

STORIA DELLA MARSICA. IL TERREMOTO

Il 13 gennaio 1915, un fortissimo terremoto colpì l’intera area della Marsica, distruggendo interi paesi dell’area fucense e rovetana.

 

Gravi danni si registrarono in tutto il centro Italia. Il sisma causò oltre 30 000 morti, di cui 10.700 nella città di Avezzano. La scossa principale di magnitudo 7.0 si verificò alle ore 07:52:43.

“Paesi e borgate rasi al suolo come fieno sotto la falce”, scrive Don Guanella, che visita i luoghi qualche giorno dopo.

I giovani marsicani superstiti, già profondamente segnati dal sisma, dovettero partecipare alla Grande Guerra, mentre la ricostruzione fu favorita dai prigionieri austro-ungarici del campo di concentramento di Avezzano (un settore venne riutilizzato nella seconda guerra mondiale per ospitare i prigionieri di guerra indiani, inglesi, neozelandesi e pakistani).

In seguito al terremoto, sede della diocesi divenne provvisoriamente il palazzo Ducale di Tagliacozzo, mentre il 16 gennaio 1924 ci fu il definitivo trasferimento ad Avezzano.

Nel 1944, durante la seconda guerra mondiale, il territorio subì le violenze nazi-fasciste e i danni dai bombardamenti alleati. Capistrello fu teatro della tragica vicenda dell’eccidio dei “33 martiri” fucilati e trucidati dai tedeschi.

Sulle nostre montagne trovarono rifugio e soccorso migliaia di alleati in fuga dai campi di concentramento, non solo abruzzesi.

Avezzano, Capistrello, Carsoli e Massa d’Albe ricevettero la medaglia al merito civile.

Dopo le lotte contadine del secondo dopoguerra, e appena dopo l’eccidio di Celano che fece registrare due morti e diversi feriti tra i braccianti radunati in piazza, giunse l’attesa riforma agraria del 1950 che portò alla costituzione dell’ente Fucino, con l’espropriazione dei terreni dei Torlonia ben prima della fine dei 99 anni stabiliti.

Nel XX secolo anche le aree montane della Marsica si spopolarono sempre più, a causa dell’emigrazione.

Oggi in tanti tornano tra i nostri monti per cercare di ridare vita a borghi rimasti troppo a lungo disabitati. A sempre più numerosi “coraggiosi”, dobbiamo il recupero di antiche coltivazione, quasi scomparse nel corso degli ultimi cinquant’anni.

A loro va tutta la mia ammirazione e il mio sostegno!

Torneremo spesso a parlare di questo argomento

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!