LA SALITA DEI SAPONARI (#3 Guarrasi)

LA SALITA DEI SAPONARI è il TERZO ROMANZO che la bravissima scrittrice siciliana Cristina Cassar Scalia dedica alle indagini del vicequestore Giovanna “Vanina” Guarrasi. Vediamo che cosa accade in questa nuova avventura

LA SALITA DEI SAPONARI

Cristina Cassar Scalia

Editore: Einaudi

Prima pubblicazione : 2020

Pagine: 312 p

Genere : gialli

Preceduto da : La logica della lampara

Seguito da : L’uomo del porto

LA SALITA DEI SAPONARI : Il libro (dal sito dell’editore)

Solo un caso molto complesso può distogliere, anche se per poco, il vicequestore Vanina Guarrasi dalla caccia ai propri fantasmi e riportarla in azione. Anzi, qualcosa di più di un caso: un intrigo internazionale all’ombra dell’Etna.

Esteban Torres, cubano-americano con cittadinanza italiana e residenza in Svizzera, viene trovato morto nel parcheggio dell’aeroporto di Catania; qualcuno gli ha sparato al cuore. L’uomo ha un passato oscuro, e girano voci che avesse amicizie pericolose, interessi in attività poco pulite. Eppure le indagini sono completamente arenate: nessun indizio che riesca a sbloccarle.

Questo finché a Taormina, dentro un pozzo nel giardino di un albergo, si scopre il cadavere di Roberta Geraci, detta «Bubi». Torres e Bubi si conoscevano. Molto bene. Con l’aiuto della sua squadra e dell’immancabile Biagio Patanè, commissario in pensione che non ha perso il fiuto, Vanina riporterà alla luce segreti che hanno origine in luoghi lontani.

Ma non potrà dimenticare gli incubi che la seguono fin da quando viveva a Palermo. Questioni irrisolte che, ancora una volta, minacciano di metterla in pericolo.

LA SALITA DEI SAPONARI : l’autrice

Cristina Cassar Scalia è nata a Noto nel 1977. Vive ad Aci Castello dove esercita la professione di medico oftalmologo. Ha esordito nel 2014 con il romanzo La seconda estate (tradotto in Francia e insignito del Premio Capalbio Opera prima) al quale ha fatto seguito l’anno successivo Le stanze dello scirocco, ambientato in Sicilia.

Nel 2018 con Sabbia nera è passata al giallo, introducendo il personaggio del vicequestore Vanina Guarrasi della squadra mobile di Catania.

LA SALITA DEI SAPONARI : Serie della vicequestora  Guarrasi

  • Sabbia nera, Torino, Einaudi, 2018.
  • La logica della lampara, Torino, Einaudi, 2019.
  • La Salita dei Saponari, Collana Stile Libero Big, Torino, Einaudi, 2020.
  • L’uomo del Porto, Einaudi, 2021

LA SALITA DEI SAPONARI : breve riassunto e commento personale

La Salita dei Saponari iniziava subito dopo un paio di curve appena fuori dal comune di Viagrande.

Sulla sua storia Spanò e Patanè s’accapigliarono per mezz’ora prima di giungere a un compromesso: era la strada da cui un tempo i fedeli salivano con fatica durante le feste di Sant’Alfio, San Filadelfo e San Cirino, ma anche quella attraverso cui i «saponari» arrivavano a Trecastagni bussando di casa in casa per barattare pezzi di sapone con ogni possibile oggetto.

Così ci viene descritta la via che dà il titolo al libro, che però inizia con l’arrivo a Catania di una milanese, Lella Canton. Informatrice scientifica per un’azienza farmaceutica, la donna è stata promossa capo area e le era stata assegnata l’unica zona in quel momento disponibile “Sud e isole. Un cambiamento pressoché radicale, che Lella aveva accettato obtorto collo ma senza nessuna esitazione”

Con lei viaggia il catanese DOC Antonino Falsaperla, suo collaboratore. Mentre l’uomo recupera la sua auto, Lella viene attirata da un’auto parcheggiata male. Incuriosita, Lella si avvicina:

L’urlo che cacciò si sentì fino alla sommità dell’Etna

La vice – questore Vanina Guarrasi invece è in trasferta a Palermo, per catturare Salvatore Fratta, detto Bazzuca, l’ultimo rimasto impunito tra quanti hanno preso parte all’omicidio di suo padre. Purtroppo il blitz fallisce. L’uomo infatti se l’era data a gambe.

Dopo due settimane passate a Palermo, Vanina è pronta per tornare a Catania, alla sezione Reati contro la persona che dirige. Quasi avesse percepito lo stato d’animo del suo capo, l’ispettore Carmelo Spanò la chiama:

Ci arrivò tra capo e collo una camurría di quelle belle pesanti… Stamattina presto, in uno dei parcheggi dellaeroporto hanno trovato un cadavere. Quelli della polizia di Frontiera ci chiamarono un attimo fa, che a quanto pare è cosa per noi.

L’uomo è stato infatti ammazzato con un colpo di arma da fuoco e Vanina è ben felice di ripartire immediatamente. Ad accogliere Vanina in questura è Macchia, il suo capo, insieme a tutti i suoi uomini. Tito Macchia ci tiene a precisare : 

– A naso, non credo che sarà un caso semplice.

Dai documenti dell’auto in cui è stato ritrovato, infatti, si è scoperto che la vittima è uno straniero, Esteban Torres, nato a L’Avana il 3 febbraio 1942. Toh, il mio stesso giorno…

L’uomo aveva una doppia cittadinanza, americana e italiana, ma risiedeva in Svizzera.  Macchia ha quindi ragione :

– Cuba, Stati Uniti, Svizzera… Te l’avevo detto, Vani’, che ’st’omicidio non mi pareva una cosa semplice–

Secondo il direttore dell’albergo, in cui Torres aveva alloggiato, l’uomo sembrava preoccupato. Scopriamo intanto che si occupava di import – export, aveva diverse proprietà in Italia, tra cui una a Trecastagni, in Salita dei Saponari 183.

La moglie italiana di Torres, Luisa Visconti, fornisce un quadro migliore del personaggio:

“molti dei suoi affari erano tra New York e l’Italia, e a Catania aveva una rete di clienti… era uno che si faceva mettere i piedi in testa”

E non esclude che i suoi affari fossero poco leciti. Della sua patria, Cuba, aveva rinnegato tutto. A quanto pare Torres aveva lasciato Cuba attorno agli anni Sessanta e si era rifugiato negli USA, dove si era sposato due volte: “la prima con una cubana, che non ho mai conosciuto. La seconda con Evelyn”. 

La Scientifica scopre che Torres è stato ucciso con una Makarov 9 mm:

– Lo sa come la chiamavano una volta quella pistola, dottoressa? La «regina della guerra fredda», perché ce l’avevano in mano i sovietici durante quel periodo. Non è facile trovarla in Italia, e non penso che a molta gente verrebbe in testa di scegliersela come arma personale

Nell’inchiesta viene coinvolto ancora una volta il commissario in pensione Biagio Patanè, che dà sempre preziosi consigli.  Per conoscere quanto più possibile il morto, Vanina decide di dover allargare il campo delle indagini negli Stati Uniti e coinvolge un suo vecchio collega milanese, Carlo Alberto Colombo, “primo dirigente del servizio per la cooperazione internazionale di polizia”.

Mentre Vanina sta ispezionando la dimora di Torres a Trecastagni, una telefonata del PM Vassalli la informa di una grossa novità:

– un altro cadavere, molto probabilmente collegato a quello di Torres, è stato appena rinvenuto dai carabinieri di Taormina… Si tratta di una donna, rispondente alle generalità di Geraci Roberta… tra gli effetti personali della donna c’è una fotografia di lei insieme a un uomo. Il portiere dell’hotel di Taormina dov’è stato trovato il cadavere lo ha riconosciuto come il signor Esteban Torres.

A quanto pare, la Geraci era una persona nota in Sicilia, dove si occupava di organizzare eventi:

Titolare della GeRob Congress, che organizza gli eventi più importanti di mezza Sicilia, e non solo. Alla fine degli anni Settanta si sposò con Oreste Parisi, proprietario di un ristorante

Anche Adriano Calì, il medico legale amico di Vanina, la conosceva. Proprio a Taormina, si scopre che un giovane straniero aveva cercato Torres in albergo. Sapremo poi che si tratta di Xavier Alejandro Torres, figlio del gemello di Esteban. Che cosa ci fa a Catania?

Quando scopriamo che la pistola con cui è stato ucciso apparteneva proprio a Torres, la nostra curiosità aumenta.

Chi sarà mai stato questo Torres???

Quando Colombo si precipita a Catania, Vanina capisce che il caso in cui si è imbattuta è di quelli “pesanti”. E, come le dice Colombo :

“quella su cui stai indagando è una faccenda molto più grossa di ciò che sembra.

Torres era infatti ben noto alla polizia USA. Anche se la sua fedina penale è immacolata, è da sempre in odore di mafia:

“sembra che abbia un ruolo importante nei rapporti tra Cosa Nostra statunitense e quella siciliana. In particolare catanese”.

E le indagini porteranno ancora una volta Vanina a scavare in un lontano passato. Che ci porterà a conoscere meglio la storia cubana ed eventi di cui non sempre noi italiani siamo a conoscenza.

Il finale ci lascerà senza parole, perché, quando tutto sembra quadrare, Vanina riesce sempre a trovare quel dettaglio che invece non torna e manda all’aria le sue stesse conclusioni pur di scoprire la verità!

E le sorprese non mancano fino alla fine. Perché l’ultima pagina lancia l’assist al successivo romanzo della serie:

La casa era sottosopra come se ci fossero passati dentro con una ruspa. La collezione di dvd era sparsa sul pavimento del soggiorno, insieme al contenuto dei cassetti svuotati. Stesso scenario in camera da letto.

Patanè s’aggirò per la casa con la faccia da commissario in azione. Quella che invece a Vanina in quel momento mancava. Continuava a girare su sé stessa, confusa.

Un romanzo che vi consiglio, perché la storia migliora ad ogni libro. Man mano che conosciamo meglio i vari personaggi, infatti, ci appassioniamo sempre di più non solo alle loro inchieste ma anche alle loro vicende personali!

VOTO : 8 / 10

LA SALITA DEI SAPONARI : le ricette del libro

Anche questa volta Vanina non ci delude e noi troviamo tanti piatti tipici catanesi tra le pagine del libro.

Crespelle di riso e miele, raviola di ricotta, carbonara di carciofi, capone sfilettato e gratinato al forno, verdura maritata lessa e poi passata in padella con aglio e olio, caponata di tonno e totò al cioccolato, peperoni a ghiotta, cucuzza a minestrina, pasta alla Norma… 

Insomma, ogni libro di questa serie mi dà sempre un bel daffare in cucina!

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!