LA CITTÀ DELLE OSSA di Michael Connelly (# 8 Harry Bosch)

LA CITTÀ DELLE OSSA. Ottava indagine per Harry Bosch. Uscito nel 2002  con il titolo City of Bones, è uno dei romanzi più strazianti della serie. Dopo Il buio oltre la notte, molto cerebrale, una grande prova di Connelly.

Scopriamo insieme di che cosa parla

la città delle ossa la copertina del libro

 

La città delle ossa

Michael Connelly

Traduttore: M. G. Castagnone

Editore: Piemme

Pagine : 393 p

 

 

 

 

La città delle ossa. Descrizione:

Per Harry Bosch i casi irrisolti sono ferite aperte. Non importa a quando risalgano, il grido delle vittime che reclamano giustizia è troppo forte perché possa ignorarlo.

Questa volta quel grido viene da lontano, ed è l’eco del crimine più atroce e spregevole: l’omicidio di un bambino.

I resti della piccola vittima sono venuti alla luce fortuitamente in un bosco di acacie, dove giacevano da vent’anni. Emerse dal suolo scuro, come se avessero atteso con impazienza di essere ritrovate, quelle ossa sono per Bosch il segno di quanto la sua città sia marcia e corrotta.

Ora tocca a lui scoprire a chi appartenevano, ricostruire un po’ per volta quella vita spezzata, sfidando l’indifferenza della polizia, già pronta ad archiviare un caso che non ha più linfa, e cercando di tenere a bada il morboso assalto dei media, che sembrano andare a nozze con un caso del genere.

Con l’ostinazione che una vicenda così ignobile gli detta, Bosch annaspa tra indizi contraddittori e lotta contro i suoi eterni fantasmi che rischiano di trascinarlo a fondo.

Ma sa anche che quella è l’unica strada da seguire per consegnare il colpevole alla giustizia, facendosi finalmente beffa della sua prolungata impunità.

LA CITTÀ DELLE OSSA. IL TITOLO

“In questa città c’è un mucchio di ossa che aspettano solo di sbucare fuori” dice Bosch a un certo punto del libro. Los Angeles è una città che giace su un cimitero, secondo Harry.

Ma “la città delle ossa” è anche il nome che gli archeologi danno all’area di ritrovamenti di scheletri, che viene segnata con un reticolato di riferimento.

La città delle ossa. Breve riassunto e commento personale

Bosch ormai ha 50 anni ed è ancora un detective scomodo per i suoi superiori, un “corpo estraneo”, difficile da gestire e da piegare alle regole della convenienza (che spesso, nella realtà, sfocia nella connivenza).

Che Bosch stia vivendo un momento di profonda crisi personale si capisce sin dalle prime righe del romanzo. Chiamato sul luogo di un suicidio il giorno di Capodanno, il nostro detective fa amare considerazioni:

“Il Primo dell’anno era un gran giorno per i suicidi. Mentre la maggior parte della gente accoglie il nuovo inizio con un senso di speranza e rinnovamento, c’erano altri che lo consideravano il momento ideale per farla finita”.

E tu pensi: forse anche Harry è tra costoro? Ma è un attimo: subito Bosch deve correre “a Laurel Canyon”, sulle colline che circondano Hollywood, dove un cane ha trovato l’osso del braccio di un bambino. Bosch è turbato: “gli era capitato il peggior tipo di caso possibile, l’omicidio di un bambino“.

Ma la vita è sempre ricca di sorprese. Sul luogo del ritrovamento, Bosch conosce una giovane recluta, Julia Brasher, e subito è chiara l’attrazione tra i due.

L’ANALISI DELLE OSSA

Certo, non c’è Temperance Brennan (l’anatomopatologa più tosta del mondo, protagonista dei libri di Kathy Reichs e della serie TV Bones), ma il dottor Gulliher, per ricostruire la storia di quei poveri resti.

Un racconto agghiacciante: il povero bambino, prima di essere sepolto sulle Hollywood Hills, aveva subito una serie infinita di maltrattamenti fisici (“le ossa non mentono”, direbbe la Reichs). E tu sei d’accordo con il medico: “Spero che troviate il bastardo che l’ha ammazzato. Si merita il peggio”.

Insomma, gli omicidi di bambini sono brutte bestie. Una società che non sa proteggere i suoi cuccioli è una società che ha fallito nella su missione principale, garantire la conservazione della specie.

Forse per questo i crimini contro l’infanzia ci toccano tanto…

L’IDENTITÀ DELLA VITTIMA

Alll’appello lanciato dalla Polizia per individuare il bambino, rimasto sepolto per 25 anni, dimenticato da tutti, risponde una donna. Le ossa appartengono al fratellino, Arthur Delacroix, scomparso il 4 maggio 1980.

E non vi rivelo altro, perché perdereste il gusto della scoperta!

Un libro “tosto”, in cui la ricerca del colpevole è solo un pretesto per una profonda riflessione.

Le quasi 400 pagine del romanzo si divorano in un batter d’occhio, presi come si è dalla frenesia di scoprire come andrà a finire (non solo l’indagine “sbirresca”). Come sempre, poi, non mancano i colpi di scena  (e che colpi!).

Certo, capitano tutte a Bosch (la sua capacità di attirare guai gli ha fatto guadagnare il poco lusinghiero titolo di Shit Magnet): ma tocca a lui cercare di mettere un freno alle troppo numerose ingiustizie della nostra società.

Un libro che segna una specie di spartiacque. Dopo 10 anni, Bosch è cresciuto.

VOTO : 9 / 10

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!