TARALLI ZAFFERANO E TARTUFO NERO
Esperimenti in corso con questi TARALLI ZAFFERANO E TARTUFO NERO! Si conservano benissimo in una scatola di latta per una settimana.
Perdono un pochino di croccantezza, ma sono sempre buonissimi!
Ingredienti
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500 g Farina (Ho mescolato 300 g di Farina 00 e 200 g di Semola di grano duro)
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125 ml Olio extravergine d'oliva
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150 ml Vino bianco secco
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1 pizzico Sale fino
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1 bustina Zafferano
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q.b. Tartufo nero
Preparazione
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Mettete la farina con il sale e una grattugiata di tartufo in una ciotola. Mescolate gli ingredienti secchi e poi create la classica struttura a fontana, con un foro centrale.
Sciogliete lo zafferano nel vino e versatelo insieme all’olio nel foro centrale. Impastate gli ingredienti tra loro e lavorate il vostro impasto finché non diventa elastico.
Formate una palla e mettetela in una ciotola. Coprite con un canovaccio e lasciate riposare per circa 20 minuti
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Intanto che il vostro impasto riposa, portate a ebollizione in una pentola abbastanza grande abbondante acqua con un cucchiaio di sale.
Trascorso il tempo di riposo, dividete il vostro impasto in tante striscioline sottili di circa 18 cm di lunghezza e dal diametro non superiore a 1 cm.
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Chiudete le striscioline su se stesse a formare un piccolo cerchio , schiacciando bene le estremità. Io ero in vena di romanticherie e ho dato una forma a cuore, schiacciando il cerchio al centro
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Immergete i taralli nell’acqua bollente pochi per volta e scolateli appena salgono a galla.
Lasciateli ad asciugare su un panno per alcuni minuti.
Preparate una teglia foderata di carta forno e, una volta asciutti, disponetevi sopra i taralli.
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Infornate la teglia in forno preriscaldato a 200°C e fate cuocere per circa 25 minuti.
Appena diventano dorati, sfornateli e fateli raffreddare prima di riporli in una scatola
Note
TARALLI ZAFFERANO E TARTUFO NERO
Il tarallo è un prodotto di panificazione tipico di tutto il Sud della nostra penisola. In ogni regione assume una sua caratteristica particolare. Il più conosciuto è il tarallo pugliese, aromatizzato con i semi di finocchio oppure all’olio.
La storia dei taralli è talmente antica che ormai si sono perse anche le tracce sull’origine del nome: alcune teorie lo fanno discendere dal latino, altre dal francese, altre dall’italico, alcune dal greco.
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