CANDELORA DELL’INVERNO SEMO FORA?

CANDELORA DELL’INVERNO SEMO FORA?

Il due Febbraio, giorno della Candelora, la Chiesa Cattolica ricorda la Presentazione di Gesù e la Purificazione della Vergine. Ma per la tradizione popolare è sempre stata la Festa delle Candele. Scopriamo riti e leggende su questa giornata, che compare in tanti proverbi!

CANDELORA DELL’INVERNO SEMO FORA? Le origini della festa

Ben prima dell’avvento del Cristianesimo, la Candelora è sempre stata una sorta di porta tra l’inverno, oramai al suo declino, e l’imminente primavera. Era infatti un periodo in cui si celebravano riti propiziatori per attirare fecondità e fertilità,  determinanti per l’annata agricola che stava per ricominciare.

Essa contrassegnava simbolicamente il transito dal “periodo oscuro” del freddo e buio dell’inverno verso il rinnovamento  della primavera.

Le origini della Candelora vanno ricercate nelle antiche celebrazioni italiche, legate soprattutto alle divinità romane. Chiamata Imbolc dai Celti, segnava il passaggio tra l’inverno e la primavera ovvero tra il momento di massimo buio e freddo e quello di risveglio della luce.

Nel mondo romano la Dea Februa (Giunone) veniva celebrata alle calende di febbraio. Ma nella Roma antica, il mese di febbraio era un momento contrassegnato dal caos, dal rimescolamento tra vecchio e nuovo: non a caso è ancora oggi legato al Carnevale, la festa celebrativa della confusione e del ribaltamento delle regole.

Come dicevamo, il giorno della Candelora si trova a metà strada tra il solstizio d’inverno e l’equinozio di primavera, e forse per questo in tale giorno (che si celebra in gran parte del mondo) è consuetudine pronosticare il meteo delle settimane successive.

Infatti la tradizione storica e popolare ci ha tramandato tutta una serie di detti e proverbi legati al due Febbraio. Tra essi, senza dubbio il più noto è

“Per la santa Candelora se nevica o se plora dell’inverno siamo fora”

In quasi tutte le regioni d’Italia e d’Europa v’è qualche proverbio che allude al cambiamento delle stagioni

Per sostituire i pagani Lupercali, papa Gelasio I (492-496) ottenne dal Senato la sostituzione degli antichi riti con la festa della Candelora, che in origine veniva celebrata il 14 febbraio (40 giorni dopo l’Epifania).

Nel VI secolo la ricorrenza fu anticipata da Giustiniano al 2 febbraio, data in cui si festeggia ancora oggi.

La festa viene osservata anche dalla Chiesa ortodossa (che e da diverse chiese protestanti. In molte zone e in diverse confessioni è tradizione comune che i fedeli portino le proprie candele alla chiesa locale per la benedizione

Per la Chiesa, questo è il giorno in cui si celebra la Presentazione di Gesù al Tempio e la Purificazione della Vergine. Nella tradizione popolare è detta “Candelora“, perché prevede la benedizione di ceri e candele nelle chiese, a simboleggiare Gesù,  “luce per illuminare le genti” (così lo definì il vecchio Simeone)

Il giorno successivo, il 3 febbraio, si celebra la memoria di san Biagio di Sebaste, nella quale è tradizione, in alcuni luoghi, compiere una benedizione della gola con le candele benedette il giorno precedente.

La tradizione prevede che i fedeli conservino in casa i ceri benedetti, accendendoli per essere “illuminati” dalla protezione Divina in casi di calamità, di epidemie, di assistenza ad un moribondo , di parti difficili, e nell’attesa dell’arrivo di una persona cara che non torna.

CANDELORA DELL’INVERNO SEMO FORA? La Festa delle crêpes

Fin dall’antichità, dunque, il mese di febbraio (nome che deriva dal latino “februare”, purificare) è associato al “fuoco nuovo”, cioè al periodo di purificazione della natura che si prepara a uscire dall’inverno.

In Francia, la festa della Candelora è meglio nota come FESTA DELLE CRÊPES. Infatti il 2 febbraio si mangiano crêpes. La tradizione vuole che quel giorno si faccia saltare la prima crêpe con la mano destra, tenendo nella mano sinistra dell’oro se si vuole ricchezza e prosperità per l’anno a venire!

Secondo la leggenda, la tradizione di mangiare le crêpes il 2 febbraio nacque quasi insieme alla festa. Per incoraggiare e ricompensare i numerosi pellegrini giunti a Roma per festeggiare la Candelora, infatti, Papa Gelasio ordinò che dalle cucine vaticane si portassero grandi quantitativi di uova e farina, con cui furono poi cucinate le prime rudimentali crêpes, come le chiamarono i fedeli per il loro aspetto “increspato” (da crispus, “ondulato” in latino).

Le crêpes sono chiamate in modo diverso a seconda delle regioni e a seconda che siano sottili, spesse, croccanti, soffici, grandi o piccole. Per esempio, si chiamano tantimolles in Champagne, vautes nella Ardennes, roussettes nel Pays d’Anjou, croupets in Guascogne…

…LE NAVETTE DI MARSIGLIA

A Marsiglia, il 2 febbraio, si trasporta la statua della Vergine Nera dal Vieux-Port all’Abbazia di Saint Victor, seguita dai fedeli che portano un cero verde tra le mani.

Dopo la messa, si passa alla benedizione del Four des navettes, la più antica panetteria di Marsiglia, situata di fronte all’Abbazia. Le navette benedette sono un pane aromatizzato con anice e acqua di fiori d’arancio, tipico della zona. Esse venivano conservate al capezzale del letto, insieme al cero benedetto.

 

 

 

CANDELORA DELL’INVERNO SEMO FORA? La festa dell’ORSO

Antichi riti celtici continuano a vivere nella Festa dell’Orso, tipica delle zone più a Nord d’Italia.
Ad Aosta, il 31 Gennaio, si svolge una delle più grandi fiere d’artigianato d’Italia. La festa, sebbene abbia assunto un volto cristiano, conserva il suo sapore arcaico e rurale.

In altre zone dell’arco alpino, e in alcune regioni centro-meridionali, la Candelora è chiamata “Giorno dell’orso”. Come abbiamo raccontato anche QUI, si pensa che in questo giorno l’orso si svegli dal letargo e esca fuori dalla sua tana per vedere come è il tempo. Può così decidere se uscire dal letargo o meno: se il tempo è nuvoloso annuncia l’imminente arrivo della primavera, se viceversa, il tempo è chiaro e soleggiato l’orso torna a dormire nella tana.

Sembra che, in tempi remoti, un montanaro/domatore andasse in giro da un paese all’altro facendo ballare l’orso nelle piazze, per celebrare il ritorno della luce e della bella stagione e la relativa sconfitta delle forze del buio e del freddo.

A Putignano, in provincia di Bari, famosa soprattutto per il suo Carnevale, il giorno della Candelora era anche il giorno dell’orso.

Le vie del paese erano percorse da un uomo travestito da orso, il quale si fermava nelle piazze, e al suono di tamburi, ballava la tarantella, attorniato dai paesani che oltre ad accompagnare la sua danza battendo le mani a tempo, lo punzecchiavano o lo colpivano con qualche sberla.

In Stati Uniti e Canada, il 2 febbraio è chiamato “giorno della Marmotta”, una tradizione Amish diffusasi poi in tutto il Nord America.

Secondo la tradizione, in questo giorno si osserva la tana di una marmotta. Se questa emerge e non riesce a vedere la sua ombra perché il tempo è nuvoloso, l’inverno finirà presto; se invece vede la sua ombra perché è una bella giornata, si spaventerà e tornerà di corsa nella sua tana, e l’inverno continuerà per altre sei settimane.

CANDELORA DELL’INVERNO SEMO FORA? Le tradizioni culinarie

Se in Francia si mangiano le crepes, che cosa cuciniamo in Italia?

Catania, con la Candelora si aprono i festeggiamenti per la santa protettrice della città siciliana: Sant’Agata.

In quei giorni, oltre alla calia e alla simenza (rispettivamente ceci e semi di zucca essiccati e tostati) presenti in ogni festa siciliana, si mangiano anche cassateddi (dolci di ricotta fritti a forma di mammella) e olivette di Sant’Agata (piccoli dolcetti di pasta di mandorle a forma di olive).

Invece in Campania è tradizione preparare il MIGLIACCIO DOLCE, che solo successivamente divenne il dolce tipico del periodo di Carnevale.

In Calabria, laCandelora richiama l’arrivo del Carnevale e ci si ritrova per festeggiare gustando piatti a base di carne di maiale, in preparazione ai giorni di “magro” della Quaresima.

Il detto popolare “Da Candelora cu non ava carna s’impigna’ a ‘ fijjola” si riferisce a chi non aveva possibilità economica di avere carne in questa giornata e faceva sacrifici per poterla comprare.

A San Bartolomeo a Mare, in provincia di Imperia, da secoli il 2 e 3 Febbraio si svolge la Fiera della Candelora, storicamente legata all’inizio della stagione agricola.

In Messico, invece, si preparano i TAMALES,  involtini ripieni di carne, verdure, frutta o altri ingredienti. Il ripieno viene avvolto in foglie di pannocchia e/o di mais, banane, avocado o maguey (agave americana).

La cottura può avvenire al vapore o possono essere lessati in abbondante acqua.

E noi che cosa mangiamo per la Candelora? Ve lo racconto domani!

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!