PAROLA DI CADAVERE di Andrea Vitali

PAROLA DI CADAVERE è un romanzo davvero bello dello scrittore Andrea Vitali. Che in poche pagine riesce a commuoverci e a farci riflettere. Vi racconto perché mi è piaciuto

PAROLA DI CADAVERE

Andrea Vitali

Editore : Garzanti

Prima pubblicazione : 2011

Pagine : 76 p.

Genere : narrativa

PAROLA DI CADAVERE: descrizione (da Il libraio)

Un padre, l’Anemio Agrati, che ha dedicato la vita a un’insana passione. Un figlio silenzioso che porta con sé questa bizzarria come uno stemma di famiglia. Conosciuto in paese come “il Cadavere”, lo si incontra solo al cimitero in riva al lago, nella ricorrenza dei defunti, avvolto da ombre e penombre. Una storia inedita, delicata e grottesca, un paese fuori dal tempo in cui episodi curiosi e personaggi irresistibili ci conducono a scoprire le mille facce della realtà.

Nei suoi romanzi Andrea Vitali racconta l’Italia più vera, immobile e frenetica, dove dietro la commedia si nasconde la tragedia, e dietro la tragedia il melodramma e la farsa

PAROLA DI CADAVERE: l’autore

Nato a Bellano, il 5 febbraio 1956, Andrea Vitali è uno scrittore italiano. Dopo aver frequentato quello che lui stesso definisce «il severissimo liceo Manzoni» di Lecco, rinuncia alle sue inclinazioni verso il giornalismo e, per soddisfare le aspirazioni paterne, si laurea in Medicina all’Università Statale di Milano nel 1982.

Sposato con Manuela, da cui ha avuto il figlio Domenico. Vive da sempre nel suo paese natale e, nonostante dichiarazioni rilasciate nel 2008, abbandona la professione medica nel 2014 per dedicarsi alla scrittura.

Il suo esordio letterario è avvenuto nel 1990, con il romanzo breve Il procuratore, ispirato da vicende narrategli proprio da suo padre.

Nel 1996 vince il Premio letterario Piero Chiara con L’ombra di Marinetti, ma il vero successo giunge nel 2003 con Una finestra vistalago (Premio Grinzane Cavour e Premio Bruno Gioffrè 2004), romanzo che copre cinquant’anni di vita paesana fino ai turbolenti anni settanta.

L’immaginario narrativo di Vitali si colloca sulle sponde del lago e racconta una provincia fatta di personaggi comuni e nel contempo esemplari, traendo ispirazione da Mario Soldati, Piero Chiara e soprattutto Giovanni Arpino.

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PAROLA DI CADAVERE: breve riassunto e commento personale

Mi capita spesso di leggere romanzi di questo scrittore ma finora non mi era mai capitato di parlarvene… fatto ben strano, lo ammetto, ma mi riprometto di rimediare quanto prima! Anche perché sotto il mio comodino ho diversi libri di Vitali da leggere, tra cui l’ultimo, “Nessuno scrive al federale”

Ma parliamo di questo romanzo breve, che ho riletto diverse volte nel corso del tempo e che ho apprezzato di nuovo dopo la sua uscita in versione elettronica.

Il romanzo si apre con il racconto del primo incontro tra il protagonista narrante e quello che poi verrà soprannominato “il cadavere”.

“La mattina del Primo ottobre 1960, insieme con i miei compagni promossi dalla terza alla quarta elementare, mi alzai di scatto all’ingresso in aula del nuovo maestro”

Che subito ci appare odioso. Nemmeno il tempo di dire il suo nome che addita a tutta la classa “un bocciato”:

Il bocciato teneva gli occhi bassi. Pallido come se l’estate appena passata fosse stata per lui una stagione di totale eclissi di sole. E magro, come se oltre al buio l’avessero condannato a una dieta di pane e acqua.

Fu il primo incontro con il Cadavere, di cui si perdono le tracce dopo la quinta. Per poi ritrovarlo solo in occasione della festività dei morti al cimitero di Bellano…

Poco alla volta scopriamo che l’unica colpa di questo ragazzo, di cui non sapremo il nome di battesimo fino alla fine, è quella di essere figlio di due strani genitori.

Suo padre, Anemio Agrati, dopo essere entrato giovanissimo in una ditta di onoranze funebri, aveva sviluppato uno strano sogno, quello di costruire bare!

Dopo essere quasi morto, ha sposato Morosina Cargamucchi, “di ragguardevole bruttezza” pur di realizzare il suo sogno!

La fama di cotanti genitori si riversa sul loro unico figlio, che ha pure

un’innata passione per le ombre e le penombre, nelle maglie delle quali vedeva cose che ai comuni mortali erano celate

Come sempre nei romanzi di Vitali, l’ironia si intreccia alla malinconia e le risate si trasformano in pianto…  

Perché non c’è niente da ridere nella crudeltà di cui sono vittime i “diversi”, quelli che, nolenti o volenti, si differenziano in qualche modo dagli altri bambini.

Ancora oggi ricordo con tristezza i compagni di scuola che mi prendevano in giro perché portavo gli occhiali! E io certo non li aiutavo, con le mie mille stranezze… che sono decisamente proseguite da adulta, lo confesso con orgoglio.

Comunque forse proprio per questo il romanzo mi è entrato nel cuore. Ve lo consiglio: vi darà parecchio su cui riflettere

VOTO : 10 / 10

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!