COCULLO E I SUOI SERPARI

COCULLO E I SUOI SERPARI

Il piccolo borgo di Cocullo è stato la seconda tappa del nostro viaggio per le strade d’Abruzzo. Vicinissimo al mio “paesello”, San Benedetto dei Marsi, è famoso soprattutto per i suoi serpari, ma merita una visita anche solo per le sue bellezze!

Ve lo racconto in breve

COCULLO E I SUOI SERPARI. Il paese

Cocullo sorge su una sorta di rocca, a circa 900 m di altitudine, proprio al confine tra Valle Peligna e Marsica.  E alla Marsica Cocullo appartiene, non territorialmente, ma per storia, tradizione e vincoli amministrativi. Infatti fino all’unità d’Italia, Cocullo fece parte del Circondario di Avezzano.

Del resto la tradizione dei serpari si riallaccia all’antichissima Maga Marsicana Angizia, incantatrice di serpenti, ma anche al culto di Ercole Curino del versante peligno.

Essendo situato al confine tra le due aree, il paese fu probabilmente fondato da uno o da entrambi i popoli italici (Marsi e Peligni) e subì entrambe le influenze.

La prima citazione di Cocullo è ad opera dello storico greco Strabone, che, descrivendo nella sua “Geografia” l’itinerario della Tiburtina, annoverò tra i centri attraversati dall’importante via consolare “Koukolon”.

In latino il paese era noto come “Cuculum” e il nucleo originario è oggi visibile presso contrada Casale.

Il villaggio fu conquistato da Roma durante la guerra sociale nell’89 a. C. e poi ricostruito come importante stazione di passaggio nel valico dei monti che separano la Marsica dalla val Peligna.

COCULLO E I SUOI SERPARI. Da vedere

Purtroppo le numerose calamità naturali che da sempre affliggono quest’area ballerina d’Italia hanno lasciato poche tracce dell’antico passato. Se quindi nel Seicento, l’umanista tedesco Lukas Holsten trovò a Cocullo “numerose vestigia dell’antichità”, oggi resta veramente poco.

Ben visibile la torre medievale, adattata poi come campanile della chiesa di San Nicola, ora sconsacrata,  di cui si hanno notizie certe sin dal XIV secolo.

Al XIII secolo risale la Chiesa di Santa Maria delle Grazie

COCULLO E I SUOI SERPARI. LA FESTA DEI SERPARI

Come molti paesi delle montagne abruzzesi, anche Cocullo ha subito un grave spopolamento nel corso del XX secolo. Ad arginare il problema ha contribuito la tradizionale “Festa dei serpari” del Primo Maggio, in onore di San Domenico abate.

Infatti il santo approdò a Cocullo nel suo lungo peregrinare nel X secolo, dopo aver compiuto un miracolo a Villalago, ammansendo un lupo che aveva rapito un neonato.

La tradizione cristiana si mescolò alla venerazione dei serpenti dedicati alla dea Angizia, e nacque il rito contemporaneo.

Le bisce che sfilano sul simulacro durante la processione del primo giovedì di maggio sono innocue.

Diverse le specie catturate dai serpari: il cervone  è la biscia più grossa. Si tratta infatti del più lungo serpente italiano e di uno tra i più lunghi d’Europa. La sua lunghezza può variare dagli 80 ai 240 cm, anche se raramente supera i 160. È di colore bruno-giallastro con le caratteristiche quattro scure barre longitudinali (da cui il nome scientifico).

Tra gli altri Colubridi che fanno la loro comparsa alla festa di San Domenico, ricordiamo anche il saettone o colubro di Esculapio.Detto lattarina o pastoravacca (in seguito alla falsa credenza che sia in grado succhiare il latte dei mammiferi), è simbolo di longevità e icona delle farmacie.

Alla festa compare anche il biacco, verde giallastro con macchie dorsali nere verde cupo, fra più comuni in Italia.

La processione con le serpi segna il culmine della festa. Alla fine delle celebrazioni, ogni serpente viene riportato nel punto esatto in cui è stato catturato!

Se volete saperne di più su questa manifestazione, cliccate QUI

COCULLO E I SUOI SERPARI ai tempi del COVID

Quest’anno la manifestazione non potrà svolgersi, causa pandemia coronavirus. E le autorità del piccolo paese scrivono:

“Il Primo Maggio 2020 sarà una data che tutti ricorderemo per la mancata festa a San Domenico, che verrà vissuta nella sua essenzialità senza l’atmosfera che ne caratterizza e connota l’unicità e la bellezza, una data che dobbiamo pensare possa rappresentare un nuovo inizio per ciascuno di noi con l’auspicio di poter ricominciare, più forti di prima, a vivere sotto lo sguardo benevolo del nostro Protettore”.

L’appuntamento sarà, almeno speriamo, per il prossimo anno a COCULLO… sempre se volete avvicinare queste meravigliose e affascinanti “bestiole”.

Io ne ho un atavico terrore, ve lo confesso, e solo una volta ho avuto il coraggio di toccarne una! Ancora rabbrividisco al pensiero!

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!