LA MAPPA DELLA CITTÀ MORTA di Stefano Santarsiere

LA MAPPA DELLA CITTÀ MORTA di Stefano Santarsiere è un thriller del 2016, perfetto da leggere in piscina o in spiaggia. Scoprite perché

LA MAPPA DELLA CITTÀ MORTA

Stefano Santarsiere

Editore: Newton Compton

Anno edizione: 2016

Pagine: 333 p.

Genere: thriller, suspense, storico

 

 

 

LA MAPPA DELLA CITTÀ MORTA. Descrizione

Un enigma mai svelato. Una verità rivoluzionaria per la storia e il futuro dell’umanità.

Il manoscritto di un esploratore del Settecento e un antico planetario: due oggetti che sembrano un regalo dall’oltretomba, ma che per il professor Laurenzi sono la prova che il figlio Angelo, archeologo scomparso fra le montagne del Mato Grosso, è ancora vivo.

Convinto dal professore ad affrontare un’impresa ai limiti dell’impossibile, Charles Fort, direttore di un giornale online che indaga tutto ciò che è avvolto dal mistero, abbandona la sua casa bolognese e si mette in viaggio, con l’intenzione di svelare un enigma inseguito per secoli da avventurieri, studiosi e criminali: cosa ha provocato l’improvvisa glaciazione dell’Antartide e la scomparsa del popolo degli Oltolechi? Quali segreti sono custoditi nell’ultimo luogo in cui sarebbero vissuti, e le cui rovine si nasconderebbero nella giungla brasiliana?

Per rispondere a queste domande, Fort dovrà superare l’inferno amazzonico e sfuggire a una potente compagnia mineraria, disposta a tutto pur di assicurarsi una conoscenza in grado di garantire un dominio incontrastato sul mondo…

LA MAPPA DELLA CITTÀ MORTA. Breve riassunto e commento personale

Tutto ebbe inizio dal racconto di un viaggio, quello intrapreso da Miguel Joao Santana nel 1753 e di cui invia al Governatore del Brasile una relazione con data 19 Agosto 1754.

La spedizione era partita alla ricerca delle Miniere di Cormon e si era imbattuta nei resti di una misteriosa città. In particolare, al centro di una piazza quadrata

«troneggiava un edificio di forma piramidale»

Solo sulla via del ritorno, alcuni indigeni kalapalo (vedi QUI) parlano ai Portoghesi (p. 12):

«di una civiltà che custodiva immensi saperi, ora perduti, a cui potevano attingere coloro che si fossero dimostrati discendenti di sangue di quell’antico popolo»

E questo spiega lo strano meccanismo trovato sulla porta per l’accesso alla piramide!

Dopo il prologo, ci ritroviamo al 13 febbraio 1949, a Termeno (in provincia di Bolzano, Trentino Alto Adige). Un tedesco aspetta che gli venga consegnato un nuovo passaporto, che gli permetta di raggiungere il Sud America. Il suo nuovo nome sarà Helmut Gregor ed è costretto ad assumere la nazionalità italiana, da lui chiaramente disprezzata.

Una volta raggiunte le Americhe, farà perdere le sue tracce e cambierà ancora nome, per poter riprendere i suoi esperimenti di eugenetica…

A chi vi fa pensare dei numerosi criminali nazisti???

Stavolta userà gli indios invece di Ebrei … scoprirà così l’esistenza di un misterioso “popolo antico”, depositario di grandi conoscenze andate perdute,,,

Finalmente arriviamo al presente (più o meno!), precisamente al 16 giugno 2003. A Bologna, Charles Fort analizza impietoso la sua vita. E’ il direttore i un giornale online, “La voce dei dannati”, che sembra però arrivato al capolinea. Infatti da quando ha perso la sua amata Eva, Charles Fort sembra aver perso interesse per tutto ciò che lo circonda.

A risvegliarlo dal suo “letargo”, una e-mail di un certo professore Aurelio Laurenzi, che chiede di incontrarlo.

Secondo Laurenzi, Fort è l’unico a poter ritrovare suo figlio Angelo, scomparso due anni prima in Brasile, mentre era alla ricerca di prove che dimostrassero la scomparsa del popolo degli Oltolechi

«Un popolo che sarebbe vissuto nel continente sudamericano ben prima dei Chimu, degli Inca e delle altre civiltà precolombiane»

Erano state proprio delle e-mail che parlavano degli Oltolechi a spingere Charles Fort a raggiungere le Highlands con Eva. Il giornalista cercava infatti delle prove, che dimostrassero l’esistenza di una civiltà

Molto precedente ai Sumeri, cancellata da una catastrofe planetaria di cui era rimasta traccia nelle varie religioni, che parlano nei propri testi di un diluvio universale

Dopo la morte di Eva, Charles aveva rimosso la questione dalla sua mente.

Laurenzi ha ricevuto un pacco, con il manoscritto di un esploratore del Settecento e uno strano oggetto, “una specie di orologio”. Secondo l’uomo, è stato suo figlio Angelo a spedirlo!

A Charles Fort non resta che partire e cercare di ricostruire i movimenti del giovane Laurenzi. Si mette quindi in contatto con Anita Salvarani, l’antropologa che aveva accompagnato Angelo nella sua sfortunata spedizione.

La donna si occupa ora della difesa degli Indios, del Mato Grosso per una non profit, la “Gens Makinwa”.

Dopo aver convinto Anita e i suoi collaboratori (tutti amici di Angelo), Charles Fort si inoltra nella foresta amazzonica… Dovrà affrontare non solo i pericoli della natura.. Infatti la spedizione ha richiamato lì’attenzione della EMMG, la Empresa de Mineracao do Mato Grosso, “la più potente compagnia mineraria delle due Americhe”.

L’enigmatico proprietario della società, in effetti, è disposto a tutto pur di conoscere la verità sugli Oltolechi…

Colpi di scena a ripetizione per tenere desta la nostra attenzione. Archeologia, storia, antropologia, geografia…non manca proprio nulla in questo libro. E forse il suo difetto sta proprio nella tanta carne messa sul fuoco!

Vi consiglio però di leggere questo romanzo, se siete appassionati di gialli e mistero! VI farà trascorrere diverse ore di relax e vi darà anche parecchio su cui riflettere, dallo sterminio indiscriminato degli Indios ai cambiamenti climatici dovuti alla distruzione della Foresta Amazzonica, tanto per citarne alcuni!

VOTO : 8/10

 

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!