MORTE DI UNA SIRENA di Kazinski e Rydahl

MORTE DI UNA SIRENA è un interessantissimo thriller, che vede nei panni di investigatore niente meno che Hans Christian Andersen! Vi racconto perché mi è piaciuto

MORTE DI UNA SIRENA

A.J. Kazinski, Thomas Rydahl

Titolo originaleEn havfrues død

Prima Pubblicazione : 2019

Traduttore: Eva Kampmann

Editore: Neri Pozza

Anno edizione: 2020

Pagine: 448 p.

Genere :  Thriller, Mystery, Giallo storico

MORTE DI UNA SIRENA: il libro (dal sito dell’editore)

Romanzo accolto da uno straordinario successo di pubblico e di critica al suo apparire in Danimarca, Morte di una sirena annuncia un detective che resterà a lungo nella mente dei lettori: Hans Christian Andersen, l’autore che trasformerà poi in storie eterne l’oscura materia delle sue inchieste.

Copenaghen, 1834. Anna lavora in una zona della città dove le botti d’acquavite prendono fuoco per strada, i panettieri vendono pretzel infilati sui bastoni, i marinai ballano tra di loro e i mendicanti e i ladri si aggirano senza sosta.

Per provvedere alla Piccola Marie, la figlia di sei anni, riceve fino a tarda ora uomini ubriachi ed eccitati che non le chiedono nemmeno il nome, le strappano i vestiti di dosso e la prendono.

Una sera viene condotta a forza in una casa elegante e, davanti a una grande porta spalancata sul mare, qualcuno pone fine alla sua giovane vita. Il suo corpo viene ritrovato nell’immondezzaio della città, il canale dove si raccolgono tutti i rifiuti di Copenaghen.

Un corpo bellissimo con gli occhi chiusi, ma con i capelli che, come quelli di una sirena, scintillano di conchiglie. «L’uomo dei ritagli»… l’assassino non può essere che lui. Molly, la sorella minore di Anna, ne è sicura: soltanto un dissoluto può recarsi nell’appartamento di una prostituta e starsene tutto il tempo su una panca a contemplarla e a realizzare ritagli di carta che le somigliano.

Ne è convinto anche il questore: il responsabile dell’infelice decesso non può essere che lo scrittorucolo con la passione per carta e forbici, l’uomo che è stato visto uscire per ultimo dall’appartamento della vittima.

«L’uomo dei ritagli» si chiama Hans Christian Andersen ed è o, meglio, vorrebbe essere uno scrittore; tutti i tentativi per diventarlo sono però miseramente falliti, stroncati senza esitazione dai critici.

Non fosse per la protezione dell’influente signor Collin, che lo ha spedito in collegio, ha pagato la retta e lo ha introdotto nel bel mondo, sarebbe immediatamente incriminato di omicidio e condotto nelle patrie galere per essere poi punito con tutto il peso della giustizia.

Il questore lo vedrebbe volentieri decapitato e sulla ruota, ma, dato il peso dei Collin in città e persino sulla corona, deve scacciare per il momento la visione e offrire ad Andersen un’ultima chance: tre giorni, soltanto tre giorni per trovare altri colpevoli.

Se non salteranno fuori, Hans Christian Andersen si trasformerà da scrittore povero in canna in assassino.

MORTE DI UNA SIRENA : gli autori

Thomas Rydhal è uno dei più noti scrittori danesi. Tra le sue opere L’eremita, romanzo apparso in oltre 15 paesi, vincitore dello Harald Mogensen Award e del Glass Key, il premio per il miglior romanzo poliziesco scandinavo.

A. J. Kazinski è lo pseudonimo di Anders Rønnow Klarlund, autore, regista e sceneggiatore danese, e di Jacob Weinreich, scrittore danese. Tra le loro opere L’ultimo uomo buono, pubblicato in 26 paesi.

MORTE DI UNA SIRENA : breve riassunto e commento personale

La trama del romanzo è davvero semplice: Hans Christian Andersen viene accusato dell’omicidio di una prostituta, Anna Hansen, che da qualche tempo posa per il timido intellettuale.

Non è un uomo normale. Un uomo normale le strapperebbe i vestiti di dosso. La prenderebbe a spinte, si slaccerebbe i pantaloni per farle sbirciare dentro il buio, aspettandosi che la vista la entusiasmi.

Un uomo normale sarebbe così stanco e ubriaco ed eccitato che non la vedrebbe nemmeno, non saprebbe che si chiama Anna, né che ha una figlia di sei anni, Piccola Marie, alla quale bada la zia, poche porte più in là. Un uomo normale la considererebbe soltanto una morbida fessura. Ma questo cliente non è normale.

Proprio Anna, dopo aver mandato via “il signor Andersen”, apre la porta al suo carnefice:

Nel chiarore della lampada a olio del soffitto Anna intravede una donna giovane, ben vestita, i capelli biondi coperti da un bellissimo foulard. Non è il tipo di donna che è solito frequentare la palazzina.

Assolutamente. Forse si è persa. Forse sta cercando suo marito. È possibile che sia la moglie di Andersen che lo ha seguito, ammesso che quell’uomo ne abbia una?

Praticamente da subito noi sappiamo che la vera assassina è una certa Madam Krieger, che ha orrendamente mutilato il corpo di Anna e poi se n’è liberata:

“Il cadavere della prostituta non verrà mai ritrovato. E’ stato portato in alto mare dalla corrente. Senza il cadavere non è neanche morta. E’ soltanto scomparsa”

Ma esiste davvero questa donna? Oppure dietro questo nome si nasconde qualcun altro?

Grazie a Molly, la sorella di Anna, Andersen comprende che, se vuole salvare il proprio collo, deve cercare il vero omicida della giovane.

La febbrile ricerca del killer ci porterà con Andersen nelle storie che poi prenderanno vita nei suoi libri e scopriremo che dietro ogni fiaba in realtà si trova una triste verità.

Appassionanti le descrizioni della società dell’epoca che ci regalano gli autori, grazie a cui possiamo conoscere un periodo storico molto diverso dal nostro.

E ben presto è chiaro che il tema di fondo del romanzo è la paura della diversità:

Tutto sogna di essere qualcos’altro: i poveri vogliono diventare ricchi, i ricchi vogliono essere liberi, gli alberi vogliono uscire dal bosco, il bosco vuole raggiungere la città, gli uccelli guardano con invidia i pesci sotto le onde scintillanti, mentre le chiavi e gli oggetti di ferro vogliono essere duttili come la poesia.

Soprattutto, credo che il romanzo sia il racconto di quello che si può fare per amore, nel bene e nel male. E per amore intendo anche quello verso un amico. Come ci dimostra Molly, che da accusatrice di Andersen si dimostra poi preziosa alleata, offrendogli una seconda possibilità. E in qualche modo dandola così anche a se stessa.

Atmosfere molto dark, quelle create dai due autori e francamente non ti aspetti di trovare l’autore della Sirenetta immerso in un clima così orrido, che a me ricorda molto i racconti dedicati alle imprese di Jack lo squartatore…

Forse la parte più interessante è stata proprio quella storica, unita ai tanti riferimenti alle storie raccontate da Andersen che i due autori hanno disseminato in tutto il libro.

Ve lo consiglio se amate i thriller non banali, in grado di regalarvi una nuova sorpresa ad ogni pagina. Vi garantisco che resterete sorpresi e non leggerete più le fiabe della vostra infanzia con lo stesso spirito!

VOTO : 10 / 10

CURIOSITA’: all’inizio del romanzo, gli autori ci spiegano come sia nata l’idea di questo libro

Per tutta la sua vita adulta Hans Christian Andersen tenne un diario, in cui scrisse quasi ogni giorno dal 1825 fino alla morte, avvenuta nel 1875. C’è soltanto un vuoto di un anno e mezzo.

Quando, nell’estate del 1834, rientra dall’Italia povero in canna, le sue annotazioni cessano di colpo. Nessuno sa perché. Questo romanzo inizia nel punto in cui il diario di Andersen si interrompe.

/ 5
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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!