PRESEPE STORIA E CURIOSITÀ

PRESEPE STORIA E CURIOSITÀ

Oggi, giorno dell’Epifania, il presepe vede finalmente la scena completarsi con l’arrivo dei RE MAGI, che la tradizione prevede vengano aggiunti proprio il sei gennaio!

Quando eravamo piccole, con i miei genitori abbiamo avuto modo di vedere il bellissimo presepe vivente di Rivisondoli, uno dei più famosi in Abruzzo, e l’esperienza è stata magica… Quest’anno si è svolta la 67° edizione!

Per chiudere questo periodo voglio quindi parlarvi del presepe, della cui simbologia ero completamente all’oscuro!

PRESEPE STORIA E CURIOSITÀ. Le origini

Il presepe presepio è una rappresentazione della nascita di Gesù, che ha avuto origine da tradizioni medievali; inizialmente italiana, l’usanza di allestire il presepio è diffusa oggi in tutti i paesi cattolici del mondo.

Il presepe tradizionale viene allestito durante il periodo natalizio e vi sono presenti statue, disposte in un ambiente ricostruito in modo realistico.

Vi compaiono tutti i personaggi e i luoghi della tradizione: la grotta o la capanna, la mangiatoia con Gesù bambino, Giuseppe e Maria, i magi, i pastori, le pecore, il bue, l’asinello e gli angeli.

Secondo la tradizione, la statuina di Gesù Bambino va posta nella mangiatoia alla mezzanotte tra il 24 e il 25 dicembre, mentre le figure dei magi vanno avvicinate poco a poco alla capanna, dove arrivano ad adorare Gesù nel giorno dell’Epifania.

Lo sfondo può raffigurare il cielo stellato oppure può essere uno scenario paesaggistico. A volte le varie tradizioni locali prevedono ulteriori personaggi.

Per tradizione, il presepe si mantiene sino al giorno dell’Epifania, quando si mettono le statuine dei Re Magi di fronte alla Sacra Famiglia, o anche sino al giorno della Candelora, sia in Italia, sia in altri paesi.

LO SAPEVATE???

Il termine deriva dal latino praesaepe, cioè greppia, mangiatoia, ma anche recinto chiuso, dove venivano custoditi ovini e caprini

La più antica raffigurazione della Vergine con Gesù Bambino si può ammirare nelle Catacombe di Priscilla sulla Via Salaria a Roma, dipinta da un ignoto artista del III secolo d.C.

Lunga e ricca di esempi è quindi la tradizione di realizzare immagini pittoriche della Natività.

Alla raffigurazione pittorica seguì poi la rappresentazione tridimensionale, allestita in occasione delle festività natalizie, proprio ciò che oggi intendiamo con il termine “presepe”.

IL PRIMO PRESEPIO A GRECCIO

Il “PRESEPE 3D” ebbe origine all’epoca di San Francesco d’Assisi, che nel 1223 realizzò a Greccio la prima rappresentazione della Natività, dopo aver ottenuto l’autorizzazione da papa Onorio III.

Francesco era tornato da poco (nel 1220) dalla Palestina e, colpito dalla visita a Betlemme, intendeva rievocare la scena della Natività in un luogo, Greccio, che trovava tanto simile alla città palestinese.

Nella rappresentazione preparata da San Francesco, al contrario di quelle successive, non erano presenti la Vergine Maria, San Giuseppe e Gesù Bambino; nella grotta fu celebrata la Messa con un altare portatile, posto sopra una mangiatoia presso la quale erano i due animali ricordati dalla tradizione, ossia l’asino e il bue.

Giotto ha reso omaggio al primo presepe con un’opera bellissima, che ancora oggi possiamo ammirare nella Basilica superiore di Assisi, l’affresco Presepe di Greccio

Su impulso di ciò che aveva fatto Francesco a Greccio, ben presto passò si diffuse l’usanza di rappresentare la nascita di Gesù, soprattutto all’interno delle chiese.

Fu solo nel Seicento che il presepe iniziò a diffondersi anche nelle case dei nobili sotto forma di “soprammobili” o di vere e proprie cappelle in miniatura.

Perché il presepe arrivasse nelle case di tutti si dovette però aspettare la fine dell’Ottocento. 

In quel periodo soltanto, infatti, il presepe arrivò anche negli appartamenti dei borghesi e del popolo, dove divenne il centro simbolico attorno al quale ruotano le festività natalizie. La diffusione dell’albero di Natale non ha cancellato la tradizione del presepe, ma si è ad essa affiancata.

PRESEPE STORIA E CURIOSITÀ. I simboli del presepe

Il presepe è una rappresentazione ricca di simboli, alcuni riconducibili al racconto di Luca nel Vangelo, come la mangiatoia, l’adorazione dei pastori e la presenza di angeli nel cielo.

Altri elementi appartengono ad una iconografia propria dell’arte sacra: Maria ha un manto azzurro che simboleggia il cielo, San Giuseppe ha in genere un manto dai toni dimessi a rappresentare l’umiltà.

Magi invece derivano dal Vangelo di Matteo e dal Vangelo armeno dell’infanzia. In particolare, quest’ultimo fornisce informazioni sul numero e il nome di questi sapienti orientali: Melkon (Melchiorre), Gaspar (Gaspare) e Balthasar (Baldassarre).

Alcuni aspetti derivano da tradizioni molto più recenti. Il presepe napoletano, per esempio, aggiunge alla scena molti personaggi popolari, osterie, commercianti e case tipiche dei borghi agricoli, tutti elementi palesemente anacronistici. 

PRESEPE STORIA E CURIOSITÀ: San Gregorio Armeno

Via San Gregorio Armeno è la strada del centro storico di Napoli, celebre per le botteghe artigiane di presepi. Qui botteghe artigianali realizzano, durante tutto il corso dell’anno, statuine per i presepi, sia tradizionali che originali; solitamente ogni anno gli artigiani più eccentrici realizzano statuine con fattezze di personaggi di stringente attualità che magari si sono distinti in positivo o in negativo durante l’anno.

Personaggi tipici del presepio napoletano sono:

  • Benino Benito, pastorello che dorme beato e che si immagina dia origine al presepe sognando;
  • il vinaio, che ricorda l’eucaristia;
  • Cicci Baccoretaggio dell’antica divinità pagana, Bacco, dio del vino;
  • il pescatore ricorda simbolicamente San Pietro, pescatore di anime;
  • zi’ Vicienzo zi’ Pascale, compari, sono la personificazione del Carnevale e della Morte;
  • il monaco, simbolo di un’unione tra sacro e profano che si realizza nel presepe napoletano;
  • la zingara, giovane donna, con vesti rotte ma appariscenti, che prevedendo il futuro, predice la passione di Gesù;
  • Stefania, una giovane che, quando nacque il Redentore, si incamminò verso la Natività per adorarlo e riuscì nel suo intento solo grazie al suo ingegno e ad un intervento miracoloso;
  • la meretrice, contrapposta alla purezza della Vergine, si colloca nelle vicinanze dell’osteria;
  • i venditori : sono almeno dodici, per rappresentare i mesi dell’anno:
    • Gennaio macellaio o salumiere;
    • Febbraio venditore di ricotta e formaggio;
    • Marzo pollivendolo e venditore di uccelli;
    • Aprile venditore di uova;
    • Maggio rappresentato da una coppia di sposi recanti un cesto di ciliegie e di frutta;
    • Giugno panettiere o farinaro;
    • Luglio venditore di pomodori;
    • Agosto venditore di cocomeri;
    • Settembre venditore di fichi o seminatore;
    • Ottobre vinaio o cacciatore;
    • Novembre venditore di castagne;
    • Dicembre pescivendolo o pescatore.

Il presepe secondo don Pierino Fava (da Per mano mia di Maurizio de Giovanni)

Come vi avevo brevemente accennato nel raccontarvi il libro di De Giovanni, don Pierino Fava, “confidente speciale” del protagonista dei romanzi, il Commissario Luigi Alfredo Ricciardi, fornisce una bellissima spiegazione dell’iconografia del presepe. Nel libro si legge:

«OGNI PRESEPE, anche il più povero, è su tre livelli: in alto il castello di Erode, che rappresenta il potere e le prevaricazioni; in mezzo, la campagna, col gregge i pastori e il resto; in basso e davanti, la grotta con la Natività.

E, mischiati nel paesaggio, le rovine del tempio, a simboleggiare il trionfo della cristianità sugli dei pagani, la taverna, che simboleggia l’attitudine umana al vizio, ecc…»

Ci spiega poi che il banchetto in corso nella taverna

«fa riferimento  al rifiuto che le osterie e gli alberghi diedero alla Sacra Famiglia… rappresenta la cattiveria umana e l’egoismo…

Il forno fa invece riferimento al pane col vino. Il ponte sul fiume è l’unione, il ponte tra il mondo dei vivi e dei morti. Anche il pozzo rappresenta un collegamento diretto del mondo con l’inferno.

Ogni personaggio rappresenta un mese dell’anno: gennaio è il macellaio, febbraio il venditore di ricotta e così via fino a dicembre, rappresentato dal pescivendolo… In tutto dodici figure.

L’uomo addormentato a terra vicino al gregge rappresenta il fatto che la venuta di Cristo abbia risvegliato il sonno dell’ignoranza della vera fede.

San Giuseppe rappresenta la paternità, il lavoro, la durezza della vita per portare avanti i figli,il sacrificio quotidiano… E’ il patrono dei lavoratori»

PRESEPE STORIA E CURIOSITÀ. I PRESEPI IN ABRUZZO

La nostra bellissima regione, specie nel periodo invernale, ci regala tantissimi paesini “da presepe” e forse anche per questo la tradizione è sempre stata fortemente radicata nel nostro terittorio.

Secondo la storia, il primo presepe d’Abruzzo fu quello di Penne.  Proprio nel borgo, che oggi si trova in provincia di Pescara,  nel 1216, San Francesco aveva fondato il primo convento francescano della regione. Per il Natale del 1225, il beato Agostino d’Assisi, che aveva assistito al Natale di Greccio, realizzò a Penne la sacra rappresentazione natalizia. 

Il più antico presepe domestico è quello che si trovava presso la nobile famiglia Piccolomini di Celano. Secondo un inventario, redatto nel 1567, esso era composto da 116 figurine.

Per saperne di più sulla storia dei presepi in Abruzzo, cliccate QUI

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!