PANE E BUGIE. I pregiudizi, gli interessi, i miti, le paure
DALLA QUARTA DI COPERTINA :
Il pesto è cancerogeno. Lo zucchero bianco: per carità! Meglio quello di canna. Il glutammato fa malissimo… E gli spaghetti radioattivi? Ah no, io compro solo pane biologico, prodotti locali e di stagione. Quanta apprensione intorno alla nostra tavola. E quante bugie. Ma a chi dobbiamo credere? L’approssimazione in cucina non funziona, nemmeno per preparare un piatto di spaghetti. Meglio verificare quanto tv, web, giornali, radio ci propinano ogni giorno: mentre ci scanniamo sugli ogm in realtà già mangiamo frutta, verdura e cereali derivati da modificazioni genetiche indotte da radiazioni nucleari (perché nessuno lo dice?); abbiamo il terrore della chimica ma ci dimentichiamo che per esempio la vanillina è un estratto da una lavorazione del petrolio e che il caffè contiene sostanze cancerogene. Mostri come la fragola-pesce e altre diavolerie occupano il nostro immaginario, ma quali sono davvero i rischi che corriamo? Ecco un aiuto a non farsi ingannare da messaggi troppo facili ed emotivi. Ci guadagneremo in razionalità, salute e portafoglio.
L’AUTORE:
Ricercatore universitario, docente di Chimica-fisica presso il dipartimento di Scienze chimiche e ambientali dell’Università dell’Insubria a Como, divulgatore scientifico e curatore per la rivista «Le Scienze» della rubrica mensile Pentole e provette.
È anche autore blog Scienza in cucina. Tra le sue varie pubblicazioni
- Ogm tra leggende e realtà (Zanichelli 2009),
- I giochi matematici di Fra’ Luca Pacioli (Dedalo 2011),
- Pane e bugie (Chiarelettere 2010),
- Contro natura. Dagli OGM al «bio», falsi allarmi e verità nascoste del cibo che portiamo in tavola (Rizzoli 2015).
IL LIBRO – ARGOMENTI TRATTATI:
L’INFORMAZIONE CHE NON INFORMA
GLI SPAGHETTI RADIOATTIVI E LA FRUTTA AL NUCLEARE
ORGANISMI GIORNALISTICAMENTE MODIFICATI. LA LEGGENDA DELLA FRAGOLA- PESCE
IL KILLER INVISIBILE
OGM IN TRIBUNALE. MONSANTO CONTRO SCHMEISER
IL MITO DEL MANGIAR SANO E <<GIUSTO>>
NATURALE O ARTIFICIALE?
MANGIARE E’ UN’AVVENTURA PERICOLOSA
A CHI DOBBIAMO CREDERE?
GLI ALIMENTI BIOLOGICI NUTRONO DI PIÙ?
BIOLOGICO O AGRICOLTURA CONVENZIONALE PER SFAMARE IL MONDO
LA SPESA A KM 0 E’ PIÙ SOSTENIBILE?
A TAVOLA!
NON CI SONO PIÙ LE BANANE DI UNA VOLTA
PESTO CANCEROGENO
LA NOSTALGIA DEL LATTE CRUDO
IL GLUTAMMATO E LA SINDROME DA RISTORANTE CINESE
LO ZUCCHERO, VELENO BIANCO
PER UN’AGRICOLTURA PIÙ SOSTENIBILE
IL FUTURO E’ BIOLOGICO?
UN’ETICHETTA VINCENTE
MITI URBANE E PROMESSE INFRANTE
MA QUANTO MI RENDI?
COSTI E BENEFICI
MISURARE L’IMPATTO AMBIENTALE
GERMOGLI ASSASSINI
ASPETTATIVE IRREALISTICHE
CONCLUSIONI E SFIDE
INCIPIT
“Questo libro è una sorta di ‘vaccino’ contro i pericoli della cattiva informazione. Si tratta insomma di andare oltre i luoghi comuni per rispondere all’interrogativo: Mi stanno raccontando la verità?Porsi la domanda è un primo passo molto importante”.
PANE E BUGIE. IL MIO COMMENTO:
Si può essere d’accordo o meno con quello che scrive Bressanini, ma il libro comunque ha il grande pregio di farti porre molte domande, in particolare sull’intricato rapporto tra alimentazione ed informazione. Infatti
LA DOMANDA FONDAMENTALE
alla quale l’autore cerca di dare una risposta è (p. 17):
“Ci possiamo fidare di quello che leggiamo o sentiamo sui media quando si parla di proprietà degli alimenti o di tematiche con risvolti più <<politici>> legati al settore agroalimentare come le coltivazioni biologiche, gli OGM, il cibo a km 0 e così via? No, non ci possiamo fidare”
Il ricercatore ci invita a porci con spirito critico davanti alle notizie relative a quello che mangiamo, perché certe “verità” fanno presto a diffondersi, come le catene di S.Antonio. Infatti (P. 17):
“la disinformazione trae credibilità dall’ampia diffusione”
e sempre più spesso nasce su internet, anziché su giornali o televisione.
Diffidare, diffidare, diffidare sempre!
Qualunque sia l’argomento, chiediamoci sempre “cui prodest” (a chi giova), perché troppo spesso certe opinioni servono solo a favorire gli interessi economici di qualcuno.
Su un punto concordo con Bressanini (p 24) :
“le mutazioni sono uno dei motori dell’evoluzione”
Non ha senso quindi parlare del “cibo di una volta”, perché, nel corso dei secoli, i contadini stessi hanno “selezionato” le specie più adatte alla coltivazione.
Certo, adesso magari certe mutazioni sono indotte in laboratorio, ma non per questo si deve gridare allo scandalo.
Del resto, nessuno si scandalizza se si usano semi in cui le mutazioni sono state indotte bombardandoli con radiazioni. Come credete che sia stato ottenuto il POMPELMO ROSA? oppure il grano CRESO che si coltiva qui da noi? Sono sessanta anni che lo mangiamo…
Si tratta di fare chiarezza sui termini. Infatti, come sostiene Bressanini (insieme a migliaia di scienziati) (p. 28) :
“Non è il modo in cui è stata ottenuta una pianta che può fornirci indicazioni sulle sue proprietà. Non è l’essere transgenica che porta una pianta ad essere benefica o dannosa…Allo stesso modo, non è l’origine <<naturale>> di una sostanza a renderla innocua”.
In natura, ricordiamolo, esistono parecchie specie velenose…. Il discorso ci porterebbe ancora più lontano ed è meglio ritornare al libro.
Ve lo consiglio perché
è nostro dovere essere “consumatori consapevoli”.
Non basta comprare i prodotti “equo-solidali” o quelli a km 0…
No, dobbiamo imparare a pensare con la nostra testa.
Sempre più spaventati e confusi dai messaggi allarmistici dei media, ci siamo convinti che la “manipolazione” del cibo sia uno dei tanti mali della società odierna, dimenticando che l’intervento umano sulle specie vegetali è antico quanto l’invenzione dell’agricoltura stessa.
Siete sicuri che il colore “naturale” delle carote sia l’arancione? O che il mais sia sempre stato giallo? O che il riso che comprate sia veramente biologico?
Insomma, molti dei nostri timori nascono da preconcetti sbagliati che ci vengono inculcati da pubblicitari senza scrupoli e da politici ignoranti (Mio padre diceva che il danno peggiore per l’agricoltura italiana era Pecoraro Scanio: SIGH!).
Fatemi sapere se vi interessa approfondire altri argomenti e perdonate la lunghezza di questa recensione.
Se non si fosse capito, il tema della cattiva informazione, o meglio della IGNORANZA legata al cibo, mi sta particolarmente a cuore. E, da brava “ignorante”, devo cercare di sapere!
Voto : 8/10
NOTA FINALE:
di ognuno dei libri di Bressanini riparleremo presto. Perché, anche se non sempre concordo su tutto quello che dice, ma comunque mi insegna sempre qualcosa di nuovo.