OLEOLITO DI TARASSACO e POMATA

OLEOLITO DI TARASSACO e POMATA

Anche quest’anno torniamo a preparare diversi oleoliti, che poi ci aiuteranno a combattere qualche acciacco nel corso dell’anno!

Come al solito, mi sono dedicata alla preparazione dell’oleolito di iperico, prezioso alleato di chi, come me, tende a distrarsi spesso e a scottarsi! Ed oggi è la volta di quello di tarassaco, indicato soprattutto per dolori muscolari e artritici!

Prima di metterci al lavoro, però, qualche “concetto” per affrontare con maggiore consapevolezza la ricetta

OLEOLITO DI TARASSACO. Che cos’è un oleolito

Vi ricordo che un oleolito è semplicemente un olio vegetale in cui è stata fatta macerare una pianta.

L’olelito conserva tutte le proprietà della pianta  e può essere un’ottima base per creme o unguenti oppure può essere usato puro per applicazione locale, come olio idratante o da massaggio.

OLEOLITO DI TARASSACO. Le proprietà del tarassaco

Noto anche come dente di leone, Piscialetto o soffione, il tarassaco è un’erba perenne diffusa praticamente ovunque.  Da sempre viene utilizzata per le sue proprietà depurative e drenanti. Ma possiede anche tante altre proprietà… per questo finisce così spesso nei nostri piatti.

Oltre che di acqua, la pianta è ricca di antiossidanti, proteine, fibre, sostanze vaso-protettive, sostanze digestive e depurative. Abbondano le vitamine, in particolare quelle del gruppo B, oltre a vitamine C, A, E, K. Numerosi gli antiossidanti, tra cui tannini, flavonoidi, betacarotene e criptoxantina.

L’oleolito di tarassaco è indicato in particolare per dolori di tipo muscolare, artritico e per le articolazioni in generale.

E allora, mettiamoci al lavoro!

OLEOLITO DI TARASSACO

  • DIFFICOLTÀ : molto bassa
  • PREPARAZIONE : 10 minuti
  • COTTURA : –
  • COSTO : medio

INGREDIENTI

PREPARAZIONE

Raccolti i fiori, tamponateli delicatamente con un canovaccio umido e disponeteli poi su un telo asciutto.

Fate asciugare i fiori per un paio di giorni in un luogo fresco e buio. Dobbiamo infatti fare perdere ai  fiori il loro elevato contenuto di acqua, che altrimenti renderebbe il nostro olio facilmente deperibile.

Trascorso questo tempo, prendete i fiori e metteteli in un barattolo di vetro.

Versate nel barattolo l’olio scelto in quantità sufficiente a coprire i fiori.

Adesso potete procedere in due modi

  • fate macerare per 6 settimane a temperatura ambiente, quindi esponete al sole per un giorno intero.

oppure

  • mettete il barattolo in una pentola d’acqua e riscaldate lentamente a fuoco medio basso fino a 40°C circa. Se non avete un termometro, dovrete sentire l’acqua calda.
  • Lasciate l’olio nell’acqua calda per 3 – 4 ore.
  • Togliete quindi dalla pentola il barattolo e riponetelo al buio per due giorni.

Trascorso il tempo di macerazione, filtrate l’oleolito e versate il preparato in una bottiglietta sterilizzata. Chiudete e conservate quest’olio per usarlo al bisogno.

Per aumentare la sua conservabilità, potete aggiungere qualche goccia di tocoferolo. Lo trovate in farmacia ed una boccetta dura davvero a lungo!

Potete usare l’oleolito anche per preparare un unguento, molto pratico da usare.

OLEOLITO DI TARASSACO e POMATA. La Pomata di tarassaco

Ecco come procedere per ottenere una comodissima pomata. Dovrete procurarvi la cera d’api, che trovate in vendita anche online ma che potete acquistare anche da qualche amico apicoltore! Nel primo caso otterrete un prodotto già purificato, nel secondo caso, invece, dovrete “pulire” la cera. E vi racconterò presto come fare!

Ingredienti

  • OLEOLITO DI TARASSACO 200 ml
  • CERA D’API 30 g

Mettete l’oleolito e la cera in un contenitore resistente al calore. Versate dell’acqua in una pentola adatta a contenere il recipiente con l’oleolito e mettete la pentola a bollire.

Appena l’acqua arriva a ebollizione, abbassate il fornello e mettete il recipiente con l’oleolito dentro la pentola. Ricordate che il contenitore con cera e oleolito non deve toccare il fondo della pentola e nemmeno le pareti.

Mescolate con un cucchiaio di legno e tenete sul fuoco finché la cera non si sarà sciolta completamente.

Adesso togliete il composto dal fuoco e versatelo in un barattolo di circa 250 ml oppure distribuitelo in barattolini più piccoli. Io riciclo allo scopo i barattoli delle creme

Quando il composto si sarà raffreddato, avrete ottenuto la vostra pomata!

OLEOLITO DI TARASSACO e POMATA. Una curiosità

Sapete perché il “bagnomaria” si chiama così? Deve il nome a Maria la Saggia o Maria l’Ebrea, vissuta forse prima del IV secolo.

Secondo la tradizione, a lei si deve uno dei trattati di medicina più usati dai medici arabi nel corso del Medioevo. Sempre a Maria la Saggia è attribuita la prima descrizione di apparecchi per la distillazione e di altre apparecchiature alchemiche. Il suo nome è rimasto legato al sistema di riscaldamento chiamato comunemente bagnomaria.

Nella distillazione, infatti, per non esporre direttamente alla fiamma la sostanza da distillare, il recipiente che la contiene viene immerso in un altro recipiente più grande, contenente acqua. In questo modo, ponendo la fiamma sotto il recipiente più grande, la temperatura non sale oltre il punto di ebollizione dell’acqua.

Il termine bagnomaria è rimasto nella pratica di cucina, per preparare creme o budini la cui riuscita sarebbe rovinata da una temperatura troppo alta o disomogenea

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!