I BAMBINI SARDI NON PIANGONO MAI

I BAMBINI SARDI NON PIANGONO MAI è il secondo romanzo di Gesuino Némus, “nom de plume” di Matteo Locci, quasi sessantenne scrittore sardo. Vediamo insieme di che cosa parla

 

I bambini sardi non piangono mai

Gesuino Némus

Editore: Elliot

Anno edizione: 2016

Pagine: 191 p.

I bambini sardi non piangono mai.  Descrizione

Vincitore Premio “Franco Fedeli” miglior poliziesco dell’anno 2016.

Il paesino sardo di Telévras – già protagonista ne La teologia del cinghiale – si tinge ancora di giallo con il ritrovamento di due morti: prima un cadavere “sparato in faccia” e poi, a distanza di qualche giorno, uno scheletro in una grotta.

Il giovane capitano dei carabinieri incaricato delle indagini non sa da che parte iniziare e la collaborazione dei cittadini è nulla: nessuno ha visto o sentito niente. Nel frattempo Gesuino, ormai ritornato a casa dopo una vita passata in manicomio, inizia a scrivere un altro dei suoi libri, sempre con la speranza che possa essere pubblicato. Si tratta di una storia che risale al 1968, quando si inneggiava alla liberazione della Sardegna, mentre le università bruciavano e il mondo sembrava dovesse, finalmente, cambiare.

Ma oltre agli ideali c’erano di mezzo anche molti soldi, senza contare Servizi segreti, depistaggi e sicari senza scrupoli. Gesuino è sicuro che a nessuno possa più interessare quella verità, fino al giorno in cui le sue pagine arrivano nelle mani di chi intuisce che i misteri del passato si intrecciano fatalmente con quelli del presente…

I bambini sardi non piangono mai. Breve riassunto e commento personale

Una sorta di prequel de “La teologia del cinghiale”, che ci racconta una Sardegna rurale e allo stesso tempo contemporanea. Divertente il fatto che le stesse parole già comparivano in quel romanzo, dove si leggeva (pag 68):

I bambini sardi non piangono mai
Perché per loro hanno già pianto troppo
I padri e le madri
Ma io sono un bambino fortunato
Perché non ho padre
Perché non ho madre
E chiedo scusa a tutti se sono proprio fortunato
Perché per me piange il maestrale…

IL LIBRO, INFINE

Al ritrovamento del corpo di un uomo ucciso da una fucilata in faccia, (e riconosciuto solo grazie al suo odore!) segue quello di uno scheletro in una grotta: una concatenazione che sembra casuale, ma che invece mostrerà lentamente tutti i legami con vecchie faccende isolane.

Sulle due morti misteriose indaga il capitano dei Carabinieri, di origini settentrionali, Marino Terevazzi, appena giunto sull’isola su sua esplicita richiesta (un pazzo!), che eviterà i facili stereotipi della vendetta e del rapimento finito in tragedia, e dimostrando invece acume e apertura mentale, valutando i dettagli e ascoltando i racconti a prima vista meno affidabili.

GESUINO E I SUOI TITOLI

Intanto Gesuino, ritornato in Sardegna e alla casa materna dopo una vita passata in manicomio, inizia a scrivere un libro che non sarà mai pubblicato. Si tratta di una storia che risale al 1968, quando i ragazzi inneggiavano alla liberazione della Sardegna, mentre le università bruciavano e il mondo sembrava essere sconvolto dalla contestazione.

In pratica, mentre aiutava il padre ad accudire il gregge di pecore, Gesuino scopre che il genitore è coinvolto in piani per rendere Corsica e Sardegna un unico Stato. Agli ideali che muovono molti dei “cospiratori” si affianca l’interesse di alcuni per i soldi…in mezzo anche molti soldi, servizi segreti, depistaggi e sicari senza scrupoli.

Gesuino è sicuro che a nessuno interessa conoscere la verità sui fatti legati ad avvenimenti così lontani. Ma si sbaglia: qualcuno comprenderà appieno la portata delle rivelazioni del “folle”… e le utilizzerà per portare alla luce la verità. Una verità che si dimostrerà imbarazzante…

NON SOLO UN GIALLO…

Ancora una volta, un libro estremamente difficile da definire e classificare. Che si legge tra una risata e una lacrima e ci da tanto su cui riflettere. In realtà il mistero da risolvere è soltanto un pretesto per parlare dell’indipendentismo sardo e della gente di Sardegna.

Toccante la parte dedicata ad Antonio Gramsci, un esempio di quei bambini sardi “che non piangono mai”.

Ho pianto (come al solito!) leggendo dell’infanzia di Gesuino, che ci mostra perché i bambini sardi non piangono. Da sbellicarsi dalle risate, invece, numerosi brani in cui il nostro Gesuino ci racconta dei libri che sta leggendo. Perché Gesuino non si limita a leggere i romanzi,ma li vive in prima persona !

Migliore del precedente!

VOTO : 9/10

I bambini sardi non piangono mai. La ricetta

SEADAS, il dessert sardo per eccellenza.

Si tratta in pratica di una specie di tasca chiusa di pasta di semola ripiena di formaggio, simile a un grande raviolo, prevalentemente tonda.

Viene fritta e poi, prima di essere gustata, avvolta nel miele: un mix di sapori davvero inconfondibile che ha origini molto antiche

La ricetta nel post di domani, insieme alla recensione dell’ultimo libro di Gesuino Némus, “Ora pro loco”

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!