L’ULTIMA BRISCOLA di Renzo Bistolfi

L’ULTIMA BRISCOLA è un romanzo giallo dello scrittore ligure Renzo Bistolfi. Ambientato a Sestri Levante nel novembre del 1959, quando un’alluvione scombussola le abitudini di un gruppo di amici… vi racconto perché mi è piaciuto

L’ULTIMA BRISCOLA ovvero Quando i nodi vengono al pettine

Renzo Bistolfi

Prima pubblicazione : 2020

Editore : TEA

Pagine : 336 p.

Genere : giallo, noir

L’ULTIMA BRISCOLA : Presentazione (dal sito dell’editore)

Sestri Ponente, novembre 1959. Piove da giorni, una pioggia forte e insistente. Ma come ogni mercoledì, nel retrobottega dei fruttivendoli Arturo e Marisa si gioca a briscola, e come ogni mercoledì Angiou, un onesto seppur bizzarro eremita, lascia la sua grotta per andare a cena dalla sorella Rusìn: due abitudini diventate irrinunciabili. Il temporale però si intensifica, gonfia il torrente fino a farlo esondare, e scompiglia le carte.

La mattina dopo, il peggio sembra passato, e ci si dà da fare per ripulire la scia di fango e detriti che la piena del torrente ha trascinato con sé. Chi non ha lasciato tracce, invece, sono Angiou, mai arrivato dalla sorella, e Benedetto Ferrero, che non è rientrato a casa dopo aver salutato la compagnia della briscola.

Le prime ricerche dei dispersi sono vane: finché il corpo di Ferrero non viene ritrovato da un pescatore in alto mare. Colpito da otto coltellate. Tra supposizioni e ricerche nel passato della vittima, le indagini del maresciallo Galanti non conducono a nessuna pista certa, e la situazione precipita quando la misteriosa mano omicida colpisce un altro giocatore della briscola del mercoledì…

L’ULTIMA BRISCOLA : l’autore

Renzo Bistolfi vive tra Genova, dove è nato nel 1954, e Milano, dove lavora. Dal 2007 ha cominciato a scrivere e pubblicare le storie che lo hanno sempre appassionato. Nelle edizioni TEA sono già apparsi con crescente successo

Il suo ultimo libro è “LA CURIOSA VICENDA DEI GEMELLI BONINO”.

L’ULTIMA BRISCOLA : breve riassunto e commento personale

Occhio per occhio renderà tutto il mondo cieco. MAHATMA GANDHI

E già da qui cominciamo a capire che nel libro si parlerà di vendetta… Vi dico subito che ho apprezzato tantissimo questo romanzo giallo, ironico e divertente, che ci regala tanti personaggi affascinanti.

Ma procediamo con ordine.

Pioveva forte da giorni, a tratti fortissimo. I monti sopra Sestri trasudavano una fanghiglia giallastra che a rivoli lambiva i marciapiedi, assediava le case e serpeggiava lungo le strade, verso la marina. Il mare sotto il vento di scirocco si gonfiava in ondate plumbee dalle creste bianche e spumeggianti. Ogni tanto il muggito lugubre di una sirena fendeva l’aria: i mercantili andavano e venivano come sempre, ma da giorni nessuno usciva a pesca. Erano le otto e venti di sera.

Mentre la Natura sembra pronta a scatenarsi, come ogni settimana, Angiou l’eremita scende dalla sua grotta per andare a trovare la sorella a Sestri. E, senza rendersene conto, assiste ad un omicidio. Il killer però lo ha visto e lo colpisce proprio nel momento in cui il fiume decide di esondare e travolgere tutto.

Il povero Angiou è sul punto di arrendersi alla corrente quando qualcosa o qualcuno lo afferra… Intanto sua sorella Rusin entra nel negozio di frutta e verdura che Marisa gestisce con il marito Arturo. La fruttivendola le spiega che hanno ospiti:

«È mercoledì. Giorno di briscola

A quanto pare, ogni settimana sette uomini giocano a briscola nel retro del negozio. Sono tutti originari dell’ovadese ed erano emigrati prima della guerra “in cerca di fortuna”:

C’era Arturo, il padrone di casa… C’erano i due fratelli maggiori, Giacomo e Giovanni, che gli somigliavano come gocce d’acqua …

Poi c’erano ospiti esterni alla famiglia: Benedetto Ferrero, … che chiamavano l’Americano perché aveva vissuto per quasi quindici anni in Argentina ed era rientrato da appena qualche mese; Gaspare Olivieri, quarantacinque anni, anche lui rimpatriato dal Cile l’anno precedente; Aldo Pastorino, un giovanotto di trentaquattro anni che navigava sui mercantili e al momento era in attesa d’imbarco; e Italo Carosio, un vecchietto smilzo d’una settantina d’anni, dagli occhiali spessi, un ferroviere in pensione.

Ma non sono gli unici piemontesi della storia. C’è infatti anche Pierina:

Campava vendendo olio sfuso porta a porta e, a settantun anni, scarpinare dalla mattina alla sera con una latta da venti litri a tracolla non era cosa da poco. Anche lei era calata a Genova da Molare, un paesino del Monferrato, ma di fortuna non ne aveva trovata molta.

Del resto non si era mai impegnata troppo: della fortuna a lei non importava un gran che da quando, senza più marito né figli, era rimasta sola.

Di solito fa il suo giro al martedì ma quella settimana è in ritardo e per la prima volta si presenta alla bottega di Marisa il mercoledì. Subito appresso a Pierina nel negozio entra anche Aristide, che avverte tutti che il fiume sta per straripare. I giocatori abbandonano la partita e corrono a casa.

Al sicuro arriva anche la moglie di Aristide, Linuccia, che sarà l’ultima a vedere Angiou poco prima che il fiume rompa gli argini, travolgendo tutto ciò che incontra lungo la sua strada.

Alle sette del mattino seguente era tutto finito, la piena era passata e adesso pioveva piano, in sordina.

Mentre tutti sono all’opera per cercare di riparare ai danni, Gustin il trasportatore si accorge che qualcuno ha scassinato il suo magazzino e rubato una carriola.

La conta dei danni alle cose è nulla rispetto a quelli alle persone. Infatti il maresciallo capo Primo Galanti scopre fra Sestri e Cornigliano ci sono dieci dispersi. Più un undicesimo:

«Trattasi di tal Barattero Angelo di anni quarantasette, detto l’eremita, celibe, nullafacente, domiciliato sul monte Gazzo in località Bianchetta, indirizzo imprecisato, vive in una grotta e…» «Orco pennello!» esclamò il maresciallo sobbalzando. «Vuoi dire Angiou l’eremita?»

La sorella Rusin lo aveva aspettato tutta la sera e poi, al mattino, era arrivata fino alla grotta dove viveva. E non l’aveva trovato. Così era corsa a denunciarne la scomparsa.

Arturo il fruttivendolo, intanto, ha trovato il sacco di Angiu vicino la sua bottega e decide di portarlo a Rusin. E a casa della donna trova i carabinieri. 

Il maresciallo Galanti si rivela subito una persona di animo buono e gentile. Infatti secondo lui la scomparsa di Angiou è un’ingiustizia bella e buona.

Secondo il maresciallo è davvero strano che la corrente, per quanto forte, sia riuscita a trascinare via un uomo grande e grosso come l’eremita.

Quando poi arriva anche la denuncia del furto della carriola, il suo cervello comincia a sospettare che sia successo qualcosa di brutto.

A quanto pare Angiou non è l’unico a essere sparito. Infatti la domestica di Benedetto Ferrero, Pina, entra nel negozio di Arturo e Marisa per chiedere informazioni sul Ferrero, che non è rientrato. E Artura accompagna Pina in caserma, per denunciare la scomparsa del suo amico.

Galanti in quella strana faccenda sentiva odore di bruciato, eppure non avrebbe saputo dire cosa non lo convincesse e neppure il perché.

Intanto la vita riprende  e i pescatori tornano al lavoro dopo il diluvio. Uno di essi, il vecchio Fiore, fa una pesca che non è proprio delle migliori. Nella sua rete infatti, finisce il cadavere di Ferrero. L’uomo è stato accoltellato.

Mentre noi siamo sempre più incerti su quello che può essere accaduto ad Angiou, scopriamo che l’uomo è da qualche parte e qualcuno si prende cura di lui. Il suo salvatore gli racconta quello che è successo:

«La corrente vi ha portato via e avete preso una gran botta in testa. Poi avete una ferita alla spalla e una al fianco. C’è mancato poco che vi si bucasse il fegato. Ci siamo andati vicini ma vi è andata bene. E adesso vi sto curando»

Intanto un altro dei partecipanti alla briscola del mercoledì, Gaspare Olivieri, riceve una strana telefonata che lo getta nel panico…

Le tracce trovate intanto mostrano che anche Angiou, come Ferrero, è stato accoltellato. Secondo il maresciallo, l’ipotesi più probabile è che entrambi siano stati accoltellati dalla stessa persona. Nonostante gli sforzi:

Di Angiou l’eremita, a parte lo scarpone, il brandello di stoffa e la camicia bucata, non si trovò traccia e le ricerche vennero sospese.

Il maresciallo però deve risolvere l’omicidio Ferrero e cerca di saperne di più sulla vittima. Al funerale nota che Olivieri e Pastorino sono profondamente scossi.

L’assassino confida ad Angiou che non intende fargli del male ma non può liberarlo: deve prima portare a termine il suo “compito”:

«Devo ripulire il mondo da qualche scarafaggio che mi è scappato dalle dita alla fine della guerra. Poi tutto sarà finito e voi potrete andarvene per la vostra strada

E infatti un altro giocatore di briscola viene ucciso: Gaspare Olivieri. E gli altri partecipanti alla famosa briscola del mercoledì cominciano a pensare di non essere al sicuro…

Mentre Italo Carosio, pensando di essere in pericolo, si ritrova con una commozione cerebrale in ospedale, Pastorino comincia a comprendere i motivi per cui i suoi compagni di gioco sono stati uccisi. E sa che presto toccherà anche a lui:

Lui non aveva la più pallida idea di chi fosse il mostruoso assassino di Sestri, ma aveva un’idea piuttosto precisa sul perché avesse ucciso.

Del resto quei due ne avevano combinate delle belle e a volte capita che, prima o poi, arrivi il conto.

Anche qualcun altro comincia a farsi un’idea su quelle morti… E mentre il maresciallo continua a scavare per trovare il bandolo della matassa, anche altri fanno i conti con la propria coscienza…

Chi sarà il misterioso Saetta a cui pensa Pierina? Che cosa ha a che fare con quelle morti?

Lo scoprirete solo leggendo il romanzo!

Come sempre nei romanzi di Bistolfi, ho apprezzato l’ironia e la profonda umanità dei suoi personaggi. Toccante il confronto tra Angiou e l’assassino, che rivela all’eremita come la sua vendetta non l’abbia fatto sentire meglio. Però

«Il mondo sta meglio. Ci sono tre bastardi in meno che camminano per le strade… ho fatto quel che c’era da fare. Tutto lì. L’importante è fare il nostro dovere»

E comprendiamo bene le motivazioni di Saetta, che si sente colpevole per aver ferito Angiou ma non prova alcun rimorso per la morte di “quelle tre bestie”:

«hanno avuto solo ciò che si meritavano e che avrei dovuto fare tanto tempo fa… io lo considero un atto di guerra»

Insomma, un libro che vi consiglio e che vi commuoverà profondamente

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Pubblicato da lacuocaignorante

Lacuocaignorante è una grande curiosona ed ama cucinare, leggere, viaggiare. In una vita precedente (ovvero prima del matrimonio) ero un ingegnere meccanico. Oggi mi occupo del mio Maritozzo e dei nostri tre gatti, insegno materie scientifiche, realizzo siti internet e continuo ad istruirmi!