ORA PRO LOCO di Gesuino Némus

ORA PRO LOCO di Gesuino Némus, ultimo libro di questo stupefacente autore sardo!

Vediamo insieme dove andremo a parare questa volta!

 

Ora pro loco

Gesuino Némus

Editore: Elliot

Anno edizione: 2017

Pagine: 246 p

 

 

 

 

 

Ora pro loco. Descrizione

«Il lavoro sui personaggi è la caratteristica vincente. E un trascolorare di toni che va dalla malinconia all’ironia» – Ermanno Paccagnini, La Lettura

Dall’imprevedibile autore de “La teologia del cinghiale”, un nuovo mistero ambientato nel mitico paesino sardo di Telévras.

Uno strano incidente d’auto, un suicidio impensabile, un ragioniere trafficone sono solo alcuni degli elementi che ci riportano a Telévras, uno dei territori più poveri del pianeta. I turisti lì non arrivano. Occorre inventarsi qualcosa, per fare in modo che cessino lo spopolamento e il decremento demografico.

È una Telévras contemporanea, ma gli abitanti, i loro comportamenti e le loro aspirazioni non sembrano adeguarsi ai tempi. Una galleria di nuovi personaggi, da Donamìnu Stracciu, poeta “apolide e apocrifo”, alla catechista di professione Titina Inganìa, fino a Michelangelo Ambéssi, l’uomo per cui tutto ciò che supera il metro e sessanta è da guardare con sospetto: sono loro alcuni dei protagonisti di questa vicenda che sembra passare quasi inosservata anche nelle cronache locali.

Ma, in una fredda mattina d’inverno, arriva nel paesino l’ispettore Marzio Boccinu, al momento in congedo dalle forze dell’ordine, il quale si troverà invischiato in un intreccio in cui la realtà supererà, come sempre, ogni fantasia…

Ora pro loco. Breve riassunto e commento personale

Come sempre, è difficile raccontare un libro di Gesuino Némus. Tanti e troppi i personaggi e i fatti che si intrecciano in una girandola che ti trascina dalla prima all’ultima pagina, lasciandoti, ancora una volta, senza fiato.

C’è l’indagine per omicidio, ma non solo. Ci sono tanti nuovi personaggi e tanti eventi.

Una donna francese finita con l’auto in una scarpata, che si scopre già morta al momento dell’incidente. Il conducente del bus del paese “suicidato” da una pistola che non ha mai posseduto.

E il responsabile della Pro Loco, spirato di morte naturale a 82 anni. Troppi morti, tenuto conto che siamo a Telévras, immaginario paese dell’entroterra sardo, di quelli soggetti a spopolamento, di quelli snobbati dai turisti perché troppo distanti dal mare, ma dove si campa tranquillamente anche cent’anni.

La morte di Venanzio Oréri, presidente della locale Pro Loco, provoca la rapida diffusione di un sentimento di malinconia e sconforto.

Aveva passato tutta la vita a promuovere il territorio, pubblicizzarne le sue bellezze,decantarne le meravigliose virtù dei prodotti tipici, promuovere quelle spiagge da sogno ma…
[…] E ora lo avevano trovato esanime, nella sua casa in pietra a ridosso delle montagne, col volto sereno di chi muore circondato dall’effetto dei suoi trigliceridi, lasciava un vuoto incolmabile in quella piccola comunità. Incolmabile è il termine giusto: nessuno, infatti, voleva quel posto!

Nessuno sembra infatti volersi assumere la responsabilità di portare avanti la faticosa opera di promozione del territorio in cui Venanzio aveva investito tempo ed energie.

Per “fortuna” l’Ente del Turismo della Regione sembra aver preso in carico la drammatica condizione di Telévras. In paese si presenta un faccendiere, il ragionier Franco Ferrucas, con un piano per la rinascita della zona.

La sua proposta, però, viene accolta con estrema freddezza dagli abitanti del paesino. Infatti, per loro,  l’idea di costruire un supercarcere per i condannati al 41 bis, per poter dare lavoro agli abitanti della zona, non è affatto una “buona trovata”.

Ad incendiare gli animi è una terza morte, dopo quella di Venanzio Oréri e della turista francese, che a Parigi aveva un’agenzia di viaggi. L’autista di autobus Sergiolino, neo – eletto presidente della Pro Loco,  dopo aver deposto la propria testimonianza relativa all’incidente d’auto, si sarebbe sparato un colpo in testa.

A questo punto le morti “accidentali” iniziano a essere troppe e l’ispettore capo Marzio Boccinu, ritiratosi volontariamente dalla professione per un periodo di congedo, decide di portare avanti le indagini e si trasferisce a Telévras.

Lì impara a conoscere un mondo completamente diverso e incontra diversi soggetti stravaganti, con cui però sembra trovarsi a suo agio. E gli abitanti di Telévras lo accolgono tra loro, dopo un periodo di diffidenza iniziale.

Il buon ispettore trova pure l’amore, nella persona della catechista  Titina Inganía.

Narratore della vicenda è Gesuino Némus, da quella sua casa sita a Cuccurru, proprio l’ultima [casa], quella dove non arrivano manco le capre, tornato in Sardegna dopo le vicende de I bambini sardi non piangono mai.

Némus fa da “suggeritore” all’ispettore, Marzio Boccinu, coinvolto inun’assurda inchiesta “parallela” dal procuratore, che lo fa persino reclutare dai “Servizi”!

Insomma, un altro libro degno di essere letto, che vi consiglio caldamente. Chiedete al Maritozzo!

VOTO : 10/10

 

 

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!