STAVROS di Sophia Mavroudis

STAVROS è un bel thriller della scrittrice franco-greca Sophia Mavroudis. Vi racconto perché mi è piaciuto

STAVROS

Sophia Mavroudis

Titolo originaleStavros

Prima pubblicazione : 2018

Traduzione dal francese : Giovanni Zucca

Prima edizione italiana : 2022

EDITORE : Edizioni e/o

Pagine : 224 p.

Genere: noir, thriller

STAVROS di Sophia Mavroudis: il libro

Atene all’alba… Un pezzo del fregio del Partenone è scomparso e il cadavere di un archeologo giace ai piedi dell’Acropoli. Il passato del commissario Stavros Nikopolidis è appena riemerso violentemente.

Stavros, primo romanzo di Sophia Mavroudis, è un romanzo noir, una variazione sul tema greco: un faccia a faccia tra Stavros – un poliziotto un po’ burbero, un po’ filosofo – e un killer tornato dal passato, sullo sfondo della Grecia di oggi che cerca con ogni mezzo di districarsi da questa crisi e uscirne a testa alta!

Una tragedia greca moderna, ricordi dolorosi, una vecchia vendetta, un doppio dramma, personale e professionale. E la ricerca ossessiva della verità in un paese pieno di corruzione politica, disperazione sociale e relazioni umane fallite.

Qui i profumi dell’ouzo si mescolano a quelli di questo porto mediterraneo che da sempre accoglie le persone del mondo in difficoltà. È tutta l’anima di una Grecia stremata da anni di austerità che emerge con forza da queste pagine. Affiancato dai suoi più fedeli colleghi – Dora, ex forze speciali, Eugénios l’hacker e Nikos l’albanese –, dall’amica Matoula, proprietaria di un bar dal passato oscuro, Stavros riuscirà finalmente a far uscire dall’ombra coloro che da tanti anni ammorbano la sua città. Ma la vita a volte riserva molte sorprese…

STAVROS di Sophia Mavroudis: l’autrice

Sophia Mavroudis è nata a Casablanca nel 1965 da padre greco e madre francese, è cresciuta in Grecia, paese che continua ad amare. Di sé dice di avere una doppia cultura, e una doppia sensibilità. Laureata in Scienze politiche con specializzazione in relazioni internazionali e conflitti europei, è stata insegnante, ricercatrice e consulente.

L’autrice ha concepito il progetto seriale delle inchieste del commissario ateniese Stavros Nikopolidis, con il poliziesco e il noir come chiave per raccontare la Grecia, in magmatica trasformazione dopo la crisi economica del 2008. Il primo romanzo della serie, Stavros, pubblicato in Francia da Jigal nel 2018, è stato finalista ai premi Premier Roman Dora-Suarez 2020 e Lion Noir 2020. Sono finora seguiti Stavros contre Goliath (Jigal, 2020) e Stavros sur la route de la soie (Jigal, 2021).

STAVROS di Sophia Mavroudis : commento personale

«Non c’è fine al male, commissario. Fa parte della natura umana, proprio come il bene. Lastrica le nostre strade, si insinua nella nostra vita. Non si consumi nel combatterlo. Si goda il presente, invece di soffiare sulle braci del passato. La collera è una cattiva consigliera e nuoce alla sua intelligenza. Come diceva la poetessa Saffo: “Quando l’ira si spande nel petto, bisogna tenere a freno la lingua che abbaia invano”».

Primo capitolo delle inchieste del commissario ateniese Stavros Nikopolidis, si tratta di un thriller ambientato in Grecia. Come nei romanzi di Markaris, anche in questo la trama noir è un “pretesto” per conoscere meglio la Grecia, mostrandoci errori e sofferenze di un popolo che per molti aspetti ci somiglia.

Il romanzo ci racconta la resa dei conti finale tra il tormentato commissario Stavros e un killer spietato, tornato dal passato per chiudere la partita cominciata molti anni prima.

Aiutato dalla sua squadra e, a sorpresa, dall’ambivalente ispettore Livanos, Stavros si ritroverà faccia a faccia con la sua nemesi e proverà a riemergere dal baratro in cui era finito dieci anni prima.

E dovrà farlo per salvare l’amato figlio ma anche il suo Paese, pieno di corruzione e connivenze.

Sophia Mavroudis ci regala un romanzo che ci consente di conoscere meglio la storia recente della Grecia, in particolare il periodo del Regime dei Colonnelli ma anche le speculazioni e i traffici che inquinano la società greca (e non solo).

Magari un eccesso di dettagli filosofici e letterari, che rischiano di rallentare troppo la trama ma che comunque ci consentono di approfondire la conoscenza dei vari personaggi.

Alcune scene peccano di ingenuità e ricordano azioni da giustiziere solitario, ma comunque il romanzo ci regala qualche ora di sano relax e ci permette di meditare sulle tante somiglianze tra Grecia e Italia… Ve lo consiglio

VOTO : 8/10

STAVROS di Sophia Mavroudis : il riassunto

Stavros Nikopolidis

 è quel che si dice un bell’uomo. Ha passato la cinquantina e vanta una folta capigliatura scura, appena spruzzata di grigio, che incornicia un viso abbronzato, mento volitivo e sopracciglia spesse. Grandi occhi neri e vellutati, a cui si devono numerose conquiste. 

Dieci anni prima la sua vita è stata sconvolta da una tragedia: sua moglie è stata coinvolta in un furto di opere d’arte e uccisa… da quel momento ha cercato solo vendetta e, quando non è riuscito ad ottenerla, si è lasciato abbrutire da droghe e alcol.

Solo l’intervento dei suoi fedeli colleghi lo ha salvato dal baratro, oltre alla consapevolezza di dover crescere da solo il figlio avuto da Elena…E’ però rimasto ai margini e non gli è più stata affidata nessuna indagine. Ora la sua nemesi è tornata.

Dopo dieci anni, senza preavviso, il passato di Stavros è riaffiorato questa mattina per tornare a insinuarsi nella sua memoria e ben presto, ne è certo, anche nelle sue notti.

All’alba, il suo dirigente lo ha svegliato chiedendogli di recarsi d’urgenza su una scena del crimine. Anastasios Livanos ha deciso di dargli una nuova possibilità.

«Abbiamo a che fare con un omicidio, e un fregio scomparso»

I colleghi che lo vedono arrivare sono giovani e non lo conoscono. Ma uno di loro lo ricorda come “il miglior poliziotto che abbiamo mai avuto. Cioè, quel che ne resta…”.

Per tutti è evidente che il colpevole è Rudolf, che ha predisposto tutta la scena come dieci anni prima: è tornato per vendicarsi e distruggere quello che è rimasto della vita di Stavros.

Dieci anni fa, poco prima delle Olimpiadi: un eminente professore sgozzato all’interno di un sito archeologico nel cuore di Atene, durante i lavori per la metropolitana; la responsabile degli scavi – la moglie di Stavros – scomparsa, e con lei il frammento di un fregio del Partenone fortunosamente riportato alla luce dagli archeologi. Il commissario aveva conosciuto il dolore del peso di una morte senza sepoltura: i dubbi sulla colpevolezza della moglie, la sua scomparsa, l’attesa di un improbabile ritorno, l’impossibilità di elaborare il lutto e conservare i ricordi con religiosa cura. Tante mancanze che non fanno altro che reiterare la condanna di chi è morto, precipitandolo nell’oblio, tradendone la memoria. Stavros era crollato, anima e corpo.

La vendetta di Rudolf comincia rapendo “la principessa slava” di Stavros, la giovane Svetlana che dieci anni prima Stavros aveva sottratto al racket della prostituzione…

E mentre Stavros sta cercando di liberare la giovane, una bomba esplode nel locale della sua amica Matoula, madre adottiva di Svetlana.

Poco alla volta, noi conosciamo meglio questo poliziotto tormentato, amante della poesia e della letteratura in genere… e scopriamo il suo dolore per la perdita del padre, spezzato nel corpo e nello spirito dagli interrogatori violenti del Regime dei Colonnelli

La vita di suo padre gli era stata rubata, insieme alla sua infanzia. Una volta diventato adulto era entrato in polizia, non tanto per garantire l’ordine quanto per porre riparo alle ingiustizie ed erigere bastioni contro tutti gli eccessi. Si era opposto agli interrogatori vecchio stile, prediletti da alcuni dei suoi colleghi, alle minacce e alle intimidazioni, a qualsiasi forma di dominio del forte sul debole. In anni recenti, segnati dalla crisi economica e politica, non aveva mai smesso di battersi contro il partito di estrema destra Alba Dorata e i suoi tentativi di infiltrarsi nei ranghi della polizia.

Stavros e il suo capo sono due uomini profondamente diversi, eppure, quando infine Livanos si trova davanti alle prove inconfutabili della connivenza del padre con certi politici, non esita a schierarsi affianco del suo commissario…

Come dirigente di polizia, il mio compito è quello di perseguire i criminali e i loro traffici illeciti, far rispettare la legge e mantenere l’ordine.

Ma la mia battaglia personale, quella che mi sta più a cuore, è quella contro la corruzione nella politica e nella polizia stessa. Il mio compito non è sgombrare il campo affinché i politici agiscano a loro piacimento, facendo il bello e il cattivo tempo come bambini maleducati.

Non possiamo tollerare la connivenza delle autorità con il crimine organizzato, perché è un male che sta corrompendo la nostra società e indebolendo il nostro paese. Il potere politico deve rispettare l’indipendenza dei poteri, che è il cuore del processo democratico. 

intanto però Stavros ha visto rapire sotto i suoi occhi l’amato figlio Yannis. Consapevole delle tante mancanze verso il bambino, Stavros è fuori di sé: solo il sostegno di Livanos e dei suoi fedelissimi, in primis Dora, Nikos ed Eugenios, gli impedisce di commettere imprudenze fatali…

Dora Stamboulidis è tra i miei personaggi preferiti:

Giovane, sui trentacinque, bruna coi capelli tagliati alla maschietta e l’andatura felina, femmina dalla forza altera e dallo sguardo fiero…. A Stavros piace, questa donna che viene dai quartieri popolari di Salonicco, determinata e senza peli sulla lingua. Per diventare cintura nera di Krav Maga è andata a imparare direttamente dagli israeliani, ed è capace di combattere come un uomo. 

Il confronto finale con Rudolf è davvero appassionante. Anche perché scopriamo che l’odio di Nikita/Rudolf viene da molto lontano… Come racconta Stavros ai suoi, Rudolf era un fratello per lui

«I nostri padri si sono incontrati in Unione Sovietica dopo la Seconda guerra mondiale, quando l’URSS dava rifugio ai comunisti perseguitati nei loro paesi. La loro indistruttibile amicizia era basata sulla comune ideologia e su un profondo rispetto reciproco. Io poi ho incontrato Rudolf negli anni Ottanta, a Mosca, all’epoca del disgelo, quando certi ex partigiani considerati fidati hanno potuto andare all’estero… Molti anni dopo è venuto a trovarmi e sono stato felice di rivederlo. Ma non era più il ragazzo che avevo conosciuto. Aveva preso una brutta strada. Io ero un giovane poliziotto, sulle tracce di una rete di trafficanti, e lui mi ha salvato la vita, sparando a uno dei suoi uomini che mi puntava addosso una pistola. Mi sono ritrovato a essere in debito con lui».

«Non mi fai paura, Rudolf. La paura è dei deboli. L’odio, il rancore, il desiderio di vendetta ti stanno divorando come un tumore al cervello. Ti hanno infestato il corpo e la mente, ogni frammento del tuo essere».

E quando noi pensiamo che tutto sia finito, un nuovo scenario si apre alla mente di Stavros, che comprende di essere stato ingannato sin nei suoi affetti più profondi

 Aveva guardato Giano con gli occhi di chi ama.

… allora non resta che ricominciare tutto da capo e fermare il burattinaio che tirava i fili di tutto…

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!