PRESTO VERRAI QUI GIORGIO GLAVIANO 

PRESTO VERRAI QUI è un bellissimo giallo di GIORGIO GLAVIANO. Vi racconto perché mi è piaciuto

PRESTO VERRAI QUI

GIORGIO GLAVIANO

PRIMA PUBBLICAZIONE : 2022

EDITORE : Marsilio

Pagine : 352 p.
Genere : giallo

PRESTO VERRAI QUI : il libro

L’ispettrice di polizia Melina Pizzuto non ha un’intelligenza raffinata, né talenti particolari, ma possiede quella tenace ostinazione che se inizia una cosa la fa arrivare fino in fondo, cascasse il mondo e tutti giù per terra. A causa di un’indagine non autorizzata sui colleghi viene cacciata da Roma e costretta a tornare alla sua Palermo.

Ormai dalla parte sbagliata dei trent’anni, seppellita in una stanzetta della questura, senza nemmeno un computer che funzioni, passa le giornate prigioniera dei ricordi di un amore finito.

Quando, a causa dell’ennesima presa in giro da parte degli altri poliziotti, un’improbabile vedova si presenta per denunciare la vicina, che le avrebbe insozzato la cappelletta votiva con uno straccio lercio, per l’ispettrice la misura è colma, e medita di mollare.

Quella pezza si rivela però essere una maglietta, e il sudiciume sangue, tanto sangue, forse umano. Melina per sopravvivere si attacca disperata a quello che lei stessa definisce «un mezzo caso» ma che, tra indizi spaiati, intuizioni fortuite, vicoli ciechi e ipotesi barcollanti, alla fine la porterà a scoprire un delitto scellerato, eppure praticamente perfetto. 

Sola e contro tutti, con l’eccezione di Angelica, detta “la Secca”, l’unica collega che per sfinimento riuscirà a convincere ad aiutarla, la caparbia ispettrice dovrà immergersi nel dedalo doloroso del suo passato e di quello antico e oscuro di per scovare e arrestare l’insospettabile assassino.

PRESTO VERRAI QUI : l’autore

GIORGIO GLAVIANO è nato a Palermo nel 1975. Lavora come sceneggiatore per il cinema e la tv. Ha pubblicato due saggi sulla serialità americana e i romanzi Sbirritudine (Rizzoli 2015) e Il confine (Marsilio 2019), da cui è stato tratto il film Ai confini del male, con Edoardo Pesce e Massimo Popolizio, diretto da Vincenzo Alfieri e sceneggiato, fra gli altri, dallo stesso Glaviano

PRESTO VERRAI QUI : breve riassunto e commento personale

Per puro caso mi è capitato tra le mani questo giallo, uscito veramente da pochissimi giorni. E l’ho divorato in pochissime ore! Infatti l’autore ci offre un’indagine tutta al femminile, con protagoniste donne toste e integerrime, capaci di resistere in un mondo maschile fatto spesso di troppi compromessi.

La protagonista assoluta è l’ispettore Carmela Pizzuto, detta Melina. Tornata a Palermo dopo dieci anni a Roma

Una maglietta zuppa di sangue e olio motore, i vicoli assiderati del centro di Palermo e la testardaggine dell’ispettore di polizia Melina Pizzuto: così avrebbero condensato i cronisti negli occhielli dei giornali di mezza Europa, sotto titoli roboanti come «Risolto il giallo dell’isola», «Svelato il macabro enigma di Palermo», «Svolta nel misterioso assassinio internazionale». 

Ma ancora non lo sa, la nostra Melina, che questo sarò l’epilogo della storia. Dopo sessanta giorni passati a scaldare la sedia, una mattina le si presenta davanti alla scrivania una donna.

La vedova Colleferro ha trovato una maglietta tra i vasi di gerani di una cappella votiva, il pomeriggio del 14 giugno. E subito ha dato la colpa alla  signora Passalacqua, la sua dirimpettaia.

… quell’affronto meritava una denuncia ufficiale bella e buona.

Se il 15 giugno la vedova Colleferro avesse presentato la denuncia a uno qualunque degli altri ispettori della questura,

la cosa si sarebbe risolta con un verbale svogliatamente compilato e poi cestinato, qualche risata cameratesca alle spalle della vedova, e poi nessuno ci avrebbe pensato.

Invece è toccato a Melina: la donna era stata rispedita senza troppi complimenti in Sicilia dopo la denuncia che aveva mosso a mezzo commissariato per abuso di potere, minacce, atti di violenza e intimidazione; metà ufficio, ivi compreso il suo compagno, Nino, poliziotto come lei

L’uomo aveva preferito lasciarla che denunciare i suoi colleghi e lei si era ritrovata a Palermo, trasferita per incompatibilità ambientale.

In due mesi non ha avuto un caso e così quando la Colleferro era arrivata alla sua scrivania, aveva fatto finta di ascoltarla. E aveva preso la maglietta incriminata.

Non avendo di meglio da fare, Melina raggiunge il luogo del ritrovamento. E qui, grazie ad alcune telecamere, scopre che la maglietta è caduta dall’apecar di uno sgombera-cantine, Kamal.

L’uomo le spiega che l’ha lasciata un senzatetto, Benni Currò… Le macchie sulla maglietta hanno messo in allarme la nostra poliziotta. Ma, prima di imbarcarsi nella ricerca, decide di verificare se quello sulla maglietta è sangue umano.

Contatta così la sua ex migliore amica del liceo, Daniela Indelicato. Che la indirizza all’università. Qui ritrova il suo primo amore, Marco Mogavero, professore precario a Biologia. Che le dedica tutte le sue attenzioni e scopre che il sangue è senza dubbio di un uomo di circa sessant’anni e risale a tre giorni prima. Melina ha finalmente un caso per le mani!

Spulciando tra le denunce di scomparsa, trova quella di un cinquantenne milanese

Proveniva dalla capitaneria di porto: alla fine di quattro giorni di escursioni a Palermo e dintorni, un cinquantenne di Milano in crociera non era tornato a bordo.

Del caso si occupa l’ispettore Angelica Costa. Mentre sta uscendo, il suo capo, la Ferlita, le comunica che a breve sarà trasferita a Enna.  A Palermo tutti sanno chi sia Melina: “la stronza di Roma”.

Quando rintraccia l’ispettore Costa, Angelica trascina Melina in macchina con lei e, dopo averla ascoltata, la smonta e le rivela:

«Sai che tutta Palermo ha l’ordine di tenerti fuori da ogni indagine

Sorprendentemente, Angelica è d’accordo con lei e la ammira per il coraggio dimostrato. Non solo : è disposta a lavorare con lei, anche a costo di mettersi contro la Ferlita!

Il milanese scomparso si chiamava Biagio Savarese: titolare di un’ottica, vedovo, due figli quasi trentenni, era scomparso durante una crociera per cuori solitari in cerca dell’anima gemella. L’uomo ricompare a Napoli. Tutto da rifare quindi…

eppure Melina e la sua nuova amica, che si occupa dei quattro fratelli e delle loro famiglie, oltre che dell’anziano padre, non si arrendono.

Così Melina scopre che c’è un altro “turista” scomparso: Gaspare Scimeca, sessantacinque anni, nato a Palermo e residente a Rovereto, aveva prenotato all’Hotel Sicania per tre giorni, ma il 13 non era rientrato e il 14, giorno di check-out, non si era presentato, lasciando in camera un trolley con qualche capo di abbigliamento.

Melina e Angelica decidono di chiedere il permesso alla Ferlita ma la donna maltratta l’ispettore Pizzuto: tra una settimana sei a Enna. Non ti voglio tra i piedi.

Intanto Marco scopre che il DNA sulla maglietta è proprio di Scimeca. E la mattina dopo si ritrova a fare squadra con Angelica per indagare sul caso… Perché la Ferlita infine ha cambiato idea?

Ovviamente, Angelica si era già data da fare, e aveva sentito i colleghi di Rovereto per saperne di più su Gaspare Scimeca.

L’ultrasessantenne risiedeva nel comune da trent’anni, era incensurato, viveva in una casa in affitto, lavorava come segretario in una piccola società che importava mangimi dall’Est Europa, possedeva una Fiat Punto, con le tasse era a posto, niente moglie, figli, né cellulare: nessun numero mai intestato a suo nome.

Perché questo solitario aveva deciso di punto in bianco di tornare a Palermo???

Le caparbie poliziotte riescono a scoprire che la visita serviva per assistere al funerale di Alfio Epaminonda, una delle figure più importanti della destra siciliana. Che aveva fatto rivivere i Misteri Eleusini

 «il fatto è che da una maglietta insanguinata trovata in mezzo a dei gerani ora siamo arrivate a un ideologo nero che pratica dei rituali arcaici. È strano, no? Però, se ripercorro i passaggi che ci hanno portato fin qui, mi pare tutto logico.»

Il caso ha voluto che Melina abbia conosciuto il nipote del prof, Manlio Aglieri, a casa di Daniela. Da un controllo all’anagrafe salta fuori che Gaspare Scimeca è morto da 58 anni! E allora chi è quell’uomo che sette anni dopo ne ha assunto l’identità?

Poco alla volta, pezzo dopo pezzo, con costanza e tenacia, Melina riesce a ricostruire la storia … e si troverà per le mani un assassino che proprio non vorrebbe arrestare!

Un romanzo giallo davvero gradevole, proprio per questa la particolarità che tutti i personaggi sono donne: testarde, caparbie e intelligenti, non si lasciano schiacciare dalla vita, anche quando tutti provano a calpestarle.

Ve lo consiglio

VOTO : 10/10

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!