IL LADRO DI ANIME. Il figlio di Ramses Vol 3

Avventura numero tre per il figlio minore di Ramses, Setna. IL LADRO DI ANIME ci riporta esattamente dove ci aveva lasciato Il Libro Proibito

 

Il ladro di anime. Il figlio di Ramses

Christian Jacq

Traduttore: M. Togliani

Editore: TRE60

Anno edizione: 2016

Pagine: 276 p.

 

 

 

Il ladro di anime. Descrizione

Il principe Setna e la sua amata Sekhet continuano la loro lotta contro il Male.

Mentre la corte di Ramses è sconvolta dalla notizia che Setna è morto annegato, il figlio del faraone, sano e salvo, si sta dirigendo verso la città di Bastet, nella speranza di ritrovare il vaso sigillato che contiene il segreto di Osiride, strumento indispensabile per fermare il mago nero.

Ma le forze del Male possono prendere forme inaspettate e ingannevoli, e l’amore di Setna per Sekhet, oltre che il suo coraggio, rischiano di infrangersi contro ostacoli quasi insormontabili.

Sekhet, però, sente che il suo amato è ancora in vita e lo attende nascosta nel Tempio di Sekhmet, la dea leonessa. Ma è quasi impossibile ingannare il potente mago nero che, infatti, con l’aiuto del proprio esercito, sta preparando un’offensiva contro Ramses.

Riusciranno i due innamorati a fermarlo, sebbene il destino li abbia crudelmente separati?

Il ladro di anime. Trama

Nel secondo libro abbiamo lasciato i due giovani innamorati Setna e Sekhet  distanti l’uno dall’altro, lontani non per propria volontà ma per un susseguirsi di vicende che li hanno portati su strade irte di pericoli, in punti diversi del paese.

Non si sono ancora ritrovati. All’inizio del romanzo, troviamo Setna che lotta contro l’acqua e contro il dio Thot, nel disperato tentativo di sfuggire a morte certa.

Sekhet, invece, sfuggita al padre ed alla sua malvagità, ha trovato rifugio presso il Tempio della dea Leonessa,  dove cura i malati con la sua bravura.

Quando le giunge la notizia che il suo giovane principe è stato inghiottito dalle acque del Nilo, non ci crede: il suo amato non può morire, sicuramente avrà trovato un modo per sopravvivere, per vincere l’odio e per tornare finalmente da lei. E della sua stessa opinione sono pure il cane Geb e l’asino Vento del Nord.

Presto dimostrerà di avere ragione.

Ramesse, invece, ormai certo della morte del fratello minore, continua a tormentare la giovane con le sue proposte di matrimonio, convinto che presto la giovane sarà sua…

Riuscirà Setna a sfuggire al terribile demone Fiore, mandato da Thot a recuperare il Libro (di Thot)?

E il Mago Nero potrà portare a termine il suo ignobile disegno e instaurare il “Regno delle Tenebre” (ho guardato troppo Mazinga da piccola!), rubando l’anima della figlia ribelle?

IL LADRO DI ANIME. LA MIA OPINIONE

Terza puntata dell’indagine di Setna,alla disperata ricerca del Vaso di Osiride. Ovviamente il libro ti conquista e, al solito, arrivi alla fine desideroso di sapere come finirà…

E corri subito a rileggere il quarto volume. Sicuramente l’ideale è leggere il libro che raccoglie tutti i romanzi insieme, per una full immersion nell’Antico Egitto di Ramses il Grande.

E’ stata una sofferenza leggerlo lo scorso anno a puntate. Invece questa volta ho apprezzato molto meglio tante sfumature, tante descrizioni che invece in precedenza mi avevano disturbato.

E quindi anche questo è un libro che vi consiglio, per un paio d’ore di relax in piscina o sul balcone al fresco della sera..

VOTO : 8/10


Il ladro di anime. La città di Bastet: Bubastis

A 80 km dal Cairo (Menfi), sorge il sito dell’antica città della dea gatta, Bubasti (oggi si chiama Zagazig). Il suo nome egiziano “Per Bast”, significa “dimora di Bastis”.

La città fu destinazione di migliaia di pellegrini che si raccoglievano annualmente per la celebrazione della dea in una delle più importanti festività egizie.

Erodoto racconta nei suoi scritti che i partecipanti si davano in questa occasione agli eccessi, bevendo più vino in quei giorni che durante tutto il resto dell’anno.

Dell’antica città, del nome locale Tell Basta (Collina di Basta), oggi resta ben poco. I suoi vestigi si limitano ad una modesta collina piena di erbacce, disseminata di numerosi blocchi di granito scolpiti e setacciata di vecchi pozzi archeologici. Anche se durante i recenti lavori di riabilitazione dell’area alcune delle colonne siano state rialzate, è molto difficile farsi un’idea della struttura originaria del sito.

Oltre il tempio di Baset, si incontra anche il “cimitero dei gatti”, situato sulla strada che porta verso Zagazig. Il cimitero è formato di una serie di gallerie sotterranee oggi accessibili anche al pubblico.

Durante la loro scoperta, verso la metà del secolo scorso, sono stati ritrovate circa 400 mummie umane e innumerevoli gatti imbalsamati con grande cura.

Un’altra curiosità di Bubasti è il suo pozzo sacro, risalente secondo i cristiani copti del luogo all’epoca della Sacra Famiglia che si narra di essersi fermata qui durante la fuga in Egitto. Ancora oggi, al pozzo gli si attribuiscono particolari virtù miracolose. Allo scopo di poter concepire, le donne raccolgono dell’acqua dal pozzo in un recipiente di argilla, che poi romperanno sulla statua di Bastet che si erge nelle vicinanze.

LA DEA BASTET

Col nome di Bast, era originariamente la dea della guerra nel Basso Egitto, la regione del delta del Nilo, prima dell’unificazione delle culture dell’Egitto (cioè fino al 3100 a.C. circa).

Nel corso dei secoli fu rappresentata con le sembianze di gatta, assumendo caratteristiche miti e protettive. Nella mitologia greca era anche nota come Ailuros (dal greco áilouros, gatto).

Era una delle più importanti e venerate divinità dell’Antico Egitto, dea della casa, dei gatti, delle donne, della fertilità e delle nascite.

Erodoto afferma che il tempio di Bastet, costruito in granito rosso, era il più bello del paese e che vantava il maggior numero di fedeli, parlando di almeno 700000 persone, “bambini esclusi”. L’importanza di queste feste sembrava poco realistica agli egittologi del tardo ‘800, ma nel 1887 un archeologo di nome Henri Édouard Naville, scoprì il sito e dimostrò la veridicità dei resoconti di Erodoto.

A Bubastis è stata rinvenuta una grande necropoli di gatti e, sempre Erodoto, ci dice:
“I gatti defunti vengono portati a Bubastis, dove sono mummificati e sepolti dentro delle urne sacre”

Migliaia di felini furono sepolti in gallerie sotterranee della città e dei dintorni di modo che potessero portare il messaggio del loro padrone fino agli dei.
Naville fece ricerche sia nel sito del tempio di Bubastis sia nelle catacombe dei gatti, oltre che in alcune sepolture faraoniche, e provò così che si trattava eventi religiosi considerevoli, i cui devoti erano di ogni classe sociale della popolazione egizia.

La mia divinità egizia preferita!

GLI EGIZI E I GATTI

Il gatto era un animale sacro in tutto l’antico Egitto. Ad esso erano dedicati templi, poesie e invocazioni.

I resti mortali di tanti amati animali venivano mummificati ed inumati con dei topi vicino, perché avessero cibo per l’eternità.

Gli egizi furono talmente devoti alla dea Bastet e ai gatti che promulgarono leggi per impedirne l’esportazione. Astuti  mercanti fenici riuscirono a contrabbandarne alcuni nei paesi del Mediterraneo.

Infine ricordiamo che era severamente punito chi attentava alla vita di un gatto era severamente punito.

 

 

 

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!