PLASTICA PER IL CIBO le più comuni

PLASTICA PER IL CIBO

Parlare di cibo e contaminazioni ci porta anche ad occuparci di un argomento scottante. Infatti ci chiediamo spesso se la plastica per alimenti è davvero sicura e se possiamo usarla in tutta tranquillità. Abbiamo accennato all’argomento in precedenza (vedi QUI), ma oggi conosciamo meglio i materiali più comunemente usati nelle nostre cucine.

PLASTICA PER IL CIBO. Le normative

La plastica per alimenti, generalmente ritenuta sicura, da decenni è entrata nelle cucine di tutto il mondo. I materiali ammessi per il contatto diretto con gli alimenti devono superare test che ne certifichino l’idoneità e la sicurezza per i consumatori.

Alcuni prodotti, infatti, potrebbero rivelarsi pericolosi o alterare il gusto dei cibi. Anche se i MOCA (materiali e oggetti a contatto con gli alimenti) non sono molti, sono invece centinaia le sostanze impiegate per realizzarli. 

Esistono precise direttive europee per questi materiali, che forniscono indicazioni dettagliate, come il Regolamento quadro CE 1935/2004 o il più recente 2016/1416.

Le plastiche alimentari devono sempre essere marchiate e riconoscibili, contraddistinte dal simbolo con il bicchiere e la forchetta o dalla dicitura “per alimenti”.

Talvolta possono essere presenti anche indicazioni precise sul corretto utilizzo degli oggetti.

Se usate impropriamente, infatti, le plastiche alimentari possono rilasciare sostanze chimiche di vario tipo, come additivi, residui o prodotti dovuti alla degradazione dei materiali.

PLASTICA PER IL CIBO. La denominazione

Prima di capire se la plastica per alimenti è sicura, bisognerebbe conoscere meglio i materiali che entrano nelle nostre case. Infatti, nonostante la loro costante presenza nelle nostre case, il loro contenuto chimico rimane un mistero.

Infatti le aziende produttrici non devono dichiarare gli ingredienti sulle etichette e la maggior parte dei produttori non desidera rivelarli.

Il solo indizio riguardo all’identità chimica delle plastiche è il codice della resina che serve a identificare i prodotti che possono essere riciclati.

Ciascun materiale infatti è identificato da un numero, che possiamo trovare sul fondo del contenitore, di solito al centro del simbolo triangolare del riciclo.

Le plastiche più adatte alla conservazioni di cibi sono quelle contrassegnate dai numeri 1, 2, 4 e 5, mentre quelle con i numeri 3, 6 e 7 vanno utilizzate con più attenzione, così come quelle prive di numero, che corrispondono alla tipologia numero 7.

Di seguito vi spiego a che cosa corrispondono i vari numeri e come utilizzare al meglio ciascun tipo

PLASTICA PER IL CIBO : le più comuni

⇒ PET (1). Il polietilene tereftalato

Troviamo il PET soprattutto in bottiglie e recipienti trasparenti per acqua, bibite e cibi.

Questo tipo di plastica per alimenti è sicura se impiegata per contenere prodotti freddi. Il calore, infatti, ne favorisce la degradazione, che può rilasciare sostanze nocive con l’antimonio e l’acetaldeide.

Questi contenitori sono concepiti per essere essenzialmente monouso, quindi, non dovrebbero essere riutilizzati a lungo.

⇒ PE (2): il Polietilene ad alta densità (HDPE)

Il PE è una plastica per alimenti sicura e resistente, impiegata per oggetti non trasparenti come i tappi, i vasetti dello yogurt, i contenitori per il latte e anche per i detersivi.

Resiste abbastanza bene ai cibi caldi ed è sempre preferibile rispetto al PET

⇒ PVC (3) : il Polivinilcloruro 

Il PVC è potenzialmente pericoloso, perché rilascia ftalati. Ricordiamo che, bruciando, libera diossina. Motivo per cui si cerca di sostituirlo con altri materiali.

Per la sua resistenza, in genere si utilizza per realizzare banner pubblicitari, striscioni e rivestimenti da esterno.

Può essere presente anche nelle pellicole trasparenti per avvolgere i cibi, anche se la sua presenza nei materiali per alimenti è sempre più rara. Scegliete sempre le pellicole con le diciture “Senza PVC”, “PVC free” o “Non contiene ftalati”.

⇒ LDPE (4)  il Polietilene a bassa densità

E’ la plastica utilizzata per fabbricare sacchetti per congelare e guanti monouso, come quelli per maneggiare le verdure nei supermercati.

Questo materiale non va impiegato ad alte temperature e non dovrebbe essere riutilizzato a lungo.

⇒ PP (5) : il Polipropilene

Il PP è una plastica per alimenti considerata sicura. La troviamo nelle bottiglie non trasparenti e nelle vaschette con coperchio, sia quelle più robuste e durevoli sia quelle più economiche come quelle per il gelato.

Per riutilizzare questi recipienti è bene seguire le indicazioni del produttore, anche se in genere gli oggetti più leggeri ed economici sono da intendersi come monouso.

⇒ PS (6) : il Polistirolo o polistirene

Ottimo isolante termico, è il materiale dei recipienti da asporto. Contiene stirene, un idrocarburo aromatico che può interferire con il sistema endocrino.

La nocività del polistirolo non è unanimemente riconosciuta, in quanto non è certo se le sostanze nocive siano rilasciata dal materiale.

⇒ ALTRE PLASTICHE, O (7) 

Con la “O” e il numero 7  troviamo indicate le plastiche potenzialmente più pericolose (policarbonato, resine epossidiche e melammina), che possono rilasciare sostanze nocive come il bisfenolo A e la formaldeide.

Questi materiali sono utilizzati per produrre stoviglie, bicchieri, piatti e recipienti rigidi antiurto.

Questi oggetti NON VANNO MAI SCALDATI E NON DEVONO MAI ENTRARE IN CONTATTO con cibi molto caldi.

La resina epossidica è impiegata nei rivestimenti interni delle lattine e delle scatolette, per isolare il metallo dal cibo contenuto.

L’Unione Europea, dal 2011, ha proibito l’uso di queste plastiche per la produzione dei biberon.

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!