SUPERGA 1949 di Giuseppe Culicchia

SUPERGA 1949- IL DESTINO DEL GRANDE TORINO, ULTIMA EPOPEA DELL’ITALIA UNITA è un bellissimo romanzo che Giuseppe Culicchia ci ha regalato qualche anno fa… Vi racconto perché quest’estate l’ho riletto

SUPERGA 1949- IL DESTINO DEL GRANDE TORINO, ULTIMA EPOPEA DELL’ITALIA UNITA

Giuseppe Culicchia

Editore: Solferino

Anno edizione: 2019

In commercio dal: 2 maggio 2019

Pagine: 123 p., Rilegato

Genere : romanzo storico, saggio

SUPERGA 1949 : il libro

«In tutta l’Italia c’era chi pur non avendo mai potuto mettere piede al “Filadelfia” sognava di vedere e cercava di replicare le incursioni di Grezar e le reti di Ossola, i tackle di Ballarin e i dribbling di Maroso, la grinta di Castigliano e la classe di Menti, per tacere ovviamente delle imprese già leggendarie di Mazzola.» Almeno fino a quella maldetta domenica di maggio di settantant’anni fa quando, dopo una partita amichevole con la squadra del Benfica, l’intera squadra del Torino Calcio salì sul trimotore I-Elce per fare ritorno a casa e finì invece per schiantarsi contro la Basilica di Superga, avvolta nella nebbia.

Quella sera scompare una squadra leggendaria, capace di dominare il calcio italiano e di conquistare grande prestigio internazionale.

Fu un lutto non solo per i tifosi «granata» e per i torinesi, ma per l’Italia intera. ùCome racconta Giuseppe Culicchia in queste pagine emozionanti, il Grande Torino era da tempo al di sopra del tifo campanilistico: un orgoglio per tutti e il simbolo della rinascita di un Paese uscito distrutto dalla guerra. Nella narrazione di quei giorni, del dramma e dei suoi protagonisti, riscopriamo una pagina della nostra storia che è un inno all’impegno della gioventù e alla lealtà di uno sport che vorremmo più pulito e capace di unire anziché di dividere.

SUPERGA 1949 : l’autore

GIUSEPPE CULICCHIA (Torino, 1965) ha esordito con il bestseller Tutti giù per terra (Garzanti 1994). Tra i suoi libri ricordiamo Torino è casa mia (Laterza 2005), Ecce Toro (Laterza 2006), Un’estate al mare (Garzanti 2007), insieme con Brucia la città (Mondadori 2009), Venere in metró (Mondadori 2011 e 2012) e Mi sono perso in un luogo comune (Einaudi 2016).

Da poco è uscito il romanzo Il cuore e la tenebra (Mondadori 2019).

SUPERGA 1949 : breve riassunto e commento personale

Forse non lo sapete ma a casa mia c’è sempre stata una grande pluralità di visioni calcistiche e politiche.

Ma il Torino ci univa tutti e, anche in occasione della nostra ultima visita a Torino, io e il Maritozzo siamo andati a rendere omaggio a quegli uomini… Insomma, un cuore granata batte nei nostri petti…

La prima pagina di Superga 1949 – il destino del Grande Torino Ultima epopea dell’Italia unita, ci porta in Sicilia, “in una sera al tempo di guerra. Una sera dell’estate del 1943”.

E’ suo padre che gli racconta come, a Marsala, con i suoi amici, immaginasse di giocare al Filadelfia tra le file del Toro.

Più che una partita tra due squadre avversarie, è un allenamento del Torino, perché nessuno vuole essere un calciatore di un’altra squadra!

Tutti vogliono giocare a essere uno dei campioni del grande Torino.

Come anche per noi oggi, il grande Torino è stata una squadra talmente grande da unire tutti, lungo tutto lo stivale, isole comprese. Come ci spiega l’autore

Di fronte al modo a tratti davvero sublime con cui i calciatori del Grande Torino interpretavano il gioco del calcio, anche i tifosi avversari non potevano fare a meno che restare a loro volta incantati, anche se spesso le rispettive squadre uscivano dal «Fila» patendo sconfitte dai punteggi anche più che tennistici, arrivando a incassare perfino sette o dieci reti per la gioia dei tifosi granata assiepati sugli spalti di quel campo glorioso che vide il Grande Torino imbattuto in casa per cento partite consecutive. Finché poi…

Non vi nego che ho versato fiumi di lacrime al racconto drammatico dell’incidente di Superga. E il racconto di quei “Primavera” in lacrime che scesero in campo domenica 15 maggio 1949 è tra i momenti più toccanti del libro. ù

Piangevano tutti, quella domenica. Piangevano anche loro, i ragazzi della nostra Primavera, schierati a bordo campo prima dell’incontro lì dove si sarebbero dovuti schierare i Caduti di Superga. Piangevano loro e con loro anche i pari età schierati dal Genoa su quel terreno che fino ad allora aveva visto le imprese dei calciatori del Grande Torino. E mio padre e con lui le migliaia di tifosi granata assiepati sulle gradinate del «Fila» non riuscivano a smettere di piangere.

Infatti era accaduto qualcosa di inimmaginabile:

il Grande Torino, lo squadrone degli Invincibili che aveva vinto tutto quel che c’era da vincere e aveva stupito il pubblico sudamericano in occasione della tournée che nel luglio del 1948 l’aveva portato in Brasile, era scomparso a Superga di ritorno dall’amichevole col Benfica a Lisbona.  E di quella compagine irripetibile non erano rimasti vivi che in tre, due riserve e il terzo portiere Renato Gandolfi. 

La data è rimasta impressa nella memoria di chiunque amasse il Grande Torino anche senza esserne tifoso e se n’è innamorato poi, come è successo ai miei genitori.

Cadeva di mercoledì, quel 4 maggio 1949, quando alle 17.05 l’aereo bimotore Fiat G.212 siglato I-Elce della compagnia Ali che riportava a casa il Grande Torino si schiantò sul Colle di Superga, in quella che resta la più grande tragedia dello sport italiano.

Trentuno morti in tutto. Di ciascuna delle 31 vittime di Superga, Culicchia ci racconta chi erano, da dove arrivavano…. e le loro storie si intrecciano con quella personale dello scrittore e con quella dell’Italia intera.

Infatti il Torino era stato il simbolo della rinascita di un intero Paese

capace coi suoi dieci uomini in Nazionale di far superare almeno per novanta minuti quelle divisioni mai sopite e destinate poi a riproporsi con violenza a decenni di distanza non solo nei cosiddetti Anni di Piombo. 

Il «Corriere della Sera» al Colle di Superga quel 4 maggio 1949 non mandò un inviato qualsiasi, ma Dino Buzzati… A riconoscere le salme, fu chiamato Vittorio Pozzo, che fece il riconoscimento in lacrime

Rigamonti venne identificato solo grazie a un anello. A mezzanotte restavano ancora da identificare Martelli e Maroso. Il Grande Torino andava in cielo a prendersi il suo quinto scudetto consecutivo.

Il 4 maggio 1949 il Grande Torino, morendo, diventava immortale.

Ve lo consiglio

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!