PIETRO DA MORRONE Celestino V

PIETRO DA MORRONE Celestino V

Per il compleanno del Maritozzo ci siamo regalati un paio di giorni di vacanza non troppo lontano da casa. E ci siamo ritrovati sulle tracce di quello che fu Papa Celestino V, il primo pontefice della Storia ad abdicare!

Con l’occasione, ho riletto uno dei libri per me più belli di Ignazio Silone, “L’avventura di un povero cristiano”.  Letto nei luoghi che Pietro aveva frequentato, ha davvero tutta un’altra intensità!

Prima di raccontarvi dei luoghi che abbiamo visitato, però, voglio parlarvi di questa figura controversa, proprio in occasione della sua festa liturgica, che la Chiesa Cattolica celebra il 19 Maggio. Scopriamo insieme chi fu Pietro da Morrone/Celestino V!

PIETRO DA MORRONE. Chi fu Celestino V

Nato tra il 1209  e il 1215 in Molise, nell’attuale provincia di Isernia, Pietro Angelerio,  poi Pietro da Morrone, entrò nel monastero di S. Maria di Faifoli, oggi in provincia di Campobasso.

“A vent’anni o poco più” decise di diventare eremita. Incamminatosi in direzione nord nell’intento di raggiungere Roma, giunse nei pressi di Castel di Sangro. Qui  una nevicata lo bloccò e il giovane frate decise quindi di fermarsi in quei luoghi. Vi trascorse circa tre anni, in una grotta sul monte Porrara. Riprese poi il suo viaggio verso Roma, dove fu ordinato sacerdote nel 1239.

Di ritorno, si stabilì dapprima nei pressi di Sulmona e, in seguito, lungo le pendici della Majella, dove fondò l’eremo di S. Spirito.

Secondo la Vita C, una delle fonti più attendibili sulla vita di Celestino, Pietro indossava vesti ruvide e osservava quattro quaresime all’anno, mangiando solo due volte a settimana; i suoi cibi erano per lo più crudi e insipidi.

Spostandosi continuamente tra  la Majella e il Morrone, condusse vita eremitica fino a quando, nel 1294, i messi papali gli annunciarono l’elezione al soglio pontificio.

Intanto nel marzo 1274, a Lione, aveva ottenuto da papa Gregorio X la Bolla di confermazione dell’Ordine dei monaci morronesi di Santo Spirito.

Al ritorno, nel luglio 1274, a L’Aquila, promosse la costruzione di un Santuario dedicato alla Madonna (Santa Maria di Collemaggio), consacrato il 25 agosto 1288.

Nel 1292,  alla morte del papa Niccolò IV, al conclave riunito a Perugia, le due fazioni contrapposte dei cardinali (Orsini e Colonna), non riescono ad eleggere il nuovo papa.

Occorsero due anni per arrivare ad un compromesso!

PIETRO DA MORRONE diventa Celestino V. L’elezione

Il 5 luglio 1294, il Conclave elesse al soglio pontificio Pietro del Morrone.

Una delegazione, costituita da alti prelati, notai e un cardinale, portò la notizia all’eremita, rinchiuso nell’eremo di S. Onofrio del Morrone,  vicino all’abbazia di S. Spirito di Sulmona.

Il 29 agosto, a L’Aquila, nella chiesa di S. Maria di Collemaggio, l’anziano frate divenne papa con il nome di Celestino V.

Per l’occasione, il  nuovo papa emanò la Perdonanza, la concessione dell’indulgenza plenaria a quanti avessero visitato la chiesa di Collemaggio tra i vespri della vigilia e i vespri della festa della decollazione di s. Giovanni battista (29 agosto).

Ne parleremo meglio in seguito.

PIETRO DA MORRONE. La grande rinuncia

Il 13 dicembre dello stesso anno, a Napoli, dinanzi ai cardinali riuniti in concistoro, Celestino V lesse un atto formale di rinuncia, si spogliò dei paramenti pontifici e indossò di nuovo il saio da eremita.

La “grande rinuncia” che Dante non perdonò al povero Celestino, relegandolo tra gli ignavi nel suo Inferno…

Infatti la rinuncia di Celestino V portò all’elezione del cardinale Benedetto Caetani. che assunse il nome di Bonifacio VIII.

Pietro avrebbe voluto tornare a fare l’eremita, ma il papa gli impose di rimanere presso la Curia pontificia.

Durante il viaggio verso Roma, nei pressi di S. Germano (Cassino), Pietro fece perdere le sue tracce e si rifugiò a S. Onofrio del Morrone.

Inseguito dai messi papali, fuggì in Puglia dove si imbarcò per la Grecia. Naufragato sulla spiaggia di Vieste, Pietro fu catturato e condotto a Castel Fumone, roccaforte di proprietà del papa.

A Castel Fumone morì il 19 maggio 1296, fortemente debilitato dalla deportazione e dalla successiva prigionia-

Secondo la versione ufficiale, Celestino morì dopo aver celebrato, stanchissimo, l’ultima messa.

A proposito della morte si sparsero subito voci e accuse. Sebbene la teoria secondo la quale Bonifacio ne avrebbe ordinato l’assassinio fosse priva di fondamento, di fatto il successore ne ordinò la segregazione che, in qualche modo, lo portò a morte.

Il cranio di Celestino presenta un “foro”, che due perizie sulla salma datate 1313 e 1888 interpretarono come corrispondente a quello producibile da un chiodo di dieci centimetri, ma, secondo alcuni, potrebbe essere piuttosto la conseguenza di un ascesso di sangue; l’ultima perizia del 2013 sostiene invece che il foro fu inferto al cranio molti anni dopo la sua morte.

Bonifacio portò il lutto per la morte del predecessore, caso unico tra i papi, celebrò una messa pubblica in suffragio per la sua anima e diede inizio, poco dopo, al processo di canonizzazione.

Dopo un lungo processo di canonizzazione, il 5 maggio 1313 ad Avignone, fra Pietro del Morrone fu proclamato santo.

La Chiesa cattolica che ne celebra la festa liturgica il 19 maggio

Fu inizialmente sepolto nei pressi di Ferentino, prima nella chiesa di Sant’Agata e successivamente nella chiesa di Sant’Antonio sita nell’abbazia celestina che dipendeva dalla casa madre di Santo Spirito del Morrone.

Le sue spoglie mortali furono traslate nel 1327 all’Aquila, nella chiesa di S. Maria di Collemaggio. Qui riposa ancora oggi, dopo varie vicissitudini.

Infatti nel corso del terremoto de L’Aquila del 2009, il crollo della volta della basilica ha provocato il seppellimento della teca con le spoglie. Vigili del Fuoco e Protezione Civile le hanno recuperate, con la collaborazione della Guardia di Finanza.

Dopo aver vagato per le diocesi di Abruzzo e Molise, il corpo di Celestino V è tornato alla sua Basilica di Santa Maria di Collemaggio il 5 maggio 2013, in occasione del settecentesimo anniversario della sua canonizzazione.

Dall’agosto 2013, però, le spoglie del Santo hanno riposato nella basilica di San Giuseppe Artigiano e poi presso l’adiacente oratorio di San Giuseppe dei Minimi, nel centro storico della città.

Finalmente hanno fatto ritorno a Collemaggio il 20 dicembre 2017, a seguito della riapertura al culto dell’edificio

CURIOSITÀ:

Il 18 aprile 1988 la salma di Celestino V fu trafugata. Due giorni dopo, venne ritrovata nel cimitero di Cornelle e Roccapassa, frazioni del comune di Amatrice. Non sono mai stati scoperti i mandanti o gli esecutori

Edifici di culto fondati da Celestino V

In questi luoghi il futuro papa visse dal 1241.  Pietro scelse il monte Morrone per l’eremitaggio e le sue pendici per riunire il primo cenobio ai piedi del Morrone e fece estendere una cappella dedicata a S. Maria Del Morrone.

Tra il 1268 e il 1285 sorse la chiesa dedicata allo Spirito Santo, che Pietro unì ad un convento.  Nel corso dei secoli l’Abbazia è stata protagonista di fasi di ampliamento ed interventi, di cui ancora oggi reggono testimonianze

  • Eremo di Santo Spirito a Majella(Roccamorice). Anteriore all’XI secolo, l’eremo fu fondato da Monaci benedettini provenienti dal Monastero di S. Benedetto di Montecassino. La prima fonte storica risale al 1055 e riporta la presenza del monaco Desiderio, il futuro papa Vittore III. Pietro vi dimorò nel 1246 e lo ristrutturò.
  • Eremo di Sant’Onofrio(Serramonacesca). Sorge a poca distanza dall’Abbazia di San Liberatore a Majella. Furono proprio i benedettini del vicino monastero a costruirlo, sfruttando alcune cavità naturali
  • Eremo di San Bartolomeo in Legio(Roccamorice). Poco distante dall’eremo di Santo Spirito, Celestino V lo ristrutturò attorno al 1250
  • Eremo della Madonna dell’Altare(Palena). Sorge nei pressi del luogo in cui Pietro visse dopo aver lasciato Castel di Sangro nel 1235-36. Superato il Valico della Forchetta, arrivò su un contrafforte roccioso e rimase per circa quattro anni in una grotta, nei dintorni della quale, nel XIV secolo, i monaci celestini costruirono l’edificio religioso
  • Eremo di San Giovanni all’Orfento(Caramanico Terme). Pietro lo frequentò tra il 1284 e il 1293. Tra i più inaccessibili degli eremi,  è visitabile solo dopo aver ottenuto l’autorizzazione dal Comando della Stazione Forestale di Caramanico.

Insieme al Maritozzo, abbiamo visitato la maggior parte di questi eremi. Cercherò di raccontarveli nelle prossime settimane. Anche perché sono tutti immersi in una natura spettacolare e meritano una visita! Anche se non credete, il “faccia a faccia” con la Natura toccherà il vostro cuore!

Entrambi abbiamo vissuto momenti davvero commoventi!

UNA CURIOSITÀ

La Maiella ospita una ventina di eremi. Il “Sentiero dello Spirito”, un lungo itinerario di circa 70 chilometri, unisce la maggior parte di essi.

Agli inizi del ‘300, per la forte spiritualità della Maiella, il poeta Francesco Petrarca la definì ‘Domus Christi’, la ‘Casa di Cristo’.

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!