SOLINA GRANO D’ABRUZZO

Il grano Solina è un’autentica eccellenza del nostro territorio. Ritenuto “la mamma di tutti i grani”, era l’unico in grado di crescere sulle nostre montagne.

Scopriamolo insieme

SOLINA GRANO D’ABRUZZO

La Solina, grano antico, vanto d’Abruzzo

La Solina è il frumento tenero tipico delle montagne abruzzesi. Rustico, resistente al freddo e in grado di assicurare produzioni limitate ma costanti anche su terreni poco fertili. Insieme al Saragolla, che invece è un grano duro, costituiva la base dell’alimentazione dei nostri antenati.

Non dimentichiamo che è compresa tra i Prodotti agroalimentari tradizionali.

Della sua presenza in Abruzzo si sono trovate tracce e fonti risalenti al 1500. Per secoli ha quindi sviluppato un adattamento all’ambiente difficile della montagna, caratterizzato da un terreno brullo e un clima rigido. Il suo seme è in grado di sopravvivere sotto terra nel periodo invernale senza marcire. 

Con la sua farina si producono da secoli pane e pasta. Secondo molti, si tratterebbe del SILIGO citato da Columella in epoca romana. 

Quella coltivata nella nostra regione è una varietà autoctona dell’Appennino abruzzese.

Diversi proverbi testimoniano la stretta connessione tra questa varietà e la vita del popolo abruzzese.

Apprezzata per la sua costanza produttiva, in passato, la solina garantiva l’alimentazione e quindi la sopravvivenza delle famiglie.  In alcuni detti popolari si esaltano le elevate caratteristiche organolettiche di questo frumento; infatti, si sostiene, a ragione, che “quella di Solina aggiusta tutte le farine”.

Come dicevamo , sue tracce sono state rinvenute negli atti notarili stipulati presso la Fiera di Lanciano già nel 1500. Nel 1793, Michele Torcia, nel suo “Pel paese de’ Peligni”, racconta

«non dimenticheremo il pane di Popoli che non la cede se non al solo di Teramo in tutta la Monarchia… il pane a Popoli esce dal grano solino.

In bontà ha per compagni per altro il pane dell’amena Serracapriola, del fulgido Montefusolo, del pingue Benevento, e per la verità in altri luoghi dell’Apruzzo»

Ne parla come di uno dei migliori del Regno di Napoli.

Con l’avvento delle nuove varietà, la Solina è caduta un po’ nel dimenticatoio. Infatti, rispetto alle tipologie moderne, si tratta di unacoltura meno semplice, di poca resa e, soprattutto, costosa sul mercato finale.

Per fortuna è stata “riscoperta” ed ora la Solina sta vivendo una stagione di rivalutazione e rilancio.

SOLINA GRANO D’ABRUZZO. Un po’ di botanica

Si tratta di una varietà di frumento tenero dalle straordinarie proprietà organolettiche e nutrizionali, capace di esprimere e preservare tutto il suo potenziale soltanto laddove se ne preservi la storica coltivazione in altitudine.

La Solina dell’Appennino Abruzzese ha ottenuto il riconoscimento di Presidio Slow Food, oltre ad essere stata inserita dall’ONU, in occasione della Giornata Internazionale della Montagna, tra i dieci prodotti alimentari di montagna più rari e preziosi di tutto il mondo.

Il Consorzio Produttori Solina d’Abruzzo, nato per preservare questa coltura, ha stilato un disciplinare, da cui si riscontra che il territorio di coltivazione include:

  • tutti i comuni della provincia dell’Aquila, ad esclusione dell’area compresa nella Conca del Fucino, delimitata dalla Via Circonfucense per la sua eccessiva fertilità,
  • i comuni montani delle altre tre province abruzzesi (Teramo, Chieti, Pescara) , per le aree poste al di sopra dei 750 metri sul livello del mare.

La Solina (triticum aestivum) è un grano a taglia alta (120-130 cm) e per questo competitivo con le erbe infestanti.

È molto rustico, in grado di resistere per mesi sotto la neve e alle gelate, cresce bene su terreni non eccessivamente fertili, addirittura un eccesso di fertilità gli è dannoso in quanto facilmente si alletta, non può essere forzato con azotature. 

Ha semina autunnale. Infatti la semina avviene verso la metà o la fine di settembre ad alta quota e fino alla fine di ottobre a quote inferiori. Ricordiamo che la solina può essere coltivata dai 600 ai 1400 m di altitudine! 

La spiga di colore bianco (o più raramente rossastra) raggiunge gli 8-9,5 cm. Le cariossidi sono grandi 42-46 mg e lunghe 2,85-2,95 mm.

Il grano Solina ha un basso contenuto di glutine, 10-11% contro il 14-17% delle varietà moderne. Il tenore proteico è del 18% contro il 12% del grano moderno.

Inoltre esso è particolarmente adatto ad essere coltivato con i metodi dell’agricoltura biologica, in quanto non richiede elevati apporti di azoto e, grazie alla sua taglia ed alla sua capacità di accestimento, riesce a competere con le erbe infestanti, non rendendo così necessario il ricorso al diserbo chimico

SOLINA GRANO D’ABRUZZO. GLI USI DELLA FARINA

Se assaggerete la Solina, non potrete più farne a meno! Dal grano tenero Solina si ricava infatti una farina morbida al tatto, di colore chiaro e dal particolare profumo di montagna, facilmente lavorabile a mano.  La farina di Solina conferisce al pane ed alla pasta fatti in casa un sapore unico, pieno e deciso ma non eccessivo.

Le scorie della farina, la semola, come nel caso del grano duro viene rimacinata, mentre gli scarti vengono utilizzati per uso alimentare degli animali

Ovviamente fatto con il lievito madre, il pane di solina è un prodotto davvero eccellente! Ma con la Solina potete preparare di tutto, dai crackers ai dolci! Per non parlare della pizza! 

Io l’ho usata di recente per preparare la classica scrocchiarella romana e per delle deliziose brioche parigine! 

Tra i Prodotti Agroalimentari tradizionali abruzzesi rientrano diversi pani con la farina di Solina

Tra essi, le Pagnotte da forno di Sant’Agata, un pane tipico di Castelvecchio Subequo. Si tratta di pane sacro, legato alla celebrazione della festa di Sant’Agata. Le pagnotte vengono preparate sia salate sia dolci: sono impastate con farina di grano “Solina”,  patate, lievito naturale.

Troviamo poi anche il PANE DI SOLINA. Tendenzialmente scuro, ha un profumo fragrante che si conserva per lungo tempo e sapore piacevolmente amarognolo.

Prepareremo insieme molti prodotti con la Solina!

Si tratta infatti di una farina semintegrale, piuttosto ruvida al tatto, che richiede più acqua rispetto alla normale farina 0

SOLINA GRANO D’ABRUZZO, ICONA DELLA BIODIVERSITÀ AGRICOLA D’EUROPA

(Dal sito del Consorzio Produttori Solina)

In occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità, ricordiamo che la Solina è un’icona della biodiversità. Infatti il suo ruolo nella preservazione del patrimonio genetico è stato recepito e straordinariamente esaltato dalla Commissione Europea (Direzione Generale Agricoltura e Sviluppo Rurale).

Come si legge nel sito del Consorzio, la Solina fa parte dal 2016 del progetto “Preparatory Action on EU plant and animal genetic resources in agriculture”.

Esso è dedicato a recupero, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio europeo delle risorse genetiche in agricoltura. Insieme alla solina lo studio si occupa anche di altri tre casi europei di biodiversità agraria: 

  1. rare razze di suini in Croazia
  2. varietà autoctone di cavoli in Germania
  3. la Bretonne Pié Noir, una rara razza di bovini tipica della Bretagna francese

Lo studio europeo è rivolto alla ricerca di vie per un uso sostenibile a livello ambientale ed economico di queste risorse, tuttora percepite come marginali ma dalle grandi potenzialità, e verso la costruzione di filiere produttive capaci di ispirare e incoraggiare, in tutto il continente, sia gli agricoltori che ogni altro rappresentante delle filiere stesse.

In questo nuovo scenario, Il Consorzio Produttori Solina d’Abruzzo ha intrapreso una molteplicità di azioni tra loro interconnesse ed incentrate sugli obiettivi della ricerca, della tutela e della valorizzazione della varietà.

Dopo la creazione della filiera del pane di Solina, il Consorzio prevede la costruzione di un sistema di filiere, che coinvolga

aziende agricole, stoccatori, trasformatori, istituti di ricerca, soggetti dediti alla comunicazione e alla educazione in ambito agro-alimentare, istituzioni, reti di collaborazioni e la comunità di fruitori nel suo complesso in un coordinamento virtuoso, incentrato sui principi della salvaguardia partecipativa e della sostenibilità ambientale ed economica.

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!