LA BELVA DEVE MORIRE

LA BELVA DEVE MORIRE è un appassionante giallo/noir dello scrittore inglese Nicholas Blake. Vi racconto perché mi è piaciuto.

LA BELVA DEVE MORIRE

Nicholas Blake

TITOLO ORIGINALE: “The Beast Must Die”

PRIMA PUBBLICAZIONE : 1938

TRADUZIONE : Giuseppina Caricchio

PRIMA EDIZIONE ITALIANA : 1989 

EDITORE : Giunti

PAGINE : 320 p.

Generi: Mystery, giallo

Preceduto da: There’s Trouble Brewing
Seguito da: The smiler with the knife

LA BELVA DEVE MORIRE : il libro (dal sito dell’editore)

Frank Cairnes, il famoso scrittore di gialli, è sconvolto dalla morte del piccolo Martie, il figlio che a soli 7 anni è stato barbaramente investito da un’auto. La polizia non è in grado di rintracciare l’automobilista e le ricerche vengono presto sospese ma Frank non riesce a darsi pace, tanto che decide di continuare a cercarlo con i propri mezzi.

Dopotutto è uno scrittore di romanzi polizieschi e il suo alter ego letterario, Felix Lane, è esperto di medicina legale, diritto e procedura penale.

 «Ho deciso di uccidere un uomo. Non so chi sia né dove viva, non ho idea di che aspetto abbia. Ma lo troverò e lo ucciderò».

Questo è l’inizio fulminante del diario in cui Frank narra le vicende di Felix Lane, novello aspirante assassino, che grazie a una serie di azzeccate deduzioni e a un po’ di fortuna riesce a trovare il vigliacco automobilista che gli ha portato via il figlio.

E di come, sotto falsa identità, si insinua nella sua vita e comincia a pianificare di ucciderlo. Ma quando l’uomo muore avvelenato prima che lui possa mettere in atto la sua vendetta, ecco che Cairnes/Lane diventa improvvisamente il sospettato numero uno, e il diario la principale prova a suo carico. Toccherà al detective Nigel Strangeways fare chiarezza su questa complicata vicenda.

Per la sua costruzione atipica e particolarmente avvincente La belva deve morire è uno dei gialli più acclamati di Nicholas Blake e della fortunata serie di Nigel Strangeways tanto da essere selezionato dall’Observer tra i 1.000 romanzi da leggere nella vita.

LA BELVA DEVE MORIRE : l’autore

Nicholas Blake (1904-1972), pseudonimo di Cecil Day-Lewis, nacque in Irlanda ma, dopo la morte della madre, si trasferì a Londra dove crebbe con l’aiuto di una zia.

Il suo primo romanzo giallo fu A question of Proof (Questione di prove), scritto al solo scopo di procurarsi un po’ di soldi per poter riparare il tetto del cottage nel quale viveva. Su consiglio del suo agente letterario decise di servirsi di uno pseudonimo in modo da non confondere i ruoli tra il poeta e il giallista e nacque così Nicholas Blake.

A quel libro ne seguirono altri diciannove, quasi tutti con il raffinato e colto investigatore Nigel Strangeways come protagonista.

Nel 1968 fu nominato Poet Laureate dalla Regina Elisabetta. È stato presidente dell’Art Council Literature Panel, vicepresidente della Royal  Society of Literature, membro onorario della American Academy e membro della Irish Academy of Letters. Sposato due volte ha avuto cinque figli, uno dei quali è l’attore Daniel Day-Lewis.

LA BELVA DEVE MORIRE : breve riassunto e commento personale

Continuo a riscoprire i gialli classici e così, dopo aver letto “il caso dell’abominevole pupazzo di neve” mi è capitato per le mani anche quest’altro romanzo di Blake e non ho resistito alla tentazione!

Nel finale del romanzo ci viene spiegato che il titolo del romanzo è una parafrasi dell’Ecclesiaste contenuta nel testo della prima delle Vier ernste Gesänge di Brahms. Il compositore parafrasa l’Ecclesiaste 3:19, come segue:

‘La belva deve morire, anche l’uomo muore, sì entrambi devono morire’

L’autore le aveva ascoltate quand’era studente universitario a Oxford, negli anni Venti, nell’esecuzione di un “rumoroso, intrepido e splendidamente impreciso” pianista dilettante, W. H. Auden, allora caposcuola della nuova generazione di poeti inglesi accomunati dall’impegno sociale e politico e dall’interesse per il marxismo, di cui Day-Lewis faceva parte.

Nella presentazione dell’autore, ci viene poi spiegato che proprio su Auden Blake aveva modellato il personaggio del detective Nigel Strangeways.

Day-Lewis riteneva che l’investigatore e l’assassino rappresentassero le due facce della natura umana e l’ineluttabile successo del primo riflettesse la speranza dell’uomo nel trionfo finale del bene

Considerato uno dei gialli migliori di sempre, La belva deve morire di Nicholas Blake inizia in “maniera melodrammatica”, il 20 giugno 1937

Ho deciso di uccidere un uomo. Non so chi sia né dove viva, non ho idea di che aspetto abbia. Ma lo troverò e lo ucciderò.

Frank Cairnes, famoso scrittore di romanzi polizieschi, ha perso in modo tragico il suo unico figlio, Martie, di 8 anni, travolto da un’auto pirata sulla strada e ucciso sul colpo.

Come ancora oggi spesso accade, la polizia non è riuscita a trovare il colpevole, per cui Frank ha deciso di farsi giustizia da solo.

Con un colpo di fortuna, impiega poco a risalire all’identità del guidatore dell’auto pirata, George Rattery, e a pianificare la sua vendetta…

Avrà il coraggio di portarla avanti?

Nella prima parte, scritta sotto forma di DIARIO, Frank ci racconta in prima persona i suoi propositi e le sue indagini, che lo portano poco a poco a penetrare nella vita della famiglia di George Rattery.

Nella seconda parte, invece, passiamo ad una narrazione in terza persona e abbiamo modo di conoscere meglio le dinamiche familiari della famiglia Rattery e anche a noi viene voglia di eliminare il terribile George!

La terza parte vede entrare in scena Nigel Strangeways, reduce dalla soluzione di un caso piuttosto complicato… Vorrebbe prendersi qualche giorno di vacanza con l’amata moglie ma, quando il suo amico Michael gli parla di un nuovo crimine, Nigel risorge. Come osserva Georgia:

«Immagino che tutta questa euforia significhi che qualcuno ha ucciso qualcun altro e che tu andrai a ficcarci il naso»

E i due partono per il Gloucestershire…

Nella quarta e ultima parte, Nigel risolve il suo “caso più penoso”… e a noi resta l’amaro in bocca!

Mi è piaciuto questo romanzo, che ho letto tutto d’un fiato e che vi consiglio se amate i gialli classici ambientati nella campagna inglese!

VOTO : 8 / 10

Mi ha colpito molto il periodo che vi riporto:

La solitudine, il terribile senso di isolamento, la tensione del crimine: un uomo non può tenersi tutto dentro. Presto o tardi finirà col tradirsi o, se tiene duro, sarà il suo super-io a tradirlo, quel severo moralista dentro ognuno di noi …

Tutte le forze della legge e dell’ordine sarebbero impotenti contro un uomo completamente privo di coscienza. Ma nel profondo di ciascuno c’è questa pulsione a espiare, un senso di colpa: la nostra serpe in seno. Veniamo traditi da quanto di falso c’è dentro di noi. Se la lingua si rifiuta di confessare, lo fanno i nostri atti involontari.

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!