120 RUE DE LA GARE
Léo Malet
Prima Pubblicazione : 1943
Traduzione: Federica Angelini
Anno edizione : 2018
Editore : Fazi
Pagine : 216 p.
Genere: noir, poliziesco
120 RUE DE LA GARE. Descrizione (dal sito dell’editore)
Primi anni Quaranta. C’è la guerra. Nestor Burma è appena tornato dal campo di prigionia e vede per caso Colomer, suo socio all’agenzia investigativa Fiat Lux prima che venisse chiusa, davanti alla stazione di Perrache.
Proprio quando i due si riconoscono e stanno per incontrarsi dopo tanto tempo, Colomer cade a terra, freddato da un colpo di pistola.
Prima di morire, però, riesce a sussurrare all’amico un indirizzo: 120, rue de la Gare. Lo stesso che Burma aveva sentito ripetere all’ospedale militare da un prigioniero colpito da amnesia.
Sulla scena del delitto c’è una ragazza armata. È lei l’assassina? Partendo dal rebus del misterioso indirizzo, iniziano le indagini.
Ad aiutare l’investigatore ci saranno il poliziotto Florimond Faroux e la bella Hélène Chatelain, ex segretaria della Fiat Lux che, sospettata di nascondere qualcosa, verrà addirittura pedinata dalla polizia…
Torna in libreria uno dei capolavori di Léo Malet: la prima inchiesta dell’affascinante Nestor Burma. Un romanzo che non può mancare nelle librerie di chi colleziona la serie, ma anche un’ottima occasione per fare la conoscenza del detective anarchico e delle sue avventure.
120 RUE DE LA GARE. L’autore
Léo Malet (Montpellier, 7 marzo 1909 – Parigi, 3 marzo 1996) è stato, insieme a Georges Simenon e ad André Héléna, uno dei maggiori rappresentanti del romanzo poliziesco in lingua francese
Rimasto orfano in giovanissima età, viene cresciuto dal nonno, accanito lettore. In gioventù, svolge i più svariati lavori. Dopo una dura esperienza in un campo di concentramento nazista, nel 1941 inizia a scrivere polizieschi firmandosi con svariati pseudonimi.
Nel 1943 pubblica 120, Rue de la Gare, con cui esordisce il suo personaggio più celebre, l’investigatore privato Nestor Burma, che sarà protagonista di una trentina di avventure, inclusa un’interessante “serie nella serie” intitolata I nuovi misteri di Parigi, che va dal 1954 al 1959 e che comprende quindici racconti, ognuno dei quali dedicato a un diverso arrondissement di Parigi.
Per conoscere tutte le avventure di Nestor Burma, cliccate QUI
120 RUE DE LA GARE. Breve riassunto e commento personale
Avevamo conosciuto Nestor Burma ne IL BOULEVARD DELLE OSSA e poi avevo messo da parte Malet per parecchio tempo, in attesa che Fazi pubblicasse i primi romanzi di questo scrittore un po’ dimenticato…
A Natale il Maritozzo mi ha fatto un bel regalo, acquistando per me parecchi libri, tra cui alcuni dei noir di Malet. E finalmente oggi riesco a parlarvi di questo primo libro, che ha avuto il merito di dare inizio alle avventure di Nestor Burma.
Infatti in questo libro troviamo Nestor ancora prigioniero in Germania. Nel campo di detenzione a lui spetta il difficile compito di registrare i nuovi arrivati. Tra loro, gli capita di incontrare uno strano tipo, che sostiene di non ricordare il suo nome:
Aveva lo sguardo di un cane bastonato
L’uomo non ha documenti e gli altri francesi catturati insieme a lui lo hanno soprannominato “Globulo”. Burma si prende a cuore lo strano tizio, la matricola 60202 :
Secondo i medici, non si trattava affatto di simulazione…Fu deciso che avrebbe fatto parte del successivo convoglio di rimpatriabili: nell’attesa, passava le giornate seduto al limitare del capo
Proprio quando sta per essere rimpatriato, il povero Globulo muore. Ma riesce a dire alcune parole a Nestor:
Dica a Hélène…120, Rue de la Gare…
Che cosa mai significheranno queste parole? Quando finalmente anche Nestor riesce a tornare in patria, alla stazione di Lione
“Vidi sbucare sul binario un personaggio che avrei riconosciuto tra mille… era senza dubbio Robert Colomer, il mio Bob dell’agenzia Fiat Lux”
Quanda anche Bob riconosce Burma, lo invita a scendere dal treno. Infatti Colomer ha scoperto qualcosa di incredibile. E anche lui pronuncia quello strano indirizzo:
120 Rue de la Gare
Non riesce a dire altro, perché qualcuno gli spara e Burma deve saltare giù dal treno… Così Nestor si ritrova ad indagare, aiutato da un giornalista, Marc Covet.
Quando scopriamo che quell’indirizzo non esiste, a Nestor scatta qualcosa nel cervello e finalmente, grazie alla sua segretaria Hélène, arriva il giusto indizio….
Il romanzo ci trasporta in atmosfere di altri tempi e ci fa scoprire gli indizi poco alla volta, proprio come si faceva un tempo! Nestor Burma non delude mai. Anche se a tratti il romanzo è un po’ dispersivo, per la presenza di troppi nomi da ricordare, alla fine comunque riesce a conquistarti e, da un certo punto in poi, non si riesce più a staccarsi dalle sue pagine.
Se amate i vecchi gialli alla Chandler, per capirci, ve lo consiglio